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di Filippo Cavallaro
Avrei voluto incontrarlo alla consegna del premio che Fondazione Horcynus Orca gli ha conferito quest’anno. Purtroppo, motivi di salute non hanno permesso al neurobiologo Stefano Mancuso di essere a Torre Faro. Avrei voluto confrontarmi con lui sulla Carta costituzionale della Nazione delle Piante.
È del 2019 il suo libro “La nazione delle piante” edito da Laterza. La carta costituzionale che lì viene presentata è di pochi articoli, ma chiari, precisi, netti. Tipici dell’esperienza di chi, come i vegetali, vive l’immobilità… essenziali!
Nel primo articolo “la molto saggia Nazione delle Piante” garantisce a tutti gli esseri viventi la sovranità sulla Terra.
Nel secondo si afferma che è grazie all’attività di relazione tra gli esseri viventi, la capacità di fare comunità, che si acquisisce la forza in grado di influire sull’ambiente.
Nel terzo le piante non riconoscono le gerarchie animali, avendo scelto già più di 350 milioni di anni fa la dimensione democratica con funzioni modulari, diffuse e decentralizzate. La scelta animale delle gerarchie obbliga gli stessi al movimento, obbliga a spostarsi ed usare strategie predatorie per sopravvivere.
Nel quarto si sancisce il rispetto per i viventi attuali, tutti, e per le prossime generazioni. Si investe nel diritto al futuro.
Nel quinto la nazione delle piante garantisce il diritto all’acqua, al suolo ed all’aria puliti. Tutto questo perchè nelle piante il fabbisogno energetico è garantito grazie alla fotosintesi, per cui grazie ai calcoli di Nealson e Conrad sappiamo che mediamente le piante producono circa 130 terawatt di energia, più di quanto è loro necessario. L’uomo, invece, è l’unico essere vivente che consuma tanta energia non già per la sopravvivenza ma per uno “sviluppo” che provoca inevitabilmente rifiuti, alterando ed inquinando l’ambiente.
Nel sesto si fa divieto di consumare le risorse non ricostituibili, anche questo è un investimento sulle future generazioni, affinché non abbiano a soffrire per la cupidigia delle precedenti. La Global Footprint Network ci informa annualmente di quale è il momento in cui gli umani abbiamo consumato tutte le risorse prodotte dalla Terra per quell’anno. Fino al 1970 coincideva con il 31 dicembre, quest’anno è stato calcolato che dal 28 luglio abbiamo cominciato a consumare risorse che non saranno più disponibili già dal prossimo anno, ed ormai anno dopo anno anticipiamo di circa 10 giorni la giornata indicata come Earth Overshoot Day, questo è frutto di un calcolo: capacità biologica del pianeta fratto consumo umano di risorse naturali moltiplicato i 365 giorni dell’anno.
Nel settimo viene affermata la libertà di trasferimento visto che per le piante non esistono confini. Esse, pur immobili come individui, migrano per cercare condizioni adeguate alla propria sopravvivenza e si spostano lasciando che i loro semi vengano trasportati dal vento, dall’acqua, da altri esseri viventi.
Nell’ottavo infine si riconosce il mutuo appoggio come strumento di convivenza e progresso, un concetto espresso, un secolo fa, da Pëtr Alekseevič Kropotkin, scienziato russo che da principe alla corte dello zar sposò, coerentemente allo svolgimento dei suoi studi, gli ideali anarchici (P. Kropotkin, Il mutuo appoggio, Roma, Ennesse Editrice, 1970).
L’idea di una grande intelligenza, di una continua attività, di una pressoché totale immobilità è la stessa che si ha di Federica, una ragazza Smard.
Grazie alle cure che la famiglia riesce a garantire, al climax che da sempre ha abitato Federica, oggi lei è fiduciosa e certa che si trovino sempre soluzioni ai tanti problemi che da sempre segnano le sue giornate.
la Dolce Federica (così è conosciuta sui social) a causa della malattia genetica neurodegenerativa non si muove più. La sua vita è legata ad apparecchiature che l’aiutano a respirare, a mangiare, a bere, a tossire. Ha bisogno di assistenza tutto il giorno per essere pulita, vestita, spostata. Un impegno eccezionale per la famiglia.
Lei è sospettosa, presta attenzione a coloro che le si avvicinano, riconosce, valuta, giudica, monitorizza ed è un premio essere promosso a zia o zio, … diventare un componente la famiglia.
Sono tanti gli zii acquisiti, non sono riusciti ad entrare in questo circuito la ASP e le istituzioni assistenziali.
Tra i tanti zii ognuno per il proprio mestiere cerca di dare un contributo e la rete di contatti del mondo dello spettacolo ha organizzato tante iniziative solidali, e recentemente si è prodotto un film biografico che dà merito al grande impegno dei genitori ed alla grande fiducia nella vita. Nel docufilm raccontando i momenti più importanti della vita di Federica, chi guarda con occhio professionale coglie lo sviluppo tecnologico che hanno avuto gli ausili di cui bisogna e le competenze acquisite dai familiari e dai professionisti sanitari che l’assistono.
La malattia mette a dura prova, soprattutto una che ti rende immobile, essenziale, come le piante.