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In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, promossa dall’OMS, è stata pubblicata la nuova Linea Guida per il trattamento della dipendenza da tabacco e dalla nicotina, che aggiorna la precedente edizione del 2008, la prima che tiene conto, per la prima volta, degli scenari generati dai nuovi prodotti entrati in commercio negli ultimi anni. Attraverso le risposte a nove quesiti, il documento valuta l’efficacia di tutti i trattamenti disponibili, dal counselling alla farmacoterapia agli interventi digitali, ad esempio attraverso app, formulando le relative raccomandazioni per gli operatori. Per la prima volta, viene affrontato anche il tema di come trattare la dipendenza dai nuovi dispositivi sul mercato, dalle sigarette elettroniche ai dispositivi a tabacco riscaldato, con l’indicazione di alcune buone pratiche cliniche.
“Questa è la prima Linea Guida che include, oltre al trattamento della dipendenza da sigaretta di tabacco tradizionale, anche il trattamento della dipendenza da nicotina indotta dai nuovi prodotti comparsi sul mercato – sottolinea Simona Pichini, che dirige il centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss – È molto importante sottolineare che le evidenze scientifiche raccolte attualmente indicano come i nuovi prodotti non rappresentino uno strumento per la cessazione del consumo di sigaretta tradizionale”.
Le raccomandazioni riportate nella Linea Guida sono state sviluppate da un panel multidisciplinare e multiprofessionale, composto da esperti di riconosciuta autorevolezza e competenza professionale in ambito nazionale e da due membri laici, che hanno rappresentato i valori e le preferenze dei pazienti. Il gruppo di lavoro, coordinato dall’Iss, ha analizzato la letteratura scientifica disponibile sull’argomento oggetto della linea guida e ha utilizzato il metodo GRADE, sviluppato dal Grade Working Group della Mc Master University canadese, per procedere, in modo strutturato e trasparente, dalla valutazione delle evidenze scientifiche alle raccomandazioni di pratica clinica, in conformità agli standard metodologici di sviluppo delle Linee guida, definiti dal Centro Nazionale per l’Eccellenza Clinica, la Qualità e la sicurezza delle cure (CNEC) dell’Iss.
Il processo di sviluppo della Linea Guida ha previsto anche delle procedure di consultazione pubblica dei portatori di interesse, invitati a esprimere le loro osservazioni sulle raccomandazioni preliminari formulate da panel e la revisione esterna del documento da parte di esperti indipendenti, selezionati in virtù delle loro competenze professionali e metodologiche.
Da questo lavoro sono scaturite 29 raccomandazioni di pratica clinica, una raccomandazione per la ricerca e 8 indicazioni di buona pratica clinica, che gli operatori potranno utilizzare per indirizzare i trattamenti. “È importante – commenta il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – potersi avvalere delle ultime evidenze scientifiche disponibili per poter orientare le scelte dei cittadini”.
Le linee guida sono disponibili sul sito https://www.iss.it/it/snlg-copertina
FAQ Linee Guida Fumo
• Quali sono i vantaggi per chi smette di fumare o di utilizzare altri prodotti contenenti tabacco e nicotina?
La dipendenza dal consumo di tabacco e nicotina rappresenta un serio problema per la salute pubblica, essendo uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Interrompere l’assunzione di nicotina e il consumo di qualsiasi prodotto del tabacco porta significativi benefici sulla salute pubblica, a breve, medio e lungo termine.
• Smettere di fumare influisce positivamente sulla salute?
La dipendenza da fumo di tabacco è considerata un problema di salute pubblica. Attraverso la cessazione di questa abitudine, si riduce il rischio di patologie ad essa legate a breve e lungo termine di tipo neurologico, cardiovascolare, respiratorio nonché si riduce il rischio di formazioni neoplastiche. Il fumo di sigaretta aumenta transitoriamente la pressione sanguigna, la frequenza e la contrattilità cardiache e modifica la plasticità di alcune zone e strutture recettoriali del cervello.
• Perché anche i nuovi prodotti creano dipendenza?
In tutti questi prodotti, così come nelle sigarette tradizionali, la sostanza che crea dipendenza è la nicotina, sostanza neuro-psicotropa che crea una elevata dipendenza poiché incrementa la secrezione di neurotrasmettitori implicati nella regolazione dell’umore e del comportamento (non solo contenenti tabacco). Questa è presente trasversalmente in più tipi di prodotti disponibili sul mercato, dalle sigarette tradizionali a base di tabacco ai cosiddetti nuovi prodotti, come le e-cig e gli HTP (Heated Tobacco Products). È importante sottolineare che ognuna di queste modalità di assunzione della nicotina può generare dipendenza nell’utilizzatore e che, attualmente, non esistono studi che dimostrino che i nuovi prodotti siano meno dannosi delle sigarette tradizionali. Inoltre, per quanto riguarda i nuovi prodotti, non ci sono sufficienti studi per determinare se esista una dipendenza generata, oltre che dalla nicotina, anche dagli aromi che essi contengono.
• Che differenza c’è tra sigaretta elettronica e sigaretta tradizionale in termini di dipendenza?
La differenza non esiste in termini di assuefazione dalla nicotina in quanto sia la sigaretta tradizionale sia quella elettronica consentono l’inalazione della nicotina. Anche se è possibile azzerare il contenuto di nicotina nel liquido per e-cig, queste ultime contengono aromi e pertanto sono stati avviati alcuni studi per comprendere il loro effetto anche in termini di dipendenza. Quando si parla di dipendenza, inoltre, non è trascurabile nella sua determinazione, il valore della gestualità che si associa al fumo e che viene riproposta anche con l’uso dei nuovi dispositivi.
• Perché per smettere di fumare è raccomandato un percorso di counselling?
La componente psicologica rappresenta un fattore fondamentale sia nello sviluppo sia nel superamento della dipendenza. Non sempre, infatti, è possibile affidarsi alla sola terapia farmacologica o alle sole, se pur indispensabili, informazioni di tipo medico. Attraverso i servizi di counselling dei centri Antifumo, è possibile sviluppare strumenti di auto-aiuto e di tipo motivazionale, a volte cruciali per la buona riuscita del percorso seguito. I dati dimostrano che il successo nella cessazione dell’abitudine aumenta del 66% tra coloro i quali scelgono di smettere di fumare con l’aiuto di un percorso di terapia
• È preferibile una terapia unicamente farmacologica o una in cui viene associato un supporto psicologico al paziente?
La componente psicologica è fondamentale nel successo del percorso di cessazione dell’abitudine al fumo. La terapia farmacologica dovrebbe sempre essere associata a un percorso di tipo psicologico che fornisca al paziente strumenti di auto-aiuto e di mantenimento della motivazione che statisticamente aumentano le possibilità di successo del percorso.
• In cosa dovrebbe consistere una terapia di counselling per smettere di fumare?
Le evidenze mostrano che il semplice fornire informazioni attraverso materiali standard di autoaiuto (depliant o opuscoli informativi) non risulta efficace. Maggior successo, invece, si ottiene dalle terapie di counselling e dalla somministrazione individuale di materiali che consentono una personalizzazione del percorso in relazione alle caratteristiche del tipo di dipendenza (es. brochure che contengono diari terapeutici o test di autovalutazione). Oltre alle classiche modalità di counselling individuale vis à vis, sono in sperimentazione attualmente anche terapie in formato digitale, con l’ausilio di materiale multimediale che includono l’opzione di potersi avvalere di una videoconsulenza in tempo reale da parte del paziente.
• In che modo i farmaci aiutano a smettere di fumare?
La terapia farmacologica aumenta le possibilità di cessazione dell’abitudine al fumo. Tuttavia, le terapie farmacologiche, che devono sempre essere gestite da personale sanitario, sono strutturate in modo altamente personalizzato e rappresentano una strategia ulteriore all’intervento di counselling, che rimane, comunque, lo strumento fondamentale anche in caso di avviata terapia farmacologica.
• L’uso di dispositivi alternativi alla sigaretta tradizionale come sigarette elettroniche o le sigarette a tabacco riscaldato, possono rappresentare una strategia per smettere di fumare?
Le e-cig o sigarette elettroniche ed anche le sigarette a tabacco riscaldato non possono essere in alcun modo considerate uno strumento adatto a iniziare una terapia per la cessazione all’abitudine al fumo. Le E-cig, introdotte nel mercato come strumenti utili per smettere di fumare hanno invece generato nuove categorie di consumatori, i “consumatori duali” che al consumo di sigarette tradizionali hanno aggiunto l’uso di quelle elettroniche e di quelle a tabacco riscaldato.
• Le donne in gravidanza possono essere sostenute nel percorso di cessazione al fumo?
La gravidanza deve costituire un’ulteriore motivazione nella decisione della cessazione dell’abitudine al consumo di tabacco e nicotina poiché la nicotina attraversa la placenta e può creare dipendenza nel feto e conseguente crisi di astinenza anche nel feto. La donna in gravidanza, nei casi di grave dipendenza, deve essere seguita in ambito sanitario.
• I pazienti psichiatrici possono intraprendere un percorso di cessazione dall’abitudine al fumo?
È possibile avviare un percorso di cessazione dell’abitudine al fumo anche per i pazienti con patologie mentali. Il principio per cui il paziente che riceve una cura altamente personalizzata ha maggiori possibilità nella riuscita del suo percorso vale anche per i pazienti con questo tipo di patologie.