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Carlino Mezzolitro, il cenone di Natale e il senzatetto morente

Carlino Mezzolitro, il cenone di Natale e il senzatetto morente

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Disegno di Giovanna Certo

Il nostro eroe lo aspetta tutto l’anno. Che bello, liberi da quel lavoro, senza
stipendio, che ti obbliga a sistemare guai degli altri, che spesso neanche ti
ringraziano…Mangiare a sazietà, bere molto, chiaccherare dicendo un mare
di stupidaggini, giocare a carte, magari cantare, ballare. Essere felici, insomma,
senza rotture, sì questo è il cenone di Natale, questo è il Natale per Carlino
Mezzolitro!
I regali, si quelli sono una scocciatura! Per la Fata turchina? Facile! Una lacca
per la folta chioma! Per Leonard Albert Della Mirandolis? Facile! Un pettine
stretto per avere un aspetto decente. Per Il Vecchio detto il Saggio? Difficile!
Prima opzione: corda a forma di cappio. Seconda opzione: il famoso best seller
“La forza del suicidio, sottotitolo <>”. Terza opzione:
scatola di cioccolatini scaduti il 20 12 98.
Approvò l’ultima perché meno costosa e il vecchiaccio era notoriamente goloso:
nella speranza che…
Camminando e meditando sulla possibile sorte dell’anziano, si trovò in Via dei Sogni
al numero che ne so, suonò il campanello, lo aspettavano tutti!
Il Saggio gli mostrò il presepe automatico con tanto di fontana, l’albero carico di
luci…
Infine si sedette con gli altri commensali.
E quanto cibo e tutto di qualità, salmone scandinavo, prosciutto di parma, parmigiana
di melenzane, bistecche argentine, tartufo dell’Umbria e poi cannoli siciliani, torroncini
calabresi, l’immancabile panettone lombardo, e torte mille foglie e mille voglie, sette veli, senza veli…
Insomma un cenone pantagruelico: la pancia di Carlino si preparò a diventare capanna.
Si avventarono sul cibo come se fossero appena usciti da un campo di concentramento
e iniziarono le discussioni amene su: il chirurgo plastico che faceva le tette alle dive, l’ultima amante
dell’ex calciatore stramilionario affetto da demenza congenita, l’attività erotica della
della cantante ottantenne, etc…
Insomma, la felicità!
Ma proprio quando tutto procedeva per il meglio, ecco, una cosa strana, strana assai.
Stazione Centrale di Messina. Un uomo, un senzatetto, su una panchina di fronte la
fontana si stava lasciando morire. Non mangiava da tre giorni, aveva anche rinunziato al
vino, suo unico fedele compagno, da più di una settimana e ora aspettava la morte,
guardando le stelle, con i crampi allo stomaco, sempre più violenti, e le forze che
si stavano esaurendo. La voce rauca e fioca, quasi un rantolo: Tra poco finisce, tra poco
finisce. Come dare l’ultima spinta.
Ma la voce di Cristopher, questo è il suo nome, arrivò a ciascuno dei nostri commensali,
continua, bassa, ma insistente, come un monito, come un avviso, senza tregua.
Nessuno di loro riusciva a confessare quello che sentiva internamente.
Carlino Mezzolitro, più degli altri, fremeva, ma resistette, continuò a mangiare.
Poi cedette. Prese il fiaschetto, bevve un po’ e andò allo specchio: si guardò.
-Ma sentite quello che sento io? Un uomo sta morendo e noi stiamo qui…
Fu un attimo, tutti carichi di vergogna, salirono su un tappeto magico prestato dal Genio
della Lampada alla Fata Turchina e furono da Cristopher.
L’uomo all’iniziò protestò. Poi li lasciò fare. Lo presero in braccio ,lo portarono
a casa, chiamarono un medico, lo fecero mangiare.
Nel frattempo era arrivata la mezzanotte e il Vecchio detto il Saggio mise Gesù
Bambino nel presepe.
Cristopher si crogiolava tra il fuoco del camino, le carezze della fata e le mille attenzioni
dell’inventore pazzo.
Il nostro eroe pianse sulla spalla dell’anziano.
-Carlino, non fare così. E’ Natale! Il Natale è salvezza, salvezza…
Salvezza per tutti noi!

Francesco Certo