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Carlino Mezzolitro e gli schiavi di ogni tempo

Carlino Mezzolitro e gli schiavi di ogni tempo

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Disegno di Giovanna Certo

Sabato pomeriggio,Carlino Mezzolitro aveva voglia di amici. E così
chiamò la Fata Turchina, Cappuccetto Rosso, Biancaneve senza i sette
nani (gli sarebbe costato troppo) per una pizza nel suo saloncino.
Tutti acconsentirono di buon grado e quindi chiamò per farsi
portare il cibo. All’ora convenuta arrivarono gli invitati.
Carlino era felice. Ma le pizze tardavano ad arrivare, richiamò.
Qualche minuto dopo un rider bussò al campanello. Sudato, affannato, ansioso, spaventato, bagnato.
Vent’anni o poco più in tono umiliato, balbettante.
-Mi scusi, mi scusi ancora, la pioggia, l’indirizzo poco chiaro,
il monopattino con una ruota sgonfia…mi scusi ancora…
non chiami, la prego, per lamentarsi ancora, mi butteranno fuori,
non ho altro modo per campare!-
-Quanto le danno?
-Trenta euro per sera: dalle sei di sera alle quattro del mattino, ma
ci sono le multe…
Carlino Mezzolitro lo guardò sereno, per tranquillizzarlo, gli diede
una buona mancia (vincendo la naturale tirchiera) e lo salutò dandogli
una pacca sulla spalla.
La serenità delle discussioni amene, le sincere pacche sulle spalle, le canzoni
al karaoke stonando un po’ apposta…tutto procedeva per il meglio, quando, quando, quando…
-Carlino, Carlino!!! Emergenza! Urgente!. La voce stridula del Vecchio detto il Saggio sembrava perforare anche la cornetta del telefono!
-Ma ho gente! Amici a cena!
-Mio prode, è ora di agire! Ti do un’oretta, un oretta e mezza, poi ti voglio qui! Ubbidì a malincuore e, nei tempi previsti, si trovò in Via dei Sogni al Numero che ne so.
-Caro, caro, caro non dici mai di no a questo povero anziano!
Vedi, caro, ho saputo che i faraoni…
-I faraoni? Quelli dell’antico Egitto?
-Si quelli!
-E io faccio finire in anticipo la festa del mondo per i faraoni: sono morti
migliaia di anni fa!
Carlino Mezzolitro fece pensieri molto brutti sul vecchio e sulle possibili cause,
sicuramente prossime, di morte: penso e spero che mi esentiate dall’esporle…
Spazientito: Quindi io dovrei salvare dalla morte per stenti gli schiavi che con
la loro fatica costruiscono le piramidi. Giusto? E il tempo? Come farò a andare
indietro…e poi a me le piramidi…piacciono!
Si sentì guardato torvo: Questa mania del bene sempre! Ma ve l’immaginate
l’antico Egitto senza i tuoi monumenti? Le piramidi, la sfinge e…
Non poté continuare. Il Vecchio detto il Saggio in tono perentorio e gracchiante:
-Meglio salvare vite che enormi cumuli di pietre: ho già parlato con Leonard
Albert Della Mirandolis. Ti spieghierà tutto. Troverai lì anche la Fata Turchina e
non ti dimenticare il vino! Vai mio prode!
Non gli fu dato diritto di replica, senza speranze si trovò in Via dell’Inventore
Pazzo al Numero che m’importa.
Lo aspettavano impazienti la maga e lo scienziato più spettinato che mai
-Caro Carlino, tutto pronto! Progettato apposta per l’occasione: Il tornainidietroneltempo!
Scegli la data, il luogo e là sarai, vedi ho già impostato: Egitto 2600 a.C.
Siete pronti?-
Fu un lampo e si trovarono a Saqqara nel 2600 a.C.!
Un caldo intenso e asciutto, un sole senza pietà, migliaia di schiavi che portavano pietre
senza cibo e senz’acqua, Tutto senza pausa, il faraone non stava bene e pretendeva una piramide altissima con una grande cappella funeraria…e nel più breve tempo possibile!
Coloro che non mantenevano il ritmo, che cadevano esausti per terra venivano frustati dalle
guardie e, se inutilizzabili, eliminati.
Un orrore che non poteva lasciare indifferenti!
Il nostro eroe prese il vino, lo bevve d’un fiato per guardare in faccia i gendarmi.
Ma tutti rifiutarono il suo sguardo, timorosi…tranne uno, tra i più giovani.
Non si sottrasse e…fece cadere la frusta. I colleghi vedendolo lo rimproverarono, quel gesto era un vero e proprio suicidio…
Ma, cosa bella, un’altro di loro fece cadere la frusta, lo seguì un terzo e un quarto e via via tutti gli altri: si guardarono, si consultarono e via tutti armati nella residenza del faraone…
Un vero e proprio colpo di stato, i popolani anche loro tiranneggiati, si unirono…
La rivolta ebbe successo, il sire fu costretto a fuggire…
Gli schiavi tornarono liberi, le piramidi non furono più costruite, Carlino e la Fata fecero ritorno dal Vecchio detto il Saggio!
-Cari, cari avete liberato l’Egitto! Dalla tirannia, dalla superbia del faraone! Mezzolitro-E le piramidi e la sfinge? Che ne sarà?
-Non sarà: la dignità dell’uomo vale più di un cumulo di pietre!
Vai, torna a casa contento!
Obbedì, ancora incerto: si trovò nel salotto e gli venne voglia di una pizza,
stava per alzare la cornetta, poi pensò a quel rider…e capì che telefonando
avrebbe suffragato una tirannia, una schiavitù…
E lui, campione del bene, non poteva permetterlo…
E così si accontentò di una scatoletta di tonno, quasi scaduta, trovata in dispensa.
Si ripeteva la dignità dell’uomo, la dignità dell’uomo, la dignità dell’uomo.

Francesco Certo