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Di Stenio Marino, medico di famiglia
Il valore è la stima che si dà a qualcosa o a qualcuno.
Comprende elementi oggettivi, quantitativi, definibiliattraverso delle unità di misura convenzionali, che elementi qualitativi, spesso soggettivi.
Per esempio, un oggetto ha un valore economico che consiste nella quantità di moneta pagabile o ottenibile per il bene ed un valore sentimentale, morale e magari intellettuale.
Quante volte siamo legati a oggetti che hanno un valore assoluto, da mercato, a cui però diamo personalmente un valore inestimabile per fatti affettivi o simbolici.
Premesso ciò, anche il valore di un paziente, per un medico di famiglia, è determinato da due elementi:
• Il primo, prevalente, è il valore umano che pregna il rapporto medico paziente
• Il secondo è quanto viene pagato dall’ASP
Il rapporto medico paziente è un patto di fiducia, stima, rispetto per il lavoro che fai, per quello che sei e per quello che rappresenti, che spesso ti porta ad applicare delle regole che si può anche non condividere, ma sono regole dura lex sed lex.
Ma non è la sola fiducia ad essere determinate in un rapporto di questo genere, sappiano esserci un vero rapporto di scambio di valori: do ut des, tu mi rispetti io ti rispetto, io ti do professionalità tu mi dai stima e segui quanto ti consiglio, perché credi in me e quello che rappresento.
Purtroppo questo rapporto si è andato sempre più deteriorando per una serie di problematiche, che non approfondisco, essenzialmente determinate dalla ridotta tolleranza, il convincimento che tutto sia dovuto a qualsiasi costo, che la propria esperienza, da paziente, vale più della valutazione del medico: il paziente conosce se stesso meglio del medico e vuole tutto ciò, che a suo convincimento può essere utile per garantirsi la stato di salute
Le ns giornate sono pertanto caratterizzate da conflitti che qualche volta sfociano in vere e proprie liti. I rapporti si deteriorano. Il valore umano si mortifica.
Il medico di annichilisce e spesso si sfiducia.
Salta il valore umano.
Alla fine non resta che riflettere e pensare quanto vale un paziente senza quel rapporto umano: la semplice quota capitaria mensile, che al netto è di € 4.39
Un paziente senza il valore umano vale, come mi disse un collega, quanto la classica mezza granita con panna e brioche col ”tuppo”.