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A causa del riscaldamento globale le temperature continuano ad aumentare per periodi sempre più prolungati. Saranno più frequenti colpi di calore, patologie cerebrovascolari ma anche tumori cutanei come il melanoma
di Cristina Marrone
Le ondate di calore persistenti
Le ondate di calore persistenti con temperature molto elevate (in alcune zone d’Europa anche sopra 10 gradi la media stagionale) , forte irraggiamento solare, assenza di ventilazione e talvolta tassi di umidità importanti possono rappresentare un serio rischio per la salute, soprattutto perché il caldo estremo non è limitato a pochi giorni, ma è una condizione che ci accompagna ormai da oltre un mese. Oltre ad acuire patologie già esistenti, il caldo può causare crampi, colpi di calore, edemi, eruzioni cutanee. Proprio a causa delle alte temperature è più facile esporsi alla disidratazione e di conseguenza alla dilatazione dei vasi sanguigni: aumenta così il rischio di patologie cerebrovascolari e trombosi. Con l’assenza di pioggia e di vento cresce anche l’inquinamento che sappiamo aumentare la mortalità per patologie croniche polmonari.
Le conseguenze sull’organismo
La perdita di liquidi può determinare pericolose alterazioni metaboliche che si manifestano anche con gravi sintomi neurologici. Chi è affetto da scompenso cardiaco e tachicardia risulta maggiormente esposto all’alterazione dell’equilibrio elettrolitico. Il caldo eccessivo inoltre attiva meccanismi infiammatori e riduce le difese immunitarie, aumentando il rischio di contrarre infezioni respiratorie.
Aumento della mortalità
Il caldo eccessivo è correlato anche a un aumento di mortalità, accessi al pronto soccorso e ricoveri. A soffrire di più sono anziani, bambini e donne in gravidanza. L’American Heart Association prevede che il 45% delle persone negli Stati Uniti avrà almeno un problema di salute cardiovascolare entro il 2035. Nel frattempo, gli scienziati del clima prevedono che le ondate di calore diventeranno più gravi da qui al 2023. Due nuovi studi pubblicati su Jama e Circulation confermano che le ondate di caldo estremo sono collegate a un aumento di mortalità per tutte le cause negli Stati Uniti. In particolare dal 2008 al 2017 si sono registrate 5.958 morti in eccesso per malattie cardiovascolari durante i periodi di caldo torrido. Più frequenti saranno le giornate di calore intenso, più i decessi cresceranno.
La temperatura corporea
Come scrive l’Istituto Superiore di Sanità il caldo causa problemi di salute nel momento in cui altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e ambientali questo non è possibile. Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene eliminato in modo efficace. La temperatura del corpo, quindi, aumenta rapidamente e può arrivare a danneggiare diversi organi vitali e il cervello stesso. Un’esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi, come crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, come congestione, colpo di calore, disidratazione. Condizioni di caldo estreme, inoltre, possono determinare un aggravamento delle condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti.
Le conseguenze per gli atleti e i consigli
Secondo un report di qualche anno fa dei Cdc americani le malattie legate al calore sono la principale causa di morte e disabilità tra gli atleti nelle scuole superiori statunitensi ma i problemi possono insorgere anche tra chi cammina sotto il sole, fa giardinaggio o lava un’auto. Per questo con il caldo estremo è consigliabile svolgere attività fisica al chiuso, in ambienti freschi e comunque, se all’aperto, mai nelle ore centrali. Con la perdita eccessiva di sali minerali attraverso il sudore aumenta infatti il rischio di andare incontro ad aritmie cardiache o colpi di calore a causa dell’aumento della temperatura interna. Meglio quindi ridurre le fasi di sforzo più intenso alternandole a lunghi recuperi per permettere al copro di abbassare la temperatura corporea.
Insolazione
È causata da un aumento della temperatura corporea per insufficiente capacità di termoregolazione. Si manifesta per esposizione prolungata alle radiazioni solari, in modo particolare nelle giornate estive molto calde con assenza di vento e radiazione solare intensa. Si possono verificare eritemi o ustioni accompagnate o meno da una sintomatologia da colpo di calore.
Crampi
Sono causati da una perdita di sodio, dovuto alla sudorazione, e ad una conseguente modificazione dell’equilibrio idrico-salino, oppure derivano da malattie venose degli arti inferiori. I crampi si possono verificare negli anziani che assumono pochi liquidi e in persone, anche giovani, che svolgono attività fisica senza reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la sudorazione.
Edema
È causato da una ritenzione di liquidi negli arti inferiori come conseguenza di una vasodilatazione periferica prolungata. Un rimedio semplice ed efficace è tenere le gambe sollevate ed eseguire di tanto in tanto dei movimenti dolci per favorire il reflusso venoso, oppure, effettuare delle docce fredde agli arti inferiori, dal basso verso l’alto e dall’interno verso l’esterno sino alla sommità della coscia.
Congestione
È causata dall’assunzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito dopo i pasti, che provoca un eccessivo afflusso di sangue all’addome, che può rallentare o bloccare i processi digestivi. I primi sintomi sono costituiti da sudorazione e dolore toracico.
Disidratazione
È causata da una perdita di acqua dall’organismo maggiore di quella introdotta. L’organismo si disidrata e incomincia a funzionare male quando:
– è richiesta una quantità di acqua maggiore come in caso di alte temperature ambientali per via della sudorazione
– si perdono molti liquidi, come in caso di febbre, vomito e diarrea
– una persona non assume volontariamente acqua a sufficienza in mancanza di stimolo della sete in caso di assunzione di farmaci che possono favorire l’eliminazione di liquidi (per esempio diuretici, lassativi).
I sintomi principali sono sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari, abbassamento della pressione arteriosa.
Effetti sulla pressione arteriosa
Le persone ipertese e i cardiopatici, soprattutto se anziani, ma anche molte persone sane, possono manifestare episodi di diminuzione della pressione arteriosa, soprattutto nel passare dalla posizione sdraiata alla posizione eretta. In questi casi, è consigliabile:
– evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita di coscienza
– non alzarsi bruscamente dal letto, soprattutto nelle ore notturne, ma fermarsi in posizioni intermedie (esempio: seduti al bordo del letto per alcuni minuti) prima di alzarsi in piedi.
Diarrea
Uno studio appena pubblicato su Nature Communications ha concluso che nei paesi a medio e basso reddito la siccità sarebbe legata a un maggior rischio di diarrea nei bambini, una delle principali cause di morte fra i più piccoli. I ricercatori di Yale hanno riscontrato tassi più elevati di diarrea tra i bambini che stavano vivendo periodi di siccità prolungata
Stress da calore
È causato da un collasso dei vasi periferici con un insufficiente apporto di sangue al cervello. La sintomatologia può insorgere durante un´attività fisica in un ambiente eccessivamente caldo, specie in soggetti non acclimatati, con una ridotta efficienza cardiaca (insufficiente compenso in occasione di una diffusa vasodilatazione periferica) a causa di un diminuito volume sanguigno per disidratazione. Si manifesta con una forte sudorazione, un senso di leggero disorientamento, malessere generale, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia e ipotensione, oliguria (diminuzione dell’urina), confusione, irritabilità. Se non viene diagnosticato e trattato immediatamente, può progredire fino al colpo di calore.
Colpo di calore
Il colpo di calore si verifica quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e si manifesta con una ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione. Può verificarsi quando ci si trova esposti ad una temperatura troppo alta, associata ad un elevato tasso di umidità e alla mancanza di ventilazione. Può manifestarsi all’aperto, in un ambiente chiuso oppure in un luogo dove non batte direttamente il sole. Il primo sintomo è rappresentato da un improvviso malessere generale, cui seguono mal di testa, nausea, vomito e sensazione di vertigine, fino ad arrivare a stati d’ansia e stati confusionali. Si può avere perdita di coscienza. La temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti) fino anche a 40-41° C ed è seguita da un possibile malfunzionamento degli organi interni, che può portare alla morte.
Aggravamento delle malattie preesistenti
Il caldo intenso può determinare l’aggravamento di malattie preesistenti. Si tratta di sintomi che non arrivano all’attenzione clinica (ad es. riduzione delle capacità fisiche), a sintomi di maggiore entità, (ad es. visite dal medico di famiglia), fino ad effetti più gravi che possono determinare il ricorso al Pronto Soccorso e il ricovero in ospedale, o essere così severi da portare alla morte.
L’effetto delle ondate di calore è relativamente immediato, con una latenza di 1-3 giorni tra il verificarsi di un rapido innalzamento della temperatura e il conseguente incremento del numero dei decessi. Inoltre le ondate di calore cui è associato un effetto più grave sulla salute sono quelle più intense e prolungate e quelle che si verificano all’inizio della stagione estiva, quando la popolazione non ha ancora attivato adeguati meccanismi di adattamento fisiologico al caldo.
Se l’incremento della mortalità associata alle ondate di calore è un fenomeno noto e ben documentato, ancora non del tutto chiariti sono invece i meccanismi biologici che ne sono alla base. Potenzialmente tutte le patologie croniche espongono a un rischio maggiore di mortalità in presenza di condizioni di caldo estremo. In particolare, gli studi condotti in diverse città italiane hanno evidenziato che alcune patologie (malattie cardio- e cerebrovascolari, malattie polmonari croniche, disturbi psichici, malattie del sistema nervoso centrale, malattie del fegato e dei reni e malattie metaboliche quali il diabete) aumentano significativamente il rischio di morte in occasione delle ondate di calore, soprattutto nelle persone anziane.
Altre malattie croniche che comportano una compromissione del meccanismo della termoregolazione, possono aumentare il rischio durante i periodi di elevate temperature: ad esempio, la sclerodermia, nella quale la sudorazione è bloccata per un assottigliamento dell’epidermide, e la fibrosi cistica, in cui l’eccessiva sudorazione può causare disidratazione e insufficienza circolatoria.
Bassi livello di sodio
Secondo uno studio svedese il riscaldamento globale potrebbe causare un aumento dei ricoveri ospedalieri a causa della iponatriemia,condizione in cui i livelli di sodio nel sangue sono troppo bassi. La ricerca ipotizza come un aumento della temperatura di due gradi centigradi, in linea con le proiezioni climatiche per il 2050, potrebbe far crescere i ricoveri per iponatriemia di quasi il 14%. I sintomi della carenza di sodio nel sangue sono sonnolenza, letargia, confusione mentale, nausea, vomito, convulsioni fino al coma.
Più rischi per il melanoma
Gli effetti del cambiamento climatico si potranno misurare anche in termini di maggiore rischio nello sviluppare tumori cutanei, in modo particolare il melanoma. I nuovi casi crescono a costantemente e colpiscono anche le persone giovani. Il caldo torrido, ormai anche nella zona del Mediterraneo, equivale a una maggiore insolazione. I raggi ultravioletti, il fattore di rischio numero uno per lo sviluppo del melanoma, colpiscono di più per via dell’assottigliamento dello strato di ozono. L’1% in meno di strato di ozono provoca un aumento dall’1 al 2% dell’incidenza di melanoma. A livello mondiale si stima che nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno: un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente. E con l’aumento delle giornate torride e soleggiate l’incidenza non potrà che crescere.
Quando le temperature non sono più tollerabili
Gli scienziati stanno studiando quali sono le temperature massime tollerabili dall’essere umano e lo stanno facendo lavorando su una misura chiamata «temperatura di bulbo umido» che di fatto simula il meccanismo umano di raffreddamento per sudorazione. Viene misurata l’acqua con un termometro, su cui si spruzza acqua fredda che viene fatta evaporare. Si sa che quando la temperatura del bulbo umido è superiore a 35° un essere umano non riesce più a gestire la sudorazione e la sua evaporazione e non ha così modo di raffreddarsi finendo per morire di ipertermia in poche ore. Situazioni del genere sono state riscontrate in maggioranza nel sud dell’Asia, lungo le coste del Medio Oriente, e il sud ovest del Nord America. Per arrivare a queste condizioni, secondo uno studio del 2020 pubblicato su Science Advances sono necessari 31° e oltre il 95% di umidità. Il corpo umano in questi casi è sostanzialmente incapace di sopportare la situazione e se la temperatura si alza fino ai 35° è possibile che anche gli individui sani finiscano per morire. Con un alto grado di umidità è molto difficile impedire a un corpo di andare in surriscaldamento
(Fonte: https://www.corriere.it/salute/cardiologia/cards/caldo-estremo-fa-male-anche-salute-malattie-che-aumenteranno-o-che-peggioreranno/ondate-calore-persistenti_principale_amp.html)