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Leggere della bancarotta della clinica santa Rita, mi evoca una serie notevole di ricordi che fanno riferimento ad un periodo grigio delle nostre esistenze, mia e di tutti i lavoratori coinvolti. Come ogni momento avverso, ha rappresentato per me una grande opportunità di crescita, durante la quale sono venuto a contatto con moltissime persone ed ho fatto molteplici esperienze, le più variegate ed alcune particolarmente formative. Alcuni incontri sono stati sfortunati, altri invece particolarmente fausti (mi riferisco per esempio all’intervento decisivo dell’ing. Sciacca presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Messina), ad oggi non mi pento assolutamente del cammino percorso, tutt’altro…
Dispiace leggere negli articoli comparsi sulla stampa che la revoca dell’accreditamento non risolse la vertenza lavorativa, forse perché siamo purtroppo abituati a questo genere di finali. L’esito tuttavia è stato differente.
Grazie all’interessamento di COT S.p.a., parte dei posti letto e del relativo accreditamento della santa Rita, sono rimasti nella nostra città (ancora oggi mi domando dove sia finito il resto del budget) e ciò ha comportato un relativo indebolimento dell’offerta sanitaria. Gli ex lavoratori della santa Rita, assunti dalla struttura subentrante, non sono andati ad incrementare le già stracolme liste di inattivi. La vertenza si è conclusa positivamente, di quante altre si può dire la stessa cosa?
Detto così parrebbe che tutto sia trascorso in modo scorrevole ma non è andata esattamente in questo modo!
Come lavoratori abbiamo scoperto cosa volesse dire doverci affrontare su posizioni contrapposte, talvolta vittime inconsapevoli di strumentalizzazioni esterne. Siamo stati trattati come carne da macello, abbiamo ricevuto proposte di rinuncia alle nostre spettanze supportate da chi avrebbe dovuto tutelarci.
L’iniziativa di COT S.p.a. è stata notevolmente osteggiata dalle aziende concorrenti operanti sul territorio. Sono stati consumati tomi di carta bollata: Tribunale fallimentare, TAR e C.G.A., per buona sorte alla fine questo folle percorso, è stato vanificato.
Le condanne recenti, riguardano la fase precedente la nostra vertenza. Ci domanderemo sempre cosa sarebbe accaduto se come ex dipendenti della santa Rita, non avessimo deciso di seguire un percorso diverso da quello impostoci. E se COT S.p.a. non si fosse decisa ad intervenire, avremmo oggi un posto di lavoro? E la nostra città avrebbe mantenuto i posti letto?
Per fortuna gli innumerevoli sacrifici sono stati premiati, grazie ad un gruppo di lavoratori che ha deciso di affidarsi ad un singolo imprenditore, esempio virtuoso in un territorio in cui le istituzioni spesso latitano, riuscendo in questo modo a tracciare un percorso differente e positivo: per i lavoratori e le loro famiglie, per l’azienda che assumendoci ha ottenuto il corretto corrispettivo del budget e per il territorio intero della nostra città che non ha subito un ulteriore impoverimento dell’offerta sanitaria.
Francesco Meo (ex lavoratore Santa Rita da 7 anni dipendente COT Spa)