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Disegno di Giovanna Certo
Sera. Carlino Mezzolitro dal giardinetto di casa rimirava la luna.
Piena, vagamente luminosa, grande, più grande del solito.
Roba da innamorati, roba da perderci la testa.
Mentre era in estasi la telefonata, e voi sapete di chi.
-Emergenza!!! Globale!!! Scomparirà la Terra!!! Carlino!!! Corri!!! Adunata!!!
La voce del Vecchio detto il Saggio non era mai stata così fastidiosamente
stridula e al tempo preoccupata.
In un attimo si ritrovò in Via dei Sogni al Numero che ne so.
Accanto all’anziano quello che sembrava essere un generale della Nasa.
-Caro, caro, solo tu puoi salvare il mondo! La luna, la luna, ci sta arrivando addosso,
moriremo tutti.-
L’uomo in uniforme con tono superbo e sicuro-Gli esperti dicono che siamo a una settimana
dalla collisione, non c’è tempo, per ora abbiamo tenuto la popolazione mondiale facendo
dire che si tratta di una luna gigante, un fatto eccezionale, ma previsto.
Incupendosi-Ma questa bugia non sarà creduta che per qualche giorno.
-Carlino! Solo il tuo vino…- disse il Vecchio Saggio in modo da sembrare una parodia
di Gassman e Albertazzi insieme.
Al nostro eroe non restò che convocare d’urgenza la Fata Turchina per congegnare un
piano d’azione…
Lei-Prepara. Quanto più vino puoi, ne servirà, andiamo da Leonard Albert Della Mirandolis!
E così, in men che non si dica, si ritrovarono in Via dell’Inventore Pazzo al Numero che mi importa.
Spettinato, in caos perenne, gentile: Entrate, entrate pure, scusate il disordine.
Che sto facendo? La mia ultima invenzione: lo svelabugie! Se siete davanti la televisione e sentite
un politico dire una bugia, per esempio, il volume va a zero!
Carlino sorride beffardo pensando a tg totalmente muti.
-Ma dite! Di che avete bisogno?
Sentì la storia della luna e…-Vado in cantina!
Tornò dopo una mezzorata buona: Trovato! La Nasa me la aveva chiesto per il primo
sbarco sulla Luna, ma non venne mai a ritirarlo: il parla-ai-corpi-celesti.
Funziona? Mai provato.
Carlino e la fata presero lo strano aggeggio, lo caricarono sulla navicella spaziale assieme
a un bidone di Chianti e partirono.
Si trovarono vicino alla Luna che gli veniva incontro correndo all’impazzata!
La Fata puntò l’arnese e lei si trasformò in un volto di donna bellissimo e triste.
-Perché lo fai?
-Per voi e per lui, il divo, il Sole (con rabbia e gelosia).
Voi non mi guardate più, non vi interessa più se sono piena o virgola.
Non avete più serenate e poesie da declamare alla mia flebile luce annullata
dai vostri fari artificiali!
E lui, lui che volete: lui e la sua potenza che vi da sicurezza!
E lui, il Sole, diceva di amarmi e invece, non mi cerca! E allora, via la Terra e gli
uomini!
Pianse e una lacrima inondò Carlino che non si perse d’animo e ingurgitò tre,
quattro litri di barbera e, quasi ubriaco, fissò gli occhi bagnati del corpo celeste.
L’incantesimo funzionò.
-No, non posso soggiacere all’odio, tornerò nella mia orbita e il Sole, faccia lui…
Dall’alto si sentì una voce scura e possente: era lui, il re del nostro sistema.
-Scusa, amore mio, non ti trascurerò, tu sei il mio riflesso d’amore!
In te la mia potenza diventa bellezza, la mia anima diventa infinito.
Pianse ancora la Luna, ma stavolta di gioia.
Quella notte, al suo posto, fu così bella, ma così bella, ma così bella che le
stelle creparono d’invidia.
Il Pianeta era salvo, gli eroi fecero ritorno.
-Cari, cari, la riconoscenza mia e del mondo intero!
Come diceva Shakespeare: Folle è l’uomo che parla alla Luna. Stolto chi non le
presta ascolto.-
Il vecchiaccio era antipatico: spesso la saggezza lo è. Ma stavolta Mezzolitro lo trovò adorabile.