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Carlino Mezzolitro e la città Falsilia

Carlino Mezzolitro e la città Falsilia

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Disegno di Giovanna Certo

Carlino Mezzolitro sognava a occhi aperti sdraiato sul divano fiorito del soggiorno.

In piena pennichella si pensava Maradona con la maglia del Messina che rifilava il

dodicesimo gol alla Juve in trasferta (di tacco da trenta metri) o provetto James

Bond mentre, con quatto bionde da urlo al seguito, metteva una bomba sotto il

sedere del Presidente russo dopo aver seminato seicento guardie del corpo.

Quei sogni che un po’ li fai tu, un po’ li fa tua mente, ma che ti fanno sentire importante…

Stava per diventare Giuseppe Garibaldi che con Anita aveva deciso di liberare il mondo dai

proprietari delle televisioni quando il telefono impazzì!

-Carlino, Carlino! Urgenza!!! Vieni subito!

Ripose i sogni nel cassetto e in un lampo fu dal Vecchio detto il Saggio, più

brutto e gracchiante del solito.

-Caro, caro, anche questa volta non hai resistito al richiamo! Sei troppo buono!

In una città, il suo nome è Falsilia, gli uomini non si dicono mai la verità, solo bugie.

Pare regni l’armonia, ma io non sono convinto….-

Il nostro eroe si chiese perché mai andare in un posto dove tutto era tranquillo;

comunque maledì il vecchiaccio e le sue informazioni, e, a malicuore, partì.

Arrivò di mattina, era una giornata di sole e un’anziana uscì dalla villetta con

un cappello verde bosco che alla sommità portava un uccellino rosso dal becco

bianco.

Roba che neanche la Regina Elisabetta avrebbe indossato.

-Ma che amore di cappello, un vero bijou!!!Disse il vicino, più giovane, con aria

sfottente, la vecchietta innocentemente ringraziò accomiatandosi.

Carlino Mezzolitro vide, quell’atteggiamento fasullo, menzogniero in

ognuno degli abitanti ma, strano a credersi, le cose a Falsilia sembravano andare

bene. Se non fosse stato per la sera: tutti i cittadini prima di dormire avvertivano

un magone, un senso di perdimento, una sensazione di inutililità e una strana voglia

di piangere. Ma la stanchezza del giorno e il sonno mettevano fine a questo tormento.

Domani sarebbe stato un altro giorno.

Carlino capì che doveva agire.

La mattina seguente l’anziana con l’immancabile copricapo uscì.

Bevve il mezzolitro, guardò il vicino e…

-Vecchia trombona, ma non ti vergogni di portare quel cappello? E’orribile!

E giù a ridere, insieme agli altri amici…La donna, umiliata e piangente, andò via.

Carlino pensò di aver sbagliato qualcosa, che il vino fosse stato guasto:

come un virus si scatenò per Falsilia una malsana voglia di dire la verità.

Gli uomini non facevano altro che insultarsi dicendo di fatto quello che pensavano.

Il sindaco, tale Ipocritus, inveendo contro la moglie confessò le sedici amanti

e in consiglio fece l’elenco di tutte le mazzette.

Guerra dappertutto. Il nostro eroe cercò di riparare guardando, dopo la bevuta,

qualche passante. Ma nulla, lo mandavano a quel paese!

Un grido di invettive, insulti sovrastava la città.

Ipocritus e il consiglio decisero di passare all’azione.

Intervenne la polizia, furono fatte indagini per capire da dove fosse partito quel bubbone.

E alla fine individuarono la vecchietta dal cappello audace e il vicino.

Fu fatto un indentikit di Carlino con tanto di fiaschetto: manifesti furono attaccati

per tutta Falsilia. Sulla testa del nostro eroe una taglia in denaro, una cifra altissima.

Vivo o morto. Ai militari  Ipocritus: Lo voglio morto, le persone devono capire che succede

a chi sgarra!

Partì una vera e caccia all’uomo. Carlino chiese aiuto alla Fata Turchina, ma invano.

Nessuno poteva entrare in città, neanche la magia!

Il nostro eroe ebbe paura come chi si sente braccato. Dappertutto forze dell’ordine, posti di blocco.

Viveva in case abbandonate.

Ma una notte vide una pistola puntata addosso.

-Hai finito! La tua ora è giunta!

Disperato, con le poche forze rimaste, afferrò il fiaschetto bevendo il più possibile e

cercando gli occhi del cecchino.

Li vide, l’arma cominciò a tremare, cadde per terra.

-Non posso, non posso, ho sbagliato ancora! Cosa sarà di me?

Carlino lo riconobbe: Ma tu sei Piero? Quello  della canzone di De Andrè?

Non eri morto?

-Mi avevano dato un’altra possibilità i signori del male, ma il tuo vino…

E ora?

-Scappiamo, tu farai strada, ti porterò con me!

E così avvenne. Piero soldato, sapeva come eludere la sorveglianza, la Fata Turchina

fece il resto.

L’assassino mancato e il nostro eroe si trovarono al cospetto del Vecchio detto il Saggio.

-Cari, cari! Piero resterai con me, ti nominerò mio aiutante!

Ho bisogno di un soldato che non sa sparare, di un soldato che non sa sparare.

Il mondo ha bisogno di soldati che non sanno sparare…

Ah, Carlino! il tuo vinello ha fatto un guaio!

Dire la verità non è fare la verità!

-Come si fa la verità, Saggio?

Il Vecchio gli diede una carezza.

Francesco Certo