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L’esposizione acuta all’inquinamento atmosferico è risultata associata a un aumento del rischio di aritmia in uno studio condotto su 322 città cinesi pubblicato su CMAJ ( Canadian Medical Association Journal ) https://www.cmaj.ca/lookup/doi /10.1503/cmaj.220929 .
La fibrillazione atriale ed il flutter atriale interessano circa 59,7 milioni di persone in tutto il mondo.
Per cercare di correlare l’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio modificabile per le malattie cardiache, ma le prove che lo collegano all’aritmia sono state incoerenti.
Per determinare se esiste un collegamento tra inquinamento e aritmie cardiache è stata valutata l’esposizione oraria all’inquinamento atmosferico e l’insorgenza improvvisa dei sintomi dell’aritmia utilizzando i dati di 2025 ospedali in 322 città cinesi. L’inquinamento atmosferico in Cina è ben al di sopra delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità per la qualità dell’aria e i ricercatori hanno condotto le loro analisi utilizzando le concentrazioni di inquinanti atmosferici dalle stazioni di monitoraggio più vicine agli ospedali segnalanti.
Dai dati emersi dallo studio sembra infatti che l’esposizione acuta all’inquinamento dell’aria ambiente sia associata a un aumento del rischio di aritmia sintomatica, è emerso infatti che i rischi di insorgenza si sono verificati durante le prime ore dopo l’esposizione persistendo per 24 ore circa. Le relazioni esposizione-risposta tra 6 inquinanti e 4 sottotipi di aritmie studiati erano approssimativamente lineari senza soglie di concentrazione riconoscibili.
Sono stati inclusi 190.115 pazienti con insorgenza acuta di aritmia sintomatica, tra cui fibrillazione atriale, flutter atriale, battiti prematuri (originari degli atri o dei ventricoli del cuore) e tachicardia sopraventricolare.
L’esposizione all’inquinamento dell’aria ambiente sembra essere maggiormente associata a flutter atriale e tachicardia sopraventricolare, seguiti da fibrillazione atriale e battiti prematuri. Inoltre, tra i 6 inquinanti studiati, il biossido di azoto (NO 2 ) presentava l’associazione più forte con tutti e 4 i tipi di aritmie, e maggiore è l’esposizione, più forte è l’associazione.
I meccanismi della correlazione non sono ancora del tutto chiari
Sembra però che l’inquinamento atmosferico alteri le attività elettrofisiologiche cardiache inducendo stress ossidativo e infiammazione sistemica, interessando più canali di membrana, oltre a compromettere la funzione nervosa autonomica.
Questo studio quindi aggiunge un ulteriore tassello all’importanza di ridurre ulteriormente l’esposizione all’inquinamento atmosferico e di proteggere tempestivamente le popolazioni mondiali sensibili.