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In Italia, in termini generali, non tutti i cittadini hanno la stessa possibilità di accedere alle tecnologie digitali: vi sono ancora molte persone che vivono in zone remote o svantaggiate che avranno sempre meno la possibilità di accedere ai servizi sanitari sempre più digitalizzati. A questo conseguirà un impatto negativo sulla loro salute e sulle risposte alla richiesta di salute che potrà fornire il Sistema Sanitario.
L’impossibilità di utilizzo di dispositivi tecnologici digitali varia di paese in paese, ma anche all’interno dei vari paesi si rilevano variazioni in funzioni di aree geografiche isolate e di fasce d’età. Basti pensare che dopo i 65 anni oltre il 40% della popolazione non utilizza internet per mancanza di competenze tecnologiche, carenza di disponibilità tecnologica (copertura rete internet), costi gestionali, differenze culturali e livello di istruzione, problemi visivi e scarsa destrezza manuale.
Sarà quindi compito delle istituzioni in campo sanitario promuovere l’adozione di processi organizzativi che incentivino e regolamentino l’uso delle tecnologie di telemedicina e siano in grado di fornire risorse adeguate a garantire un utilizzo ed un accesso equo ed omogeneo su tutto il paese, sia per quanto riguarda l’aspetto organizzativo (telemedicina, teleconsulto, telelaboratory, screening digitale, ricetta elettronica, prenotazioni on line, fascicolo elettronico, programmi di follow-up a distanza, verifica dell’aderenza alla terapia ed aggiustamento delle dosi farmacologiche in funzione dell’andamento del quadro clinico, etc) che per quanto concerne la copertura adeguata per il loro utilizzo.
Il mantenimento di un omogeneo stato di salute e di benessere della popolazione può oggettivamente risentire in maniera significativa dell’iniquità della possibilità di accesso e di utilizzo delle tecnologie digitali in medicina. Soprattutto per le fasce più deboli della popolazione spesso svantaggiati in termini economici o generazionali e soprattutto in termini di patologie che producono bisogni salute in tempi adeguati e costi sostenibili.
A causa di queste asimmetrie organizzative (collegamento ad internet, carenza di adeguati software “user friendly” intuitivi e dotati di “help on line” appropriati) e di disponibilità tecnologica, si possono determinare importanti ritardi nella diagnosi di patologie acute (soprattutto per quelle di tipo oncologico e tempo-dipendente) e croniche.
Il mancato utilizzo dei sistemi di telemedicina produce inoltre intasamento degli ospedali e dei centri di cura, aumento dei costi di gestione per le singole patologie e ingorgo dei canali operativi a causa dell’impegno delle risorse del sistema che porterebbe alla conseguente saturazione dei canali assistenziali soprattutto per quel tipo di patologie che non possono essere curate a distanza.
La mancanza di accesso alla telemedicina può impedire alle persone di ricevere una diagnosi tempestiva, con conseguente peggioramento irreversibile della malattia e delle condizioni di salute. Coloro che non possono usufruire dei servizi di telemedicina potrebbero essere costretti a recarsi in ospedale o in clinica, aumentando così i costi sanitari, soprattutto se necessitano di frequenti visite mediche. Il risultato finale del loro utilizzo sarà, di contro, una migliore gestione delle patologie, un miglioramento dell’organizzazione del sistema sanitario con ottimizzazione e la riduzione delle liste d’attesa, miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, prevenzione dei ritardi diagnostici soprattutto per le patologie oncologiche e per le diagnosi tempo-dipendente.
È compito delle istituzioni sanitarie essere in grado di offrire accessi rapidi ed adeguati alle informazioni mediche e la possibilità di avere rapidamente ed agevolmente assistenza con modalità digitale. Tale tipo procedure possono incidere in maniera significativa sulla qualità dell’assistenza del singolo (difficoltà a trovare informazioni e risorse rilevanti per la propria salute con conseguente limitazione alla capacità di prendersi cura di sé) e della comunità (costi elevati disorganizzazione, etc.).
In un avanzato stato di Digital Health sarà inoltre indispensabile educare e informare la popolazione più fragile del valore della prevenzione secondaria, favorendo un appropriato accesso a programmi di monitoraggio e supporto di adesione alle terapie e per aderire alla terapia prescritta e all’evidenza di insorgenza di nuove patologie o di peggioramenti rapidi del quadro clinico.
È quindi fondamentale fare si che il Sistema Sanitario adegui la propria visione e conseguente organizzazione alla salute digitale e alla telemedicina per sfruttare l’enorme potenziale per superare le barriere sociali e sanitarie prodotte dalle disuguaglianze di accesso alle cure mediche.
Questo rappresenterà una auspicabile rivoluzione del Sistema Sanitario volto a consentire l’accesso ai servizi sanitari senza restrizioni geografiche, economiche o sociali, perché la realizzazione di un Sistema Sanitario più equo ed efficiente passa inevitabilmente attraverso la promozione della salute digitale e della telemedicina.