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La soluzione per evitare la fuga dei medici ospedalieri, che sempre più spesso passano al privato o lasciano appena raggiungono l’età pensionabile, è di “nobilitare la professione”, in particolare quella del “prontosoccorsista e del medico del 118”, che sono poi le più colpite dal fenomeno. Lo spiega alla ‘Dire’ Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, secondo cui è necessario prevedere “una importante valorizzazione economica e la possibilità di avere un’evoluzione di carriera”, in modo che quello del medico ospedaliero torni ad essere “un ruolo desiderabile nell’immaginario collettivo”, con stipendi alti e “determinati standard di riposo”. In caso contrario arginare la fuga di medici verso il privato sarà difficile, dal momento che lavorando come libero professionista si prende “anche due volte quello che si prende da dipendenti”, senza peraltro avere gli stessi vincoli a livello di presenza e turni.
“Il Veneto qualcosa può fare da questo punto di vista, dal momento che ora spende per il personale sanitario meno di Emilia-Romagna e Piemonte, che hanno meno abitanti”, e che secondo una recente indagine realizzata dalla federazione Cimo-Fesmed, ben l’89% dei medici ospedalieri veneti lascerebbe il posto se potesse farlo, un valore più alto del 17% rispetto alla media nazionale, conclude Leoni.
Fonte «Agenzia DIRE»