La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Messina Medica 2.0 citata su British Journal of Healthcare and Medical Research grazie al prof. Giulio Tarro

Messina Medica 2.0 citata su British Journal of Healthcare and Medical Research grazie al prof. Giulio Tarro

Views: 237

di Giuseppe Ruggeri

Con due studi pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “British Journal of Healthcare and Medical Research” (vol. 10 n° 2) il 25 aprile u.s., il messinese prof. Giulio Tarro, primario emerito virologo dell’Ospedale “Cotugno” di Napoli, affronta la complessa problematica dei ceppi virali influenzali stagionali e dei motivi della loro rapida diffusione nella popolazione e inoltre il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. “Western Season with Epidemic Flu, SARS-Cov2 Omicron Strains” e “Priorities adn Threats of Antibiotic Resistance” i titoli degli studi, nella cui bibliografia figura anche la nostra Messina Medica 2.0. Un sicuro punto di orgoglio per il magazine digitale che ospita contributi della classe medica anche ai più elevati livelli e uno sprone per fare sempre di più e meglio. Si riporta, in estrema sintesi, il contenuto delle singole pubblicazioni rimandando ai sottoriportati link la consultazione dei testi per intero.
Nel primo studio sono trattate le infezioni respiratorie causate da virus di tipo influenzale, fenomeni stagionali che si ripresentano ogni anno nei nostri climi all’inizio dell’inverno: Sono principalmente infezioni benigne che possono colpire fino al 50% dei bambini e che nella maggior parte dei casi è limitata a un’infiammazione delle prime vie respiratorie che dura 5-7 giorni; in una percentuale minima di casi, l’infezione può estendersi ai bronchi e ai polmoni e la malattia che ne segue è grave e, soprattutto per i bambini nei primi sei mesi di vita, può essere pericolosa, tanto che in quasi tutti i paesi occidentali dall’1 al 5% dei neonati che sono affetti da bronchiolite muoiono o vanno in coma a causa della mancanza di ossigeno che raggiunge il cervello a seguito di un malfunzionamento dell’apparato respiratorio. A provocarla è l’HRSV (Human respiratory syncytial virus) un virus con un ciclo biologico di 4 – 5 anni che si diffuse a Napoli nel 1975 causando un elevato numero di decessi nei bambini e ripresentandosi poi nel 1978, quando si parlò, a riguardo, di “male oscuro”. (link: http://www.lavocedellevoci.it/wp-content/uploads/2023/04/BJHMR-14548-Camera-Ready.pdf).
Nel secondo studio è trattato il complesso ed emergente problema dell’antibiotico-resistenza. La resistenza antimicrobica è diventata una delle minacce più gravi alla salute globale, tant’è che nel 2016 se n’è discusso a New York all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In tutto il mondo, molte infezioni comuni stanno sviluppando resistenza ai più comuni farmaci antimicrobici sicché l’ASM (American Society of Microbiology) ha definito l’antibiotico-resistenza una “priorità assoluta” e invocato un approccio multisettoriale per affrontarla. Tra i metodi da porre in essere, nuovi test diagnostici per evitare la somministrazione non necessaria di antibiotici, l’identificazione degli antibiotici più adatti per contrastare un’infezione batterica e l’uso di vaccini. Una vaccinazione anti-pneumococcica coniugata, per esempio, potrebbe prevenire in gran parte i circa 800.000 decessi annuali di bambini sotto i 5 anni di età causati da Streptococcus Pneumoniae. Bisogna inoltre arginare l’uso sconsiderato degli antibiotici (negli USA oltre il 70 per cento del totale) negli animali domestici da produzione alimentare (polli, maiali, bovini). Tale uso è stato associata alla comparsa di ceppi resistenti (E. coli, Salmonella, Campylobacter, Enterococcus). L’Unione Europea ha vietato l’uso di antibiotici come agenti promotori della crescita dal 2003.
(link: https://www.researchgate.net/publication/369542620_Priorities_and_Threats_of_Antibiotic_Resistance)