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TC del cuore e delle arterie coronarie: cos’è e quando è indicata

TC del cuore e delle arterie coronarie: cos’è e quando è indicata

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La malattia coronarica rappresenta la principale causa di mortalità e disabilità in Italia e nel mondo, nonché una delle principali comorbidità con la quale i professionisti della salute si confrontano nella pratica clinica quotidiana.

Le strategie di prevenzione primaria e secondaria messe in atto a partire dalla fine del secolo scorso hanno ridotto di circa il 54% la mortalità e del 55.5% l’indice di disabilità per le malattie cardiovascolari in Italia. [1] Ciò si attribuisce principalmente alla prevenzione dei fattori di rischio, quali ipertensione, abitudine tabagica, sovrappeso, anche nei pazienti giovani.

La diagnosi precoce ha avuto un ruolo determinante negli ultimi decenni. L’avanzamento tecnologico e l’aumentata disponibilità di nuove tecniche diagnostiche radiologiche e medico-nucleari hanno modificato negli anni l’approccio alla diagnosi e al trattamento della malattia coronarica, migliorandone la prognosi.

Tra le metodiche diagnostiche emergenti, la coronaro-TC è quella che, negli ultimi anni, si è fatta spazio nelle linee guida internazionali divenendo esame raccomandato nei pazienti con rischio pre-test basso o moderato di malattia coronarica. [2]

Si tratta di un esame di tomografia computerizzata (TC), totalmente non invasivo, la cui tecnica si è evoluta consentendo di acquisire immagini diagnostiche di un organo in movimento come il cuore con un’elevata risoluzione spaziale e temporale. A tale scopo vengono utilizzate apparecchiature TC all’avanguardia e che permettono un’acquisizione rapida e sincronizzata con il ritmo cardiaco.

L’esame cardio-TC consente anche di effettuare una valutazione anatomica del cuore, oltre che di ricercare e caratterizzare eventuali placche ateromasiche delle arterie coronarie. Per ciascuna placca il più delle volte è possibile valutarne dimensioni, morfologia, composizione e anche stimarne l’impatto emodinamico.

La tecnica si caratterizza per un’alta sensibilità (90%), ovvero un’elevata capacità di individuare i pazienti affetti da malattia coronarica in una popolazione di riferimento [3]. Elevato è anche il valore predittivo negativo (94%), che si riflette nel fatto che un esame coronaro-TC negativo permette di escludere, con alta probabilità, la presenza di malattia coronarica nel paziente. [4]

Con le macchine attualmente disponibili in commercio i tempi d’acquisizione di una coronaro-TC richiedono generalmente pochi minuti. Prima dell’esame, in alcuni casi, può rendersi necessaria una preparazione con farmaci che rallentino la frequenza cardiaca (principalmente beta-bloccanti) e/o la somministrazione di vasodilatatori (nitrati) per un’ottimale visualizzazione delle arterie.

L’esecuzione dell’esame richiede la somministrazione del mezzo di contrasto, ma in quantità nettamente inferiore rispetto a quanto somministrato in una classica coronarografia invasiva e con una ridotta esposizione alle radiazioni. [5] Alcune apparecchiature TC permettono acquisizioni con bassissima dose di mezzo contrasto [6], rendendo l’esame eseguibile anche in pazienti con insufficienza renale e mantenendo un’accuratezza diagnostica sufficiente.

Lo studio SCOT-HEART ha permesso di definire gli effetti che l’utilizzo della metodica può avere in uno scenario clinico reale. In particolare, in un follow-up a 5 anni, pazienti con angina stabile inizialmente sottoposti a coronaro-TC presentano un rischio del 37% inferiore di andare incontro a infarto miocardico fatale o non fatale. Inoltre, è stato osservato come i pazienti sottoposti a coronaro-TC inizino più precocemente un trattamento medico preventivo rispetto ai pazienti trattati secondo il protocollo convenzionale. [7]

In conclusione, la coronaro-TC rappresenta ormai uno degli approcci preferenziali da utilizzare per la gestione dei pazienti con dolore toracico e rischio basso o moderato di malattia coronarica.

Scritto da:

Antonino Micari – Studente Medicina e Chirurgia UniMe interno in Radiodiagnostica

Redatto da:

Dott. D’Angelo Tommaso & Dott. Donato Rocco – Cardioradiologi A.O.U. Policlinico “G. Martino”

Bibliografia

[1] Cortesi P. A., et al. Trends in cardiovascular diseases burden and vascular risk factors in Italy: The Global Burden of Disease study 1990-2017. Eur J Prev Cardiol. 2021 May 8;28(4):385-396. doi: 10.1177/2047487320949414.

[2] Knuuti J., et al. 2019 ESC Guidelines for the diagnosis and management of chronic coronary syndromes. Eur Heart J. 2020 Jan 14;41(3):407-477. doi: 10.1093/eurheartj/ehz425. Erratum in: Eur Heart J. 2020 Nov 21;41(44):4242.

[3] Chow B. J., et al. Diagnostic accuracy and impact of computed tomographic coronary angiography on utilization of invasive coronary angiography. Circ Cardiovasc Imaging. 2009 Jan;2(1):16-23. doi: 10.1161/CIRCIMAGING.108.792572.

[4] Danad I., et al. Comparison of Coronary CT Angiography, SPECT, PET, and Hybrid Imaging for Diagnosis of Ischemic Heart Disease Determined by Fractional Flow Reserve. JAMA Cardiol. 2017 Oct 1;2(10):1100-1107. doi: 10.1001/jamacardio.2017.2471.

[5] Gorenoi V., et al. CT coronary angiography vs. invasive coronary angiography in CHD. GMS Health Technol Assess. 2012;8:Doc02. doi: 10.3205/hta000100.

[6] Yi Y. et al. Low Dose and Low Contrast Medium Coronary CT Angiography Using Dual-Layer Spectral Detector CT. Int Heart J. 2019 May 30;60(3):608-617. doi: 10.1536/ihj.18-340.

[7] SCOT-HEART Investigators, Coronary CT Angiography and 5-Year Risk of Myocardial Infarction. N Engl J Med. 2018 Sep 6;379(10):924-933. doi: 10.1056/NEJMoa1805971.