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di Valentina Salvini
Borderline è il termine tecnico: può essere un disturbo o una dimensione. Il risultato è che viviamo da “dissociati” e che l’assenza di “soci”, la prevalenza dell’individuo sul cittadino, generano un cortocircuito esistenziale. Non c’è senso della vita senza con-senso. Poi il problema cruciale: il rapporto tra l’uomo e la donna. Si è prodotta un’inversione dei ruoli, inquietante perché incompiuta, con un matriarcato che porta i pantaloni, non per moda, e un maschile frustrato dall’insopportabile sorpasso della femmina alfa, dalla quale però il maschio si mostra dipendente, perché non sa farne a meno.
Si trova tutto questo e molto altro nel bel saggio di Valentina Salvini, psicoterapeuta con orientamento junghiano, messinese, classe 1984, specializzata nel trattamento dei disturbi della personalità, esperta del fenomeno immigrazione. E darne una sintesi non è impossibile, è inutile, tanto vasto si presenta il campo esplorato dall’autrice. Bisogna seguirla nella sua avventura che ha un salutare valore divulgativo, pur trattandosi di pubblicazione scientifica.
Il disagio psicosociale, insomma, è “La porta sul sogno” (titolo del libro) e questa porta si spalanca sulle “tremende e ineluttabili” scoperte che Virgilio immaginò accompagnando Enea nel suo viaggio agl’inferi. L’eroe dell’Eneide vagò in un altrove abitato dalle anime dei defunti, Valentina Salvini si immerge nella quotidianità del sogno dei viventi. E se ne fa scrupolo da ricercatrice. E ne trae la conclusione, tra l’altro, che una psicoterapia sociale dovrebbe essere un pilastro del Welfare in uno stato moderno.
Incontro l’autrice in una giornata d’agosto, vicino al mare, e lei comincia proprio dall’epica per poi addentrarsi nella pratica. Mi parla di Hermes, il dio dai piedi alati, viaggiatore da un mondo all’altro, dalla realtà all’immaginazione, di Horus, divinità egiziana della guerra e della caccia, della celtica Morrigan, di Arcania risolutrice di rebus onirici con le carte dei Tarocchi. Dietro a ciascuna allegoria pare di intravedere i casi di cui Valentina Salvini si è occupata, dai quali scaturisce il suo studio.
Le chiedo la differenza tra disturbo e dimensione borderline: di questa seconda condizione parla diffusamente il suo saggio. Mi spiega che è ormai possibile convivere con “la dimensione borderline, un modo di essere sul limite non in maniera distruttiva, ma al contrario proficua, se il soggetto accetta di farsi aiutare e di comprendere che il proprio funzionamento può rivelarsi una risorsa, non una malattia. Ho avuto pazienti turbolenti ma vincenti. È il bello del mio lavoro”. Che effetti ha avuto la pandemia nell’attività degli psicoterapeuti, isolamento anche mentale? – “L’esatto contrario. Sono venute fuori problematiche a lungo represse, si è compreso in molte vicende il danno del silenzio, del tenersi tutto dentro, della chiusura nemica del trattamento psicoanalitico”, spiega la dottoressa Salvini. “Nessuna differenza legata a censo: ricchi e poveri, eruditi ed emarginati, nobili e non, tutti in questo vortice di richiesta di aiuto che il lockdown ha fatto esplodere”. Lei che idea se n’è fatta? – “Ad esempio che il paziente è spesso il capro espiatorio. Cioè colui che porta nello studio dello psicoterapeuta un problema collettivo, causato dalla famiglia in cui vive, dall’ambiente in cui opera. Ecco perché nel nostro lavoro non possiamo essere i terminali di uno sfogo, chiamiamolo così, ma trasformarci in parti attive”. Gli inglesi direbbero: non to cure, ma to care, non curare, ma prendersi cura? – “E’ l’importanza dell’aiuto concreto. Fondamentale ad esempio il rapporto tra lo psicoterapeuta e il medico di base. Lo abbiamo verificato nel tempo della pandemia. Quando la priorità era salvare vite dall’aggressione del virus, la sofferenza psichica è uscita allo scoperto consentendo soluzioni terapeutiche spesso frutto di dialogo tra medico e psicoterapeuta”.
Dare energie alla vita interiore, ritrovare un’idea madre dopo la crisi delle ideologie politiche e sociali. L’augurio è che “La porta sul sogno” possa segnalare strade per impadronirsi della chiave giusta.
La presentazione del libro, nel frattempo reperibile sui siti Mondadori Store, Feltrinelli, Persiani Editore, Amazon e altri, avverrà sabato 21 Ottobre alle ore 18:00 presso la libreria Ciofalo Mondadori, con la partecipazione dell’Autrice e dei relatori Dott. Matteo Allone (Psichiatra Dirigente Asp Me, Neuropsichiatra, Psicologo Analista CIPA), Dott. Massimiliano Scarpelli (Psicologo Analista ordinario con funzioni didattiche dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica Napoli-Aipa, Psicologo Dirigente UOC Psicologia Clinica Asl Napoli 1) Dott. Fabrizio Turiaco (Psichiatra, Direttore Sanitario Comunità Terapeutica Assistita Kennedy di Saponara, Dottorando di ricerca in Translational Molecular Medicine and Surgery, Psicologo Analista CIPA).
Gianni Spartà
Valentina Salvini è psicoterapeuta ad orientamento analitico junghiano. Nata a Messina il 27 luglio 1984, formatasi presso l’Università degli Studi di Messina e il CIPA Meridionale (Centro Italiano di Psicologia Analitica per il Meridione); specializzata nel trattamento dei disturbi della personalità, in particolare dello spettro borderline, esperta del settore immigrazione, delle culture e delle patologie ad esso associate, svolge gruppi di supporto psicologico per il Corpo di Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale “Gazzi” di Messina; ha pubblicato vari articoli sulla Rivista “Tempo d’Analisi. Paradigmi junghiani comparati” e ha partecipato al convegno ‘Psiche Inconscia-Psiche Cosciente’ presso il Centro Studi Filosofici-Palazzo Serra di Cassano (Napoli) con una relazione dal titolo “Edipo viene dal mare. Erich Neumann nelle storie dei migranti”; criminologa in formazione presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, scrive e approfondisce i temi inerenti alla personalità borderline, al narcisismo e alla sociopatia, dedicando particolare attenzione alle possibili applicazioni dell’interpretazione del sogno alla prevenzione della devianza. Fotografa per passione, autrice della mostra fotografica “Storie d’anima, tra nevrosi e psicosi” presso il Centro Camelot-Asp Me, è stata vincitrice della sezione speciale per l’immagine – premio fotografico “Francesco Siracusano” del Laboratorio Psicoanalitico ‘Vicolo Cicala.’