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Angela Giorgia Potortì(1), Benedetta Sgrò(2], Maria Aurora Arrigo(3), Vincenzo Nava(4), Vincenzo Lo Turco(5), Giuseppa Di Bella(6)
Dal 2020, il consumo di tisane in Italia è notevolmente aumentato, spinto anche dalle conseguenze che la pandemia da SARS-CoV-2 ha lasciato nella società. Secondo le stime AstraRicerche per Bonomelli, in Italia circa il 40% della popolazione ricorre all’uso di tisane, principalmente camomilla, per le sue proprietà calmanti e rilassanti. Considerando i dati economici relativi al 2023, il mercato delle tisane in Italia ha oltrepassato i 200 milioni di euro seguendo una tendenza in costante crescita[1].
Il consumo di tisane, in realtà, non è una moda del momento, ma una pratica la cui origine si perde nella notte dei tempi. Già 2000 anni fa Ippocrate, padre della medicina scientifica dell’occidente, consigliava l’infuso di foglie di salice come rimedio contro la febbre [2]. Il termine tisana, infatti, deriva dal greco “ptisane” che significa orzo schiacciato in riferimento alla tisana di Ippocrate, un decotto a base di orzo [3]. L’utilizzo di tisane a scopo terapeutico e curativo è da sempre stato, e lo è tutt’ora, un cardine della medicina tradizionale cinese [4].
Ad oggi, le tisane sono ampiamente consumate in tutto il mondo non solo perché, nell’ambito di uno stile di vita sano, favoriscono l’idratazione e l’assunzione di composti bioattivi che aiutano a mantenere un buono stato di salute, ma anche come momento di relax per i sapori che sprigionano e l’assenza di teina, alcaloide naturale presente nel tè con effetti stimolanti per il sistema nervoso centrale [5].
Le tisane sono ottenute dall’infusione in acqua calda di componenti vegetali differenti dalle foglie di Camellia sinensis con le quali si ottiene il tè propriamente detto. Le componenti vegetali utilizzate possono essere foglie, radici, fiori o spezie, fresche o essiccate, intere o polverizzate, immerse in acqua sfuse o all’interno di classici filtri da tè o di cialde per macchine da caffè [6]. Le tisane principalmente consumate in Italia, oltre alla camomilla, sono quelle al finocchio, alla liquirizia e alla menta. Altre tisane molto utilizzate in Asia, America e sud Africa, stanno diventando molto popolari in tutto il mondo, Italia compresa. È il caso delle tisane al mate, al rooibos e alla moringa. Le foglie di mate, pianta nativa del sud America, e di rooibos, pianta tipica del Sud Africa, sono da tempo utilizzate dalle popolazioni residenti in questi luoghi per la preparazione di infusi. La moringa, invece, è una pianta originaria dell’India di cui vengono utilizzate differenti parti per scopi alimentari e medici.
Sfruttando l’effetto solvente dell’acqua calda, principi attivi e minerali, tipicamente presenti nelle fonti vegetali, passano nell’acqua e conferiscono ad essa sapori, odori, proprietà nutrizionali e salutistiche caratteristici [5]. Fra i composti bioattivi presenti naturalmente nelle tisane, i polifenoli, flavonoidi e acidi fenolici svolgono un’azione protettiva contro lo stress ossidativo a cui è sottoposto l’organismo e, di conseguenza, possono agire nella prevenzione di diverse malattie come cancro, malattie cardiovascolari e malattie metaboliche quali il diabete [7–9]. Posseggono azione antibatterica, antiossidante, antinfiammatoria, analgesica, anticancerogena, antimutagena, antiallergica, antitrombotica e antiaging [10–12].
La presenza di elementi minerali nelle tisane dipende da vari fattori: in primo luogo dal terreno dove vengono coltivate le piante, in quanto, tramite le radici, assorbono gli elementi in esso presenti, e anche dalla capacità della pianta di assorbirli e accumularli selettivamente, ma la presenza degli elementi minerali nel terreno può dipendere anche dall’acqua utilizzata per l’irrigazione, dall’uso di pesticidi e fertilizzanti, dalla vicinanza a industrie e da fenomeni
atmosferici [13].
Scopo della ricerca
Al fine di valutare dal punto di vista nutrizionale e
tossicologico alcune tisane reperibili sul mercato, sono state
eseguite delle indagini preliminari su tisane a base di un
singolo ingrediente vegetale. Nello specifico sono stati
quantificati i polifenoli totali e gli elementi minerali, sia
essenziali per l’uomo sia potenzialmente tossici. Le tisane
oggetto di studio, ottenute sia dall’infusione di classici filtri
in acqua bollente sia tramite macchina del caffè con
apposite cialde (Figura 1), sono state preparate secondo le
indicazioni riportate nella confezione e utilizzando acqua
distillata che, essendo priva di minerali dissolti, non ha
influenzato il risultato delle analisi. Sia i filtri che le cialde
non presentavano parti metalliche, come le spille spesso
utilizzate per unire il cordino alla bustina contenente la
matrice vegetale. In totale sono state analizzate 14 tisane, 7
in filtro, provenienti da agricoltura biologica, e 7 in cialda, a
base di liquirizia, camomilla, menta, finocchio, mate,
moringa e rooibos, come illustrato in Tabella 1.
Risultati
Dai risultati ottenuti dalle analisi effettuate sulle tisane è emerso che il contenuto di polifenoli ed elementi minerali è maggiore nelle tisane ottenute mediante il metodo di infusione tradizionale rispetto alle tisane ottenute tramite l’utilizzo della macchina da caffè. Il motivo probabilmente risiede nella temperatura dell’acqua e nel tempo impiegato per ottenere la tisana: utilizzando la macchina del caffè la tisana viene erogata in circa 30 secondi ad una temperatura di circa 90°C; invece, nel metodo di infusione tradizionale il filtro viene lasciato in infusione per almeno 5 minuti in acqua bollente (≈ 100°C). Di conseguenza, aumentando il tempo e la temperatura, la capacità di estrazione dei principi attivi e la loro concentrazione nella tisana aumentano proporzionalmente [14]. Il contenuto di polifenoli ed elementi minerali nelle tisane varia in base al vegetale utilizzato.
Le tisane analizzate possono essere considerate una buona fonte di polifenoli. Il contenuto di polifenoli è espresso come mg di acido gallico (GAE), un acido fenolico presente nei vegetali caratterizzato da una potente azione antiossidante, in 100 mL di tisana. Le tisane ottenute mediante il metodo di infusione tradizionale contengono mediamente 76,59 ± 5,73 mg GAE/100 mL, le tisane in cialde preparate con la macchina del caffè 40,12 ± 1,24 mg GAE/100 mL
Le tisane ottenute dall’infusione di foglie sono caratterizzate da un buon quantitativo di polifenoli: la tisana al mate contiene 171,60 ± 14,97 mg GAE/100 mL, la tisana alla moringa 119,75 ± 11,32 mg GAE/100 mL e la tisana alla menta 81,48 ± 7,14 mg GAE/100 mL. L’infuso al finocchio e la camomilla, invece, sono caratterizzati da un basso contenuto di polifenoli, rispettivamente 18,83 ± 1,41 mg GAE/100 mL e 22,10 ± 1,67 mg GAE/100 mL.
Tra gli elementi minerali prevalgono potassio, calcio e magnesio, macroelementi essenziali per l’uomo. Il potassio è presente in maggiore concentrazione nella tisana in filtro al finocchio (134,81 ± 3,00 mg/L), il calcio nella tisana in filtro alla menta (71,96 ± 3,21 mg/L). Il magnesio, costituente essenziale della clorofilla e abbondantemente presente in tutti i vegetali verdi, si ritrova a concentrazioni maggiori nelle tisane ottenute dall’infusione di foglie come le tisane alla moringa (70,66 ± 1,63 mg/L), alla menta (45,45 ± 1,40 mg/L) e al mate (36,08 ± 1,41 mg/L). Il sodio è presente in maggiore concentrazione nella tisana al rooibos (16,59 ± 0,09 mg/L). Altri elementi quali ferro, selenio, zinco, rame e cromo sono presenti in concentrazioni molto basse.
Spostando l’attenzione sugli elementi potenzialmente tossici per l’uomo, non è stato ritrovato mercurio in nessuna tisana; mentre il nichel, l’arsenico, il cadmio e il piombo sono stati individuati nella maggior parte delle tisane. Tuttavia, il loro contenuto è notevolmente basso, inferiore a 1,00 μg/L, sia nelle tisane biologiche in filtro, sia nelle tisane in cialde, per cui il consumo giornaliero di questi infusi non determina rischi per la salute correlati all’assunzione di questi elementi.
Conclusioni
In base ai risultati ottenuti, il consumo di tisane rappresenta una buona abitudine perché favorisce l’assunzione di acqua e polifenoli, con conseguenti azioni benefiche per l’organismo. Le tisane ottenute con il metodo di infusione tradizionale e dalle foglie sono da preferire poiché più ricche di sostanze bioattive. Oltre a ciò, gli elementi potenzialmente tossici negli infusi non rappresentano un rischio per la salute poiché il loro contenuto è notevolmente basso.
Ad ogni modo il consiglio rimane sempre lo stesso: variare nelle scelte alimentari, tisane incluse, così da soddisfare maggiormente il gusto, combattere la monotonia dei sapori e, soprattutto, evitare squilibri nutrizionali e metabolici.
Bibliografia
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(1) Ricercatore T.D., (2) Dottoranda, (3) Libero Ricercatore, (4) Dottore di Ricerca, (5) Professore Associato e (6) Professore Ordinario, Chimica degli Alimenti; Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali (Biomorf) dell’Università di Messina