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Test molecolare rapido per virus: Università di Messina e Bologna brevettano nuova tecnologia  

Test molecolare rapido per virus: Università di Messina e Bologna brevettano nuova tecnologia  

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di Massimiliano Cavaleri

Un nuovo metodo capace di effettuare l’identificazione molecolare di virus e batteri, ossia del loro DNA o RNA, in modo rapido, affidabile e a basso costo senza la necessità di recarsi in un laboratorio di analisi, dove attualmente questi test (cosiddetti tamponi molecolari) devono essere necessariamente effettuati: è la scoperta tecnologica sviluppata e oggetto di ben 5 brevetti da un team di ricercatori congiunto coordinato da Sabrina Conoci, ordinario di Fisica dell’Università di Messina e da Luca Prodi e Giovanni Valenti dell’Università di Bologna. Di fatto si apre una nuova era per la diagnostica molecolare che potrà finalmente essere alla portata di tutti. Gli studiosi hanno già testato l’efficacia della tecnologia su campioni reali di SARS-Cov-2, ottenendo un limite di rivelabilità del suo RNA addirittura inferiore a quello del cosiddetto tampone molecolare.“Questa ricerca apre prospettive future – ha detto il rettore Cuzzocrea – per poter avere la disponibilità di test “molecolari rapidi” con la facilità d’uso degli attuali test antigenici ma con la sensibilità e affidabilità dei test molecolari di laboratorio. È una sinergia importante quella con l’ateneo bolognese. Non dimentichiamoci che la diagnostica sul covid ha già compiuto preziosi passi in avanti nella direzione di avere tecnologie rapide per la diagnosi a portata di tutti disponibili presso le farmacie. Aver effettuato un avanzamento tecnologico per questo tipo di test verso la diagnosi molecolare e con la possibilità di applicarlo a tutte le altre forme di infezioni è certamente un’invenzione fondamentale che mi inorgoglisce perché nata da una collaborazione fra colleghi ed istituzioni, punto di partenza per chi fa e vuol fare ricerca ad alto impatto sociale”. Secondo la prof.ssa Conoci: “La scoperta si basa sulla combinazione di un metodo elettro-foto-biochimico innovativo integrato su un bio-chip di pochi millimetri capace di rilevare la presenza di poche copie del materiale genetico di patogeni senza alcuna amplificazione del genoma. Rappresenta una radical new technology che semplifica e velocizza l’analisi molecolare convenzionale basata su PCR, aprendo prospettive per l’utilizzo massivo della diagnostica molecolare e screening su un’ampia gamma di applicazioni”. Il trovato è oggetto di 5 brevetti congiunti tra le due università e recentemente è stato oggetto di un finanziamento europeo, Pathfinder, appena partito, per ulteriori sviluppi e validazioni.