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di Francesco Demofonti
“È una variante leggermente diversa rispetto alle ultime che stavano circolando recentemente, ovvero la XBB. 1.16 e altre. Presenta mutazioni che la rendono abbastanza diversa antigenicamente rispetto alle precedenti varianti“. A tracciare i contorni della nuova variante del Covid, la EG.5.1, chiamata ‘Eris’, è il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie Infettive Università ‘Tor Vergata’ di Roma, Massimo Andreoni.
“Comprendere adesso quale possa essere l’impatto di questa variante- precisa- è però difficile. Stiamo assistendo a quello che accade quando si sviluppa una nuova variante, che progressivamente prende il sopravvento sulle altre”.
“In realtà- ricorda l’infettivologo- le ultimissime varianti della XBB hanno avuto una capacità di diventare dominanti solo parzialmente. Per quanto riguarda la variante EG.5.1 dobbiamo aspettare ancora i dati per vedere quale sarà il suo grado di penetrazione sulla popolazione e, soprattutto, le sue caratteristiche di ‘Immune escape’, ovvero la capacità di sfuggire all’immunità, e soprattutto di patogenicità. Mi sembra che i dati siano ancora troppo iniziali per potersi esprimere su tutto questo”.
Massimo Andreoni afferma, però, che “la comparsa di questa variante ci ricorda un po’ quello che dobbiamo fare: tenere alto il monitoraggio della circolazione del Coronavirus ed essere in grado di determinare rapidamente la comparsa di nuove varianti. Possiamo dire che il controllo delle varianti si sta un po’ riducendo in tutto il mondo“.
“In parte- dichiara il direttore scientifico della Simit- questo avviene perché la numerosità dei casi si sta riducendo e in parte perché c’è meno attenzione su questo tema”.
La presenza di questa nuova variante “ci aiuta, invece, a ricordarci- continua Andreoni- che dobbiamo tenere alta la guardia, perché andiamo incontro all’autunno, stagione durante la quale probabilmente circolerà maggiormente il virus, probabilmente aumenterà il numero dei casi e, soprattutto, in autunno avremo una popolazione globale sempre meno protetta dalla vaccinazione e una nuova variante che potrebbe essere un po’ più ‘Immune escape’ rispetto all’immunità prodotta nella popolazione. Sono tutti motivi che destano un po’ di preoccupazione nella comunità scientifica“.
Il professor Andreoni ritiene sia troppo presto per stabilire se per la nuova variante ‘Eris’ servirà un vaccino aggiornato. “Possiamo però dire- informa- è che abbiamo a disposizione una tecnologia che ci consente di modificare il vaccino in tempi quasi reali. A oggi non abbiamo ancora dati definitivi che ci permettano di affermare quanto la EG.5.1 sia antigenicamente diversa dalla XBB e quanto questa variante richieda un vaccino specifico”.
Intanto in Italia non ci sono più i divieti Covid. “Per quanto riguarda l’isolamento domiciliare– commenta Andreoni- questo, nei fatti, era già venuto a cadere e adesso è stato semplicemente ribadito un qualcosa che ormai nella popolazione era divenuta una abitudine. In linea di massima, chiunque avesse il Covid seguiva poco la prescrizione dell’isolamento. Rimane però una forma socialmente valida, una buona norma di civiltà, quella di aspettare di guarire prima di entrare in contatto con altre persone. Ma questo è valido per qualunque malattia infettiva, sia che si tratti di influenza che di coronavirus“.
“Ho però molte remore- conclude il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali- per quanto riguarda l’isolamento all’interno dell’ospedale, che ritengo, invece, indispensabile: nei nosocomi, infatti, ci sono le persone molto fragili. Non isolare persone con malattie infettive, e quindi anche con coronavirus, nell’ambito ospedaliero sarebbe un gravissimo errore”.
Fonte: Agenzia DIRE