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Quando una società malata di schizofrenia e ha tendenze suicide: il caso della sede della Lega Antidroga Messinese

Quando una società malata di schizofrenia e ha tendenze suicide: il caso della sede della Lega Antidroga Messinese

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È comprensibile e sicuramente meritorio che un ente in difficoltà economiche cerchi di riequilibrare il bilancio tendente al dissesto. Le cause vanno ricercate sicuramente in tutta una serie di storiche disattenzioni molto lontane da quella che una volta si definiva “del buon padre di famiglia”. A cui, a cascata, si è andata a sovrapporre la probabile distrazione della magistratura contabile che verosimilmente, per tanti anni, non ha saputo vigilare sulla poco oculata gestione economica dell’ENTE e sulle troppo numerose insolvenze da parte degli assegnatari delle case popolari.
Un Ente Pubblico, però, ha il dovere di evitare di operare tagli indiscriminati che, come in questo caso, generano un problema sociale a danno dello Stato con cui, invece, dovrebbe operare delle scelte sinergiche. Vanno infatti soprattutto evitati i tagli “fatti col righello” propri di amministratori che finalizzano le proprie attività per ottenere una quadratura dei conti senza tenere conto delle conseguenze che determinano su una popolazione fatta di fragili, bisognosi e troppo spesso meno abbienti.
È certamente meritevole l’iniziativa di affittare, a volte a prezzo simbolico, alcuni immobili ad associazioni che svolgono sul territorio la propria attività vicariante che compensa la carenza dello Stato in alcuni importanti settori di assistenza. È il caso della Lega Antidroga Messinese (LAM) diretta dal Dott. Aldo Di Blasi che si occupa di dipendenze (droga, alcol, ludopatia) e dell’Associazione Meter e Miles Presieduta da Saro Viscaro (che si occupa di disabili Down).

Quando però i “tagli vengono fatti col righello” la cura è peggiore del male. Si danneggiano così associazioni che hanno una ragion d’essere perché attive sul territorio e gestiscono problemi che lo Stato e le Istituzioni preposte non sono in grado di affrontare. Ciò crea un circolo vizioso che porta, poi alla fine, ad un costo maggiore per lo stato ed un malessere crescente per la popolazione che dovrebbe essere meglio-assistita.

Quali soluzioni?

Sul momento me ne vengono in mente tre:

1) Un saggio ripensamento da parte dell’IACP e il ritiro della procedura d’asta per l’immobile concesso in affitto alla LAM
2) La concessione, da parte di chi di dovere, di un adeguato locale nei pressi dell’attuale sede, perché si tratta di una associazione inserita in un difficile territorio, con una sede vicino all’attracco dei traghetti Caronte e servita da un vicino svincolo autostradale.
3) In alternativa il lancio di un Crowdfunding (raccolta fondi su piattaforma digitale) per poter rapidamente raggiungere la cifra necessaria di almeno 70.000€ per potere esercitare il diritto di prelazione sull’immobile.

Se le istituzioni risultassero sorde alle prime due proposte, io sarei il primo a partecipare alla terza contribuendo al Crowdfunding!

Dr  Salvatore Rotondo
Consigliere Segretario 
Ordine dei Medici Chirurghi 
ed Odontoiatri di Messina