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di Giovanni Pulitanò
Montorsoli fiorentino di nascita, religioso, scultore ed architetto fu chiamato dal Senato messinese nella nostra città per usufruire della sua attività artistica professionale. Soggiornò
a Messina per circa dieci anni contribuendo al Rinascimento artistico e monumentale della Città.
Fu ingaggiato per costruire una fontana a Piazza Duomo, detta di Orione, mitico fondatore di Messina, che fosse non solo di pubblica utilità ma che desse prestigio al potere locale. Questa opera ebbe notevoli funzioni di scenografia urbana, dando un assetto definitivo alla piazza che per l’occasione venne ristrutturata in maniera accogliente e di richiamo. L’opera rappresenta Orione, posto in alto, con ai piedi il cane Sirio.
Sotto ancora sono rappresentati quattro puttini che cavalcano delfini dalle cui bocche esce l’acqua. Seguono nella struttura altre vasche, nella più grande di queste, figurano quattro statue che rappresentano i fiumi Nilo, Tevere, Ebro e Camaro dalle acque di quest’ultimo viene alimentata la fontana.
Altra opera importante è la fontana di Nettuno, allora situata nella marina davanti alla palizzata, andata distrutta dal sisma del 1908, collocata nel Museo di Messina, mentre una copia dell’opera situata a tutt’oggi, nella Piazza Unità d’Italia (Prefettura). Rappresenta il buon governo ed è la più bella opera dedicata a Nettuno tra quelle progettate da altri architetti.
Lavorò nella Chiesa di San Lorenzo andata distrutta nel 1783 venendo così a mancare una grande testimonianza del suo genio e nel Duomo di Messina attuando l’Apostolato distrutto e ricostruito. Lavorò nella Chiesa di San Lorenzo andata
distrutta nel 1783 venendo così a mancare una grande testimonianza del suo genio e nel Duomo di Messina attuando l’Apostolato distrutto e ricostruito.
Altra opera importante la torre della lanterna (Torre del Garofalo) che ospita l’attuale lanterna del faro si colloca nella zona falcata del porto detta di San Raineri prendendo il nome dell’eremita che di notte segnalava ai naviganti la presenza della terra. Costruito su di una vecchia fortificazione si pone tra una struttura militare ed un simbolismo architettonico storico. Il riconoscimento del valore artistico del Montorsoli è stato esaltato dagli scritti del Vasari. Ancora la fontana del
Castello di Bauso (detto Castelnuovo), nel territorio di Villafranca Tirrena, commissionata alla scuola del Montorsolidai proprietari di allora. Il castello è stato riaperto al pubblico nel 2003. Spiccano in essa quattro grandi leoni e la bella realizzazione. Precedentemente il Montorsoli aveva collaborato con Michelangelo alla chiesa di San Lorenzo
a Firenze. Dopo Messina realizzò molte opere a Genova chiamato da Andrea Doria, a Bologna, a San Remo.