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L’acqua è l’elemento essenziale perché le società umane e gli ambienti naturali continuino a prosperare nel tempo, è la base della civiltà ed è fondamento della storia umana, passata, presente e futura. Ancora oggi, le società e i sistemi economici sono fortemente legati e influenzati dalla disponibilità della risorsa. In questo contesto il recente culmine degli effetti del cambiamento climatico ha messo in luce la vulnerabilità del sistema di approvvigionamento idrico italiano. Il 2022 è stato l’“annus horribilis” per il clima italiano, risultando l’anno più caldo e meno piovoso della storia del Paese, con anomalie termiche che hanno raggiunto i +2,7 °C rispetto alla media 1981-2010 e anomalie pluviometriche che sono state pari a -48 mm rispetto alla media dello stesso periodo. Sulla base di queste considerazioni, nel 2019 The European House – Ambrosetti ha fondato la Community Valore Acqua per l’Italia, una piattaforma di confronto costruttivo e permanente multistakeholder dedicata alla gestione della risorsa acqua come driver di sostenibilità, competitività e sviluppo industriale, con l’obiettivo di presentare proposte al Governo e al sistema-Paese. La missione della Community Valore Acqua per l’Italia è “Essere il Think Tank multi-stakeholder per elaborare scenari, strategie e politiche a supporto della filiera estesa dell’acqua in Italia e il suo sviluppo, aiutando il Paese a diventare un benchmark europeo e mondiale”1.
LE ANALISI DELL’OSSERVATORIO VALORE ACQUA PER L’ITALIA MOSTRANO CHE LA GESTIONE DELL’ACQUA IN ITALIA PRESENTA ALCUNE “OMBRE” Oggi l’Italia si conferma come uno dei Paesi più idrovori d’Europa, sia a livello assoluto con oltre 9 miliardi di m3 di acqua prelevata ogni anno per uso civile (1° Paese dell’UE), sia in termini relativi sulla popolazione, dove i prelievi ad uso potabile per abitante raggiungono i 154 m3 per abitante (2° Paese dell’Unione Europea). Inoltre, l’infrastruttura italiana è però vetusta e poco efficiente: il 60% della rete ha più di 30 anni, il 25% ha più di 50 anni, il tasso di perdite idriche percentuali in fase di distribuzione raggiunge il 41,2% (quart’ultimo peggior Paese in UE-27+UK) e quello relativo alle perdite lineari è pari a 9.072 m3/km/anno (peggior Paese dell’Unione Europea). I gap infrastrutturali sono anche causati da un limitato livello di investimenti nel Servizio Idrico Integrato. Gli investimenti pro capite dei gestori industriali del Servizio Idrico Integrato in Italia sono pari a 56 Euro per abitante nel 2021, un ammontare pari al 72% della media UE-27+UK di 78 Euro. Per allinearsi alla media europea di investimenti nel Servizio Idrico Integrato in Italia sarebbero necessari 1,3 miliardi di Euro aggiuntivi all’anno di investimenti e circa 3 miliardi di Euro aggiuntivi all’anno per raggiungere la media dei tre Paesi peer europei (ovvero Francia, Germania e Regno Unito). Uno dei principali motivi a cui è possibile ricondurre il livello ancora contenuto di investimenti nel Servizio Idrico Integrato è la tariffa idrica, che in Italia “finanzia” gli investimenti dei gestori con una quota di circa l’80%. Ad oggi, la tariffa idrica italiana è pari a 2,1 Euro/m3, ovvero la metà di quella francese e il 40% di quella tedesca. Anche la dimensione aziendale rappresenta un ulteriore freno agli investimenti. Infatti, nel ciclo idrico esteso italiano, composto dalle sette fasi del Servizio Idrico Integrato e dai relativi produttori.
di input, l’87,5% del totale sono piccole imprese che contribuiscono in maniera marginale ai ricavi solo per il 15,7%. Al contrario, le grandi imprese sono solo il 3,3% del totale delle aziende del comparto, ma generano un contributo ai ricavi del 63,5%. L’ITALIA PUÒ FARE LEVA SU ALCUNI PUNTI DI FORZA NELLA GESTIONE DELLA RISORSA ACQUA: LA FILIERA ESTESA DELL’ACQUA ABILITA LA GENERAZIONE DEL 18% DEL PIL ITALIANO ED È PROMOTRICE DI INNOVAZIONE E COMPETENZE SUI TERRITORI Ci sono però anche buone notizie. Il nostro Paese può contare su una filiera dell’acqua dinamica e competitiva, in grado di generare un valore economico significativo sui territori di riferimento, mobilitare investimenti e attivare occupazione qualificata lungo tutte le diverse fasi. La Community Valore Acqua per l’Italia ha realizzato e aggiornato il primo database contenente dati economici pluriennali di tutte le aziende operanti nella filiera estesa dell’acqua in Italia, per un totale di oltre 70 milioni di osservazioni e circa 1,8 milioni di aziende, solo in Italia. Nel 2021, nel complesso, la risorsa acqua è stata l’elemento abilitante per la generazione di 320 miliardi di Euro di Valore Aggiunto in Italia, il 12% in più dell’anno precedente a parità di perimetro. In altre parole, senza la risorsa acqua il 18% del PIL italiano non potrebbe essere generato. COME PROMUOVERE UNA NUOVA CULTURA DELL’ACQUA: I PARADIGMI CIRCULAR WATER E SMART&DIGITAL WATER Alla luce delle condizioni infrastrutturali della filiera estesa dell’acqua italiana e della crescente pressione sulla risorsa idrica, accentuata dall’impatto del cambiamento climatico, il passaggio a un modello di gestione circolare della risorsa idrica è lo step prioritario da intraprendere per mitigare le problematiche di sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Per abilitare la transizione ad un sistema resiliente e solido nel tempo di controllo della risorsa, è necessaria l’adozione del paradigma “Circular Water”, modello di gestione circolare della risorsa idrica per indirizzare strategie di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e per adottare un percorso volto alla transizione sostenibile della filiera estesa dell’acqua. Il modello si compone di 5 azioni prioritarie:
– Raccolta, ovvero fornire una risposta all’impermeabilizzazione del suolo e all’efficientamento della gestione delle acque meteoriche, oggi recuperate solo per l’11% del totale caduto sul territorio nazionale;
– Ripristino, che consiste nell’avanzamento del sistema di depurazione per il ritorno alla fonte di acqua di alta qualità: ad oggi sono ancora 1,3 milioni i cittadini sprovvisti del servizio, concentrati per l’80% nel Sud e nelle Isole;
– Riuso, volto alla facilitazione del riutilizzo delle acque reflue depurate per lo stesso o per un differente impiego: oggi solo il 4% delle acque reflue prodotte in Italia è destinato al riutilizzo diretto, a fronte di un potenziale del 23%;
– Recupero, ossia la valorizzazione dei fanghi di depurazione delle acque reflue e il conseguente recupero di materia o energia. Tuttora, però, il 53,4% dei fanghi gestiti in Italia è destinato a smaltimento;
– Riduzione, intesa come il contenimento di prelievi di nuova risorsa attraverso un efficientamento degli usi idrici in tutti gli ambiti (civile, industriale e agricolo), una promozione di abitudini di consumo che includano l’acqua depurata e una riduzione delle perdite di rete tramite innovazione, digitalizzazione ed efficientamento tecnologico. Trasversalmente alle attività sopra elencate, la transizione circolare richiede un investimento crescente nel tracciamento dei dati in tutte le dimensioni del settore idrico e nella consistenza e tempestività nella loro comunicazione. Una gestione efficiente e sostenibile della risorsa idrica passa anche attraverso l’adozione del paradigma “Smart&Digital Water”. Il paradigma insiste sulla riduzione dei prelievi idrici, dei consumi e degli sprechi tramite innovazione ed efficientamento tecnologico e si concretizza tramite la digitalizzazione e l’integrazione degli asset infrastrutturali e produttivi della filiera estesa dell’acqua.
UNA GESTIONE EFFICIENTE E SOSTENIBILE DELL’ACQUA IMPATTA SU 10 DEI 17 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE NAZIONI UNITE E SU 53 DEI RISPETTIVI 169 TARGET
Non è più pensabile immaginare la crescita economica e sociale prescindendo dal paradigma della sostenibilità. In questo senso, la Community ha stimato l’impatto di una gestione efficiente e responsabile dell’acqua sui 17 Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: l’acqua impatta su 10 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e su 53 dei 169 rispettivi target. È necessario accelerare la transizione verso modelli di gestione delle acque sostenibili: l’Italia è al 18° posto su 28 Paesi dell’Unione Europea (più il Regno Unito) considerati nell’indice “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile” calcolato dalla Community, con un punteggio di 5,3 su una scala da 1 (minimo) a 10 (massimo), stabile rispetto all’indice 2022 (ricalcolato per tenere in considerazione l’aggiornamento delle serie storiche delle banche dati).
LA FINANZA SOSTENIBILE RAPPRESENTA UN FATTORE ABILITANTE PER SOSTENERE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA FILIERA
Nel 2020 la spesa per l’approvvigionamento idrico e le strutture di approvvigionamento igienico-sanitarie in UE-27+UK è stata di 100 miliardi di Euro. Per raggiungere le condizioni stabilite dalla Direttiva sull’acqua potabile, dalla Direttiva sul trattamento delle acque reflue e dalla Direttiva sulla riduzione delle perdite, e alla luce delle evoluzioni sociodemografiche e dell’acuirsi dei fenomeni legati al cambiamento climatico, la Commissione Europea ha stimato che sarà necessario un incremento di quasi il triplo (+189%) di tale ammontare entro il 2030, raggiungendo un importo di 289 miliardi di Euro. La Community Valore Acqua per l’Italia, in quanto osservatorio privilegiato sulla filiera estesa dell’acqua e sulle tendenze che interessano il settore in ottica di sviluppo sostenibile, ha deciso di indagare la percezione degli operatori italiani del Servizio Idrico Integrato sulla Tassonomia Europea. L’attività di ascolto degli operatori è stata resa possibile grazie alla somministrazione di una survey ai partner della Community e alle aziende associate ad Utilitalia. Le evidenze emerse pongono l’accesso alla finanza sostenibile come un fattore abilitante per la realizzazione degli investimenti. Il 60% delle aziende del Servizio Idrico Integrato sta già infatti integrando l’applicazione dei Criteri della Tassonomia Europea nella definizione del proprio piano di investimenti. Tuttavia, l’82% degli operatori dichiara di aver riscontrato difficoltà ad applicare i Criteri della Tassonomia Europea con riferimento all’indicatore di risparmio energetico e il 76,5% dichiara difficoltà nel rispetto del Criterio Tecnico con riferimento alle perdite idriche.
LA COMMUNITY VALORE ACQUA PER L’ITALIA HA AGGIORNATO E RINNOVATO IL DECALOGO DI PROPOSTE D’AZIONE CONCRETE PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA FILIERA
Le principali evidenze della quarta edizione della Community Valore Acqua per l’Italia rimarcano come sia necessario definire un intervento di natura sistemica a livello nazionale, in grado di mettere a fattor comune i contributi di tutti gli attori della filiera estesa dell’acqua, intervenendo sui fattori ostativi e valorizzando i fattori acceleratori per il suo sviluppo. In continuità con il lavoro svolto, nella quarta edizione il decalogo di proposte per il Paese è stato rinnovato, manutenuto e ampliato. In tutte le proposte è fatto fermo un ruolo chiave e proattivo del Governo in termini di leadership d’azione e di messa a sintesi e bilanciamento delle istanze dei diversi stakeholder, a partire dagli attori della filiera estesa dell’acqua in Italia.
I 10 macro-ambiti d’azione identificati dalla Community Valore Acqua nella quarta edizione sono:
– visione sfidante per una filiera dell’acqua e un Paese più sostenibili;
– creazione delle condizioni abilitanti per la realizzazione degli investimenti;
– promozione del ruolo della finanza a supporto degli investimenti nel settore;
– superamento del Water Service Divide tra i territori italiani;
– adeguamento del livello tariffario per il Servizio Idrico Integrato;
– promozione della transizione circolare della filiera (paradigma Circular Water);
– digitalizzazione della filiera estesa (paradigma Smart&Digital Water);
– efficientamento della raccolta e gestione dei dati lungo la filiera estesa dell’acqua;
– comunicazione e sensibilizzazione;
– rafforzamento dei meccanismi di collaborazione pubblico-privata.
“L’acqua è la forza motrice di tutta la Natura” (Leonardo da Vinci)
Riferimenti, Note e tabelle:
1) Sono partner della IV edizione della Community Valore Acqua per l’Italia A2A, ACEA, Acquedotto Pugliese, Celli Group, Gruppo Hera, Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Iren, MM, SMAT, ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, Schneider Electric, Engineering, Suez, Xylem, AcegasApsAmga, Alfa Varese, Barchemicals, Brianzacque, Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Crédit Agricole, CVA – Compagnia Valdostana Acque, Fisia Italimpianti, Irritec, IWS – Integrated Watercare Solutions, Livenza Tagliamento Acque, Maddalena, Padania Acque, RDR, SIT e SOTECO. Sono partner scientifici della Community Utilitalia e Fondazione Utilitatis.