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Carlino Mezzolitro, oramai consacrato mitico eroe del bene, rimirava una gigantografia
del Vecchio detto il Saggio che giganteggiava (è il caso di dirlo) nel salone.
Teneva tra le mani una margherita e la sfogliava un petalo alla volta dicendo:
Lo odio molto o lo odio moltissimo, lo odio molto o lo odio moltissimo, lo odio
molto o lo odio moltissimo…
Mentre era assorto nell’amletico dilemma, una chiamata, anzi la chiamata.
-Carlino!!! Allarmissimo, Emergenzissima!!!! Corriiiii!
Si vestì in fretta e furia e partì per una nuova avventura.
Arrivò in una Via dei Sogni al Numero che ne so, vide il Vecchio, afflitto come mai.
A bassa voce: L’uomo sta finendo, si annullerà in un conflitto nucleare: fonte sicura,
sicurissima, non mi sbaglio, lo sai.
Solo tu puoi! Avverrà tra qualche anno, ma avverrà e non ci sarà scampo per nessuno,
dico nessuno…aiutami.
Carlino Mezzolitro non si perse d’animo e chiamò la Fata Turchina.
In un lampo i due di trovarono in Via dell’Inventore Pazzo al Numero che importa:
Leonardo Albert Della Mirandolis era sull’uscio, sembrava attenderli, ma stava provando
…lo scansascansafatiche.
-Guardate, basta toccare questo tasto e oplà, ti viene la voglia di lavorare.
Carlino Mezzolitro rise, falsamente compiaciuto, pensando alla scarsa fortuna
che l’aggeggio avrebbe avuto nella città di sua papà, Messina, dove
scansare fatiche era l’hobby preferito, specie d’estate, quando la bellezza del mare,
del cielo, del sole regnavano sovrani.
La Fata Turchina: Leonard, stavolta è dura: è in gioco il destino della Terra.
-Le bombe atomiche, vero? L’avevo detto io…Forse, ho un’idea!…Aspettate!
-Tornò dopo una mezzorata buona, sudato e speranzoso.
-L’ho trovata! L’aveva fatto per la NASA, ma non vennero a ritirarlo: il super-
Buconero
-Buca il tempo: andrete avanti nel tempo e potrete cambiare il destino!
Forse…non so…mai provato.
I due salutarono Leonard Albert e arrivati a casa provarono l’invenzione.
Bastava inserire la data…
Carlino inserì la data dell’anno successivo:03 maggio 2023.
Lui e la fata non trovarono più nulla…Tutto era successo. Il vecchiaccio non
si era sbagliato neanche questa volta. Odore acre di bombe, fumi come di
un vulcano stanco, niente mare, acqua, verde…Una distesa di terra brulla e
bruciante. Nessuna traccia di esser vivente; l’uomo estinto.
I due, impauriti, inserirono 03 maggio 2122.
Malgrado cent’anni, nulla era cambiato, a parte i fumi e gli odori più deboli.
Carlino, ora pieno d’ira, mise una data assurda: 03 maggio 12022!
La vita era tornata!
Acqua, fiumi, mari, piante tropicali, monti: sembrava più bella di prima!
E gli animali, tanti, dappertutto! E gli uomini? Si, anche loro!
Erano più belli, con occhi più grandi, orecchie più piccole, colori della pelle
molto diversi. Sembravano più felici!
Ma i Renovo, così si chiamavano, li riconobbero subito.
-Sono uomini, uomini, capite!!!???
Li presero a forza e li portarono con una sorta di macchina volante dal
Magnifico, il leader di questa nuova stirpe.
Entrarono in un salone immenso e in fondo c’era lui, seduto su una scrivania.
Si avvicinarono e videro che il volto era avvolto (è il caso di dirlo) da una luce
bianca, quasi accecante che rendeva impossibile scorgere i lineamenti.
La voce, quella no, era chiara.
-Avanti, avanti, vi sapevamo estinti, è incredibile.
La Fata Turchina raccontò di Della Mirandolis e della sua invenzione.
-Pazzesco, avete superato lo spazio-tempo. I nostri scienziati non lo
ritenevano possibile! Ma che volete? Perchè siete qui?
Vogliamo salvare l’uomo! – disse eroicamente Carlino.
-Non potete, oramai da secoli ci siamo noi: i Renovo.
Abbiamo fatto scavi, sappiamo tutto di voi: le guerre, le torture,
i morti e le bombe atomiche: la vostra fine.
Nelle nostre scuole insegniamo ai bambini la vostra storia: come esempio
negativo. Perché i Renovo vivano perennemente sulla Terra basta fare l’esatto
contrario di quello che avete fatto voi. Qui non ci sono armi, non ne costruiamo,
non ci sono confini, bandiere, produciamo solo ciò di cui abbiamo bisogno.
Ci aiutiamo l’uno con l’altro. Alla mia morte succederà un altro Magnifico,
scelto in base alle capacità umane e culturali, che governerà anche lui
secondo la legge morale universale: l’Amore! Come me e i miei predecessori
non avrà un volto, un’identità. Va avanti così da migliaia di anni e non va male;
ma venite, cari, vi faccio vedere una cosa.
Li portò in una sorta di museo dove c’erano fossili di uomo.
-Guardate, guardate, questo è l’uomo superbus, un metro dal suolo: si crede il migliore,
e qui l’uomo avidus, grasso e pieno di denaro che ucciderebbe sua madre per qualche
spicciolo e in fondo l’uomo miles, con il mitra in mano, il peggiore, assassino dei suoi
simili!
Carlino Mezzolitro tornò alla carica: Io non permetterò che l’uomo finisca. A costo di
ubriacarmi, di bere tutto il vino del mondo!
-Arrenditi, è tutto scritto! Tornate al vostro tempo. Comunque, qua non potete stare.
E così, mestamente, i due arrivarono dal Vecchio detto il Saggio.
-Cari, cari che nuove portate?
Il nostro eroe: Nessuna buona nuova. L’uomo si estinguerà per un conflitto nucleare e
dopo migliaia di anni nascerà una nuova progenie: i Renovo.
Gli spiegò tutto.
L’anziano, triste: Allora possiamo solo sperare. Sai, Carlino sperare è sempre cosa buona.
Lunga pausa.
-Quindi se io spero che tu muoia presto è cosa buona?
-Dai, Carlino, non scherzare.
Sorrise beffardo, ma non scherzava. Affatto.
Francesco Certo