Views: 784
La malattia coronarica rappresenta la principale causa di mortalità e disabilità in Italia e nel mondo, nonché una delle principali comorbidità con la quale i professionisti della salute si confrontano nella pratica clinica quotidiana.
Le strategie di prevenzione primaria e secondaria messe in atto a partire dalla fine del secolo scorso hanno ridotto di circa il 54% la mortalità e del 55.5% l’indice di disabilità per le malattie cardiovascolari in Italia. [1] Ciò si attribuisce principalmente alla prevenzione dei fattori di rischio, quali ipertensione, abitudine tabagica, sovrappeso, anche nei pazienti giovani.
![](https://www.messinamedica.it/wp-content/uploads/2022/05/221d52a3-f2b9-4bea-be24-07842e5f5bf8.jpg)
La diagnosi precoce ha avuto un ruolo determinante negli ultimi decenni. L’avanzamento tecnologico e l’aumentata disponibilità di nuove tecniche diagnostiche radiologiche e medico-nucleari hanno modificato negli anni l’approccio alla diagnosi e al trattamento della malattia coronarica, migliorandone la prognosi.
Tra le metodiche diagnostiche emergenti, la coronaro-TC è quella che, negli ultimi anni, si è fatta spazio nelle linee guida internazionali divenendo esame raccomandato nei pazienti con rischio pre-test basso o moderato di malattia coronarica. [2]
Si tratta di un esame di tomografia computerizzata (TC), totalmente non invasivo, la cui tecnica si è evoluta consentendo di acquisire immagini diagnostiche di un organo in movimento come il cuore con un’elevata risoluzione spaziale e temporale. A tale scopo vengono utilizzate apparecchiature TC all’avanguardia e che permettono un’acquisizione rapida e sincronizzata con il ritmo cardiaco.
L’esame cardio-TC consente anche di effettuare una valutazione anatomica del cuore, oltre che di ricercare e caratterizzare eventuali placche ateromasiche delle arterie coronarie. Per ciascuna placca il più delle volte è possibile valutarne dimensioni, morfologia, composizione e anche stimarne l’impatto emodinamico.
La tecnica si caratterizza per un’alta sensibilità (90%), ovvero un’elevata capacità di individuare i pazienti affetti da malattia coronarica in una popolazione di riferimento [3]. Elevato è anche il valore predittivo negativo (94%), che si riflette nel fatto che un esame coronaro-TC negativo permette di escludere, con alta probabilità, la presenza di malattia coronarica nel paziente. [4]
Con le macchine attualmente disponibili in commercio i tempi d’acquisizione di una coronaro-TC richiedono generalmente pochi minuti. Prima dell’esame, in alcuni casi, può rendersi necessaria una preparazione con farmaci che rallentino la frequenza cardiaca (principalmente beta-bloccanti) e/o la somministrazione di vasodilatatori (nitrati) per un’ottimale visualizzazione delle arterie.
L’esecuzione dell’esame richiede la somministrazione del mezzo di contrasto, ma in quantità nettamente inferiore rispetto a quanto somministrato in una classica coronarografia invasiva e con una ridotta esposizione alle radiazioni. [5] Alcune apparecchiature TC permettono acquisizioni con bassissima dose di mezzo contrasto [6], rendendo l’esame eseguibile anche in pazienti con insufficienza renale e mantenendo un’accuratezza diagnostica sufficiente.
Lo studio SCOT-HEART ha permesso di definire gli effetti che l’utilizzo della metodica può avere in uno scenario clinico reale. In particolare, in un follow-up a 5 anni, pazienti con angina stabile inizialmente sottoposti a coronaro-TC presentano un rischio del 37% inferiore di andare incontro a infarto miocardico fatale o non fatale. Inoltre, è stato osservato come i pazienti sottoposti a coronaro-TC inizino più precocemente un trattamento medico preventivo rispetto ai pazienti trattati secondo il protocollo convenzionale. [7]
In conclusione, la coronaro-TC rappresenta ormai uno degli approcci preferenziali da utilizzare per la gestione dei pazienti con dolore toracico e rischio basso o moderato di malattia coronarica.
Scritto da:
Antonino Micari – Studente Medicina e Chirurgia UniMe interno in Radiodiagnostica
Redatto da:
Dott. D’Angelo Tommaso & Dott. Donato Rocco – Cardioradiologi A.O.U. Policlinico “G. Martino”
Bibliografia
[1] Cortesi P. A., et al. Trends in cardiovascular diseases burden and vascular risk factors in Italy: The Global Burden of Disease study 1990-2017. Eur J Prev Cardiol. 2021 May 8;28(4):385-396. doi: 10.1177/2047487320949414.
[2] Knuuti J., et al. 2019 ESC Guidelines for the diagnosis and management of chronic coronary syndromes. Eur Heart J. 2020 Jan 14;41(3):407-477. doi: 10.1093/eurheartj/ehz425. Erratum in: Eur Heart J. 2020 Nov 21;41(44):4242.
[3] Chow B. J., et al. Diagnostic accuracy and impact of computed tomographic coronary angiography on utilization of invasive coronary angiography. Circ Cardiovasc Imaging. 2009 Jan;2(1):16-23. doi: 10.1161/CIRCIMAGING.108.792572.
[4] Danad I., et al. Comparison of Coronary CT Angiography, SPECT, PET, and Hybrid Imaging for Diagnosis of Ischemic Heart Disease Determined by Fractional Flow Reserve. JAMA Cardiol. 2017 Oct 1;2(10):1100-1107. doi: 10.1001/jamacardio.2017.2471.
[5] Gorenoi V., et al. CT coronary angiography vs. invasive coronary angiography in CHD. GMS Health Technol Assess. 2012;8:Doc02. doi: 10.3205/hta000100.
[6] Yi Y. et al. Low Dose and Low Contrast Medium Coronary CT Angiography Using Dual-Layer Spectral Detector CT. Int Heart J. 2019 May 30;60(3):608-617. doi: 10.1536/ihj.18-340.
[7] SCOT-HEART Investigators, Coronary CT Angiography and 5-Year Risk of Myocardial Infarction. N Engl J Med. 2018 Sep 6;379(10):924-933. doi: 10.1056/NEJMoa1805971.