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di Luisa Barbaro
La comparsa di due o piu’ episodi di cistite in sei mesi, fa sì che la si possa classificare come ricorrente. In questo caso, non è consigliato l’utilizzo prolungato di antibiotici, in quanto i batteri reponsabili della suddetta patologia, possono diventare resistenti a tali farmaci, essendo protetti dal bio- film uro-genitale. Sono infatti infiltrati, nell’80% dei casi, nelle cellule uroepiteliali, qui si riproducono e creano altre infezioni (nel 90% dei casi si tratta di E.Coli).
L’Antibiotico risolve la fase acuta, ma non le Cistiti ricorrenti, per le quali esiste una buona risoluzione con l’utilizzo del D.Mannosio, che agisce per azione meccanica, non uccide il batterio ma lo elimina durante la minzione.
(Un grammo di D.Mannosio al dì che viene eliminato e non accumulato nell’intestino per creare gonfiore).
I Batteri sono legati all’interno del bio-film e l’E-Coli si libererà dallo stesso per cercare altrove nutrimento, venendo poi eliminato entro sei mesi dalle cellule che esfoliano per il ricambio dell’urotelio.
Le donne che riferiranno più di 4/6 episodi di cistite ricorrente, dovranno essere sottoposte ad una terapia di almeno sei mesi. La riacutizzazione dei sintomi , per la presenza continua di E. Coli, è risolvibile nel 78% dei casi, con l’utilizzo del D.Mannosio.
La cistite nella donna è una patologia complessa, che interessa ambiente intestinale, vaginale e vescicale; appare dunque particolarmente importante, eliminare le complicanze, per evitare che cistite occasionale possa degenerare in ricorrente.
Un ulteriore significativo fattore da tenere in debita considerazione, è la corretta alimentazione ed una adeguata igiene intestinale e vaginale, per ripristinare i rispettivi microbioti, essendo l’ambiente intestinale, il primo focus dell’infezione.
L’ Associazione Nazionale che si occupa di cistite interstiziaie, ha risolto il 78% dei casi con un complesso terapeutico efficace.
L’E.Coli è presente normalmente nell’intestino e l’antibiotico-resistenza può diventare il male peggiore, in quanto la disbiosi intestinale per fatti infiammatori, promuove la dislocazione batterica, unitamente ad un sistema immunitario basso, consentendo il passaggio alla vescica anche a causa della permeabilità dei tessuti.
Per quanto sopra, appare opportuno utilizzare l’’antibiotico nell’immediato, in fase acuta; successivamente, si procederà con la prescrizione di probiotici di nuova generazione, ivi compresa alimentazione prebiotica a base di fibre, che, superando la barriera intestinale e vaginale, riequilibrano il microbiota. Relativamente all’alimentazione, sono consigliabili cibi ricchi di fibra, frutta e verdura, sostituzione di farina raffinata con quella integrale, assunzione di cereali, grassi naturali, limitazione di latticini , insaccati, zucchero e alcool; il tutto per agevolare un buon transito intestinale, portatore di benessere e salute.
Il protocollo terapeutico ufficiale per la cistite ricorrente che io utilizzo con successo, si basa sull’utilizzo, per sei mesi, di Mannosio e Probiotico, in aggiunta all’alimentazione prebiotica, cercando di eliminare le complicanze, per riportare la cistite da ricorrente ad occasionale. Occorre inoltre verificare, l’eventuale presenza di prolasso o vescica iperattiva o cistite interstiziale; in caso di donne anziane, consigliare una terapia ciclica a vita.
Per quanto riguarda la Cistite post-coitale, questa rientra nella categoria delle cistiti ricorrenti ed esplode, di solito, entro le 72 ore dal rapporto sessuale.
Si consiglia di seguire una accurata igiene intima (eventualmente con detergenti conteneti clorexidina, di evitare rapporti promiscui e anali, di urinare dopo il rapporto e di eseguire esami delle urine e dello sperma del partner.
Spesso il microbiota vescicale presenta un equilibrio precario, che a fronte di una infiammazione, può degenerare in cistite post coitale, dopo un rapporto. In altri casi, può verificarsi una contrazione del muscolo elevatore dell’ano, che crea microtraumi della vescica, rompe il biofilm e fa esplodere l’infezione, come nel caso di vaginite da Gardnerella, che, in seguito ad un rapporto sessuale, da saprofita diventa patogena.
Quindi, soprattutto nei casi di Cistite ricorrente, si sconsiglia l’utilizzo di antibiotico terapia prolungata, prediligendo, per sei mesi, una corretta integrazione dopo l’urinocoltura, con Mannosio, Probiotico e alimentazione prebiotica, soprattutto se la donna ha rapporti molto frequenti.
Nel caso specifico della Cistite post-coitale, è bene prescrivere l’Urogyn Crispatus, che aiuta a recuperare l’equilibrio della flora batterica intestinale, vescicale e vaginale. Per questo tipo di patologia, trattandosi di un episodio circoscritto, è sufficiente una bustina per 2 giorni in caso di un rapporto a settimana e in coincidenza dello stesso.
In presenza infine, anche di contrazione del muscolo elevatore dell’ano, è bene consigliare sedute di fisioterapia mirata.