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“La ricerca scientifica medica è partita da Bologna. Secondo me va rivalutata, riaffermata in tutti i modi possibili”. Così Fabio Roversi Monaco, l’ideatore del Festival della scienza medica di Bologna, a cui l’Università assegnerà ora una laurea ad honorem in Medicina e Chirurgia.
Insieme al rettore Giovanni Molari, al presidente della Regione Stefano Bonaccini e al sindaco Matteo Lepore, Roversi Monaco ha aperto stamane in Santa Lucia l’ottava edizione del Festival, sotto il titolo “Educare alla cura: insegnare e apprendere”. Un fil rouge che ha accompagnato in realtà anche altre edizioni del Festival, un “discorso”, come lo definisce l’ideatore, che non si è mai interrotto, neanche nei mesi più difficili dell’emergenza Covid.
Quelli trattati in questa edizione, dunque, sono “una serie di temi che sono collegati da tempo, c’è una continuità che si ha attraverso il festival annuale. Va tenuto presente che lo abbiamo fatto anche nel 2020 e nel 2021 proprio per dare questa continuità”. Ora si è tornati pienamente in presenza (ma il festival va anche in streaming) e tornare ad approcciare la medicina in questa chiave “è anche un modo per sintetizzare quanto avvenuto in questi anni e per questo credo sia utile a tutti”, dice ancora Roversi Monaco. Un approccio ‘paideutico’, dunque, che unisce temi come quelli dell’intelligenza artificiale e della sanità ‘digitale’ ad argomenti più classici e specifici come il degrado cognitivo negli anziani. Nella tre giorni di Bologna si parlerà anche, tra gli altri temi, delle modificazioni del genoma per la cura delle malattie, dell’impatto della pandemia sulla salute mentale e delle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute infantile.
Bonaccini chiama il governo: mancano medici e infermieri
“Serve riforma vera, altrimenti situazione diventerà difficile”
“Oggi sentiamo la mancanza di un numero adeguato di medici e infermieri: su questo serve una riforma vera per evitare di trovarci tra qualche tempo ancora più in difficoltà”. Torna a bussare alla porta del Governo il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a proposito della carenza di personale sanitario. “Un tema che non riguarda solo noi, ma sul quale bisogna che il Governo intervenga al più presto”, sottolinea Bonaccini aprendo a Bologna il Festival della scienza medica. “Servono una riforma e interventi sul piano nazionale, probabilmente anche dal punto di vista delle indennità”, precisa Bonaccini dal palco del festival accanto a Fabio Roversi Monaco, il rettore dell’Alma Mater Giovanni Molari e il sindaco Matteo Lepore, mettendo in guardia dal rischio, per esempio, di avere zone sguarnite di medici di base. Ma il problema della carenza di personale, è noto, riguarda in particolare anche l’emergenza-urgenza, su cui la Regione Emilia-Romagna ha varato di recente le proprie proposte.
Inevitabile un riferimento alla battaglia non ancora conclusa col Covid. “Abbiamo sempre provato a restituire fiducia- assicura Bonaccini- se mi guardo indietro a volte mi chiedo come abbiamo fatto a reggere una pandemia che dopo Wuhan sembrava colpire solo l’Italia e in Italia solo Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”. Poi “abbiamo dimostrato che la sanità pubblica, in questa regione in particolare, è stata all’altezza di una sfida così drammatica e gigantesca allo stesso tempo”. Adesso, avverte ancora il governatore Pd, “bisogna investire ancora di più sulla sanità pubblica. Nel Pnrr ci sono 20 miliardi di euro di investimenti. Noi siamo stati la prima regione, un mese e mezzo fa, che ha già presentato tutti i progetti per 530 milioni di euro per fare nuovi ospedali, nuovi ospedali di comunità, nuove case della salute e assistenza domiciliare”.
Lepore insiste: caro governo, mai più senza risorse
“Il tanto che abbiamo oggi è in discussione”
“Non deve succedere più che la sanità territoriale rimanga senza risorse”: perchè oggi il “tanto che abbiamo costruito rischia di essere messo in discussione”. L’allarme del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, risuona nell’aula di Santa Lucia, in apertura del festival della scienza medica. Lepore ribadisce l’adesione all’appello dell’assessore regionale Raffaele Donini a “riarmare la sanità” (“più che riarmare, rifinanziare”, corregge però), alla luce dell’aumento delle spese per gli armamenti.
Bene dunque gli sforzi per arrivare alla pace in Ucraina. Ma “dobbiamo mantenere il nostro patto con gli italiani e i bolognesi perchè la nostra sanità non può soffrire”, avverte Lepore ricordando l’esperienza ancora viva del Covid. Il Governo “non sta rifondendo le Regioni dei costi Covid, per questo siamo preoccupati. Ancora una volta- lamenta Lepore- come enti locali dobbiamo portare avanti una previsione costituzionale che spetta allo Stato e alle Regioni. Come sindaco metropolitano ritengo sia una battaglia giusta”. Per la sanità, assicura poi il primo cittadino, “faremo la nostra parte, vogliamo che il Governo metta la sanità al centro della discussione e dei finanziamenti da parte del Parlamento”.