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GIS FAIA DI AIFI: FISIOTERAPIA PUÒ PORTARE CONTRIBUTO INEGUAGLIABILE PER SOSTENIBILITÀ SSN
Il ruolo chiave delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale per la fisioterapia nella persona anziana, per ottenere risultati sempre più rapidi ed evitare che alla patologia principale si sovrappongano danni secondari, grazie a interventi tempestivi di prevenzione per un invecchiamento sano e attivo. Ma anche l’esigenza di ricollocare la fisioterapia nei nuovi modelli di assistenza territoriale, per avvicinarsi ai bisogni di salute primaria delle persone che miri al superamento delle diseguaglianze e ad una migliore sostenibilità dei servizi sanitari.
Sono stati i temi al centro del convegno dal titolo ‘Nuove prospettive in Fisioterapia per le persone anziane’, organizzato da GIS (Gruppo di Interesse Specialistico) in Fisioterapia nell’Anziano e nell’Invecchiamento Attivo (FAIA) di AIFI (Associazione Italiana di Fisioterapia), in collaborazione con la Sezione Territoriale Emilia Romagna di AIFI. L’evento si è svolto sabato scorso, 17 giugno, presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
- LA SFIDA DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO: a moderare il convegno, che ha visto momenti di confronto e discussione anche tra professionisti sanitari e cittadini, con l’obiettivo di allineare i nuovi bisogni di cura della persona anziana ad ambiti di competenze, attuali e futuri, della fisioterapia’, il dottor Antonio Culcasi, presidente del Comitato Esecutivo Nazionale (CEN) del GIS, e il dottor Andrea Turolla, vicepresidente nazionale di AIFI. ‘La nostra società sta andando incontro ad un progressivo aumento dell’età media della popolazione- ha detto il dottor Culcasi- entro il 2050, infatti, si presuppone che le persone over 65 potrebbero rappresentare addirittura il 34,2%. In questo contesto è necessario che anche per la Fisioterapia si aprano nuovi scenari, sia rispetto a nuove competenze da acquisire sia rispetto a nuovi modelli organizzativi da proporre’.
Nuovi scenari che dovranno passare anche attraverso l’adesione e l’implementazione delle raccomandazioni presenti nelle Linee guida- ha sottolineato quindi Culcasi- per sviluppare modelli organizzativi che vedano sempre più coinvolto il paziente in prima persona e che, di conseguenza, impattino significativamente sul nostro sistema sanitario nazionale a più livelli, sia clinici, che di sostenibilità economica’.
Ma quali sono le ‘strategie’ per rendere sostenibile il SSN? ‘È fortemente presumibile che si possa impattare grazie ad una presenza sempre più capillare di fisioterapisti sul territorio, quindi attraverso una maggiore presa in carico delle persone anziane anche in un’ottica di prevenzione e non solo di riabilitazione- ha spiegato ancora il presidente del Comitato Esecutivo Nazionale (CEN) del GIS- con un focus in particolare sulla promozione dell’attività fisica, con programmi di fisioterapia personalizzati secondo le logiche del Chronic Care model, superando l’attuale ottica prestazionale, con la valutazione e proposta di tecnologie assistive e molto altro. Su questi aspetti sono al lavoro anche molti dei nuovi Ordini dei Fisioterapisti’.
Tra le Regioni che si sono mosse in modo ‘esemplare’ in questa direzione, intanto, c’è la Toscana con esperienze avanzate di Fisioterapia di Comunità.
Da qui anche il messaggio alle istituzioni: ‘Per costruire dei nuovi modelli che abbiano al centro l’anziano ed un suo invecchiamento sano ed attivo- ha detto il dottor Culcasi- è necessario che ricerca, scienza e politica vadano di pari passo, in un connubio forte. È inoltre molto importante il dialogo con i cittadini, con cui costruire questo percorso, per questo abbiamo fortemente voluto la presenza della rete di Cittadinanzattiva Emilia Romagna all’interno del nostro evento. Il nostro obiettivo è quello di costruire una solida rete per far sì che le persone anziane abbiano le migliori cure e i migliori percorsi possibili. E crediamo che tra gli elementi essenziali dei nuovi modelli organizzativi vi sia un vero lavoro di equipe multidisciplinare, dove ciascuna figura sia realmente libera di esprimere al massimo le sue potenzialità in una integrazione positiva, efficace ed efficiente’. - NUOVE TECNOLOGIE PER LA SALUTE DEI CITTADINI: nel frattempo, grazie alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale, è fortemente cambiato negli ultimi tempi l’approccio della fisioterapia nei confronti degli assistiti. A parlare di questo è stato il dottor Turolla: ‘Le nuove tecnologie permettono di agire principalmente due fronti – ha fatto sapere – il primo è la mitigazione dei rischi di eventi ad alto impatto, come la frattura del femore, con tecnologie che consentono di migliorare l’equilibrio attraverso la stimolazione sensoriale, mantenendo attiva la persona ed evitando che tali rischi possano portare a grave disabilità o alla morte; la seconda grande direttrice è la teleriabilitazione, quindi la possibilità di aumentare il contatto e la continuità assistenziale al domicilio del paziente, di mantenere i monitoraggi e di stimolare e promuovere l’autotrattamento a domicilio, che è più favorevole sia in termini di logistica, sia di motivazione’.
Sono questi, dunque, i due principali contributi che le tecnologie hanno offerto alla fisioterapia, che però ‘richiedono di maturare delle competenze specialistiche- ha sottolineato il vicepresidente di AIFI- per mettere in atto interventi sempre più personalizzati’.
Ma a che punto è l’Italia sul versante della telemedicina e della teleassistenza nella fisioterapia? ‘Il nostro è uno dei Paesi più avanzati, in particolare nella teleriabilitazione, che è uno degli ambiti applicativi della telemedicina- ha fatto sapere il dottor Turolla- dal Covid in poi c’è stato un importante step e l’Italia è diventato uno dei paesi leader a livello mondiale nello sviluppo dell’approccio, delle modalità e delle ricerche tecnologiche. Attualmente, ci sono vari progetti che stanno testando queste tecnologie, con l’obiettivo di valutarne l’implementazione anche tra i servizi del sistema sanitario nazionale. Ormai è un tema nell’agenda nazionale’.
Ma non solo: i fisioterapisti sono attivi con progetti anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale, ‘fondamentale’ per sviluppare soprattutto modelli assistenziali di cura.
In particolare si parla di ‘smart hospital’ e di ‘smart cities’: in questo senso l’intelligenza artificiale è intesa come la capacità di acquisire informazioni dal cittadino per portare servizi il più personalizzati possibile all’interno della sede in cui vengono erogati. ‘Nel caso dello ‘smart hospital’- ha spiegato il dottor Turolla- si tratta di avere ambienti domotizzati all’interno dell’ospedale che permettono di registrare molte delle attività del paziente, quindi di associare l’outcome terapeutico al tipo di assistenza che viene erogata, per capire quali tra le attività svolte dal paziente hanno effettivamente dato effetti riabilitativi e quali no. Le ‘smart cities’, invece, sono le città intelligenti, in cui sono gli stessi utenti ad informare le reti ed i servizi su quelle che sono le necessità’.
Dunque ‘ospedali e città intelligenti’ ma anche servizi che si adeguano ad hub per raccogliere informazioni direttamente dai cittadini. ‘Un altro elemento ancora, più ‘futuristico’, riguarda invece il ‘digital twin’- ha fatto sapere ancora il vicepresidente di AIFI- che da un lato suona fantascientifico ma che in parte è già realtà. In pratica il ‘gemello digitale’ permette di creare, con una serie di informazioni, un modello individuale della persona che consente di simulare digitalmente gli interventi e di ottenere delle previsioni di cosa possa funzionare o meno sul singolo soggetto’.
L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sul primo anno di vita del nuovo GIS FAIA di AIFI. ‘Grazie alla nuova denominazione e missione del GIS- ha concluso il dottor Culcasi- stiamo scoprendo nuovi orizzonti scientifici e culturali di sviluppo che ci auguriamo possano entusiasmare tanti fisioterapisti. Nel mondo dell’anziano la Fisioterapia può dare un contributo enorme, ineguagliabile, e ci auguriamo con le iniziative che abbiamo realizzato e che abbiamo in cantiere di poterlo far comprendere a quante più persone possibile’.