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di Massimiliano Cavaleri
Aumentano i contagi covid anche in Sicilia, ne abbiamo parlato con Claudio Costantino, professore associato in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento PROMISE, Università di Palermo e referente Ambulatorio Vaccinale del Policlinico “Giaccone”.
Quali sono le norme per affrontare insieme una ‘nuova normalità’ post pandemia?
Nei tre anni pandemici abbiamo maturato una notevole esperienza, così com’è accaduto nel tempo per i virus influenzali, su come si comporta questo virus respiratorio. Dobbiamo essere consapevoli che è ancora tra noi, si adatta e muta ogni anno, creando varianti sempre diverse. Questo significa che né aver contratto la malattia in passato, né essersi vaccinato nelle precedenti stagioni, garantisce una immunità completa nella stagione successiva. In pratica, ogni anno noi diventiamo “naive”, ossia è come se il nostro sistema immunitario non fosse mai entrato in contatto con il virus SARS-CoV-2. In Sicilia non si registra ancora una salita rapida dei nuovi casi come sta accadendo nelle Regioni del nord Italia, questo è probabilmente collegato a ragioni climatiche, al Sud il freddo arriva più tardi. Certamente, anche da noi il numero dei contagi è in aumento da alcune settimane, tuttavia non è stato ancora raggiunto il picco che, prevediamo, toccherà l’apice dopo il Natale e l’arrivo del freddo più intenso tra gennaio e febbraio. Al momento i pronto soccorsi, i reparti di degenza ordinaria e le terapie intensive non sono in emergenza ma osserviamo comunque una crescita dei ricoveri per Covid-19, l’85% dei quali, riguarda soggetti over 60 che non si sono mai vaccinati prima, e il restante 10% non ha fatto i richiami stagionali. Il dato più preoccupante è che ancora oggi esistono persone anziane e fragili che non si sono vaccinate, infatti, sono proprio i più fragili a rischiare di più in termini di ospedalizzazione e di conseguenze gravi, fino al decesso a seguito dell’infezione. La prima norma di buon senso da seguire è ripetere il vaccino, aggiornato alle varianti circolanti.
Come tutelare le persone fragili?
Il Covid-19 è pericoloso soprattutto per le persone fragili: gli adulti over 60, gli anziani, tutti i soggetti con comorbidità (qualsiasi patologia cronica), le donne in gravidanza, a qualsiasi trimestre, e naturalmente gli operatori sanitari che hanno un’alta probabilità di contagiarsi e contagiare i pazienti che assistono. È fondamentale far vaccinare i fragili e semplificare al massimo la vaccinazione.
Per le persone non fragili, invece, quali suggerimenti?
Alle persone sane che non rientrano nelle suddette categorie, si raccomanda il vaccino in ogni caso, soprattutto se convivono con persone anziane e fragili e svolgono attività lavorative che prevedono un forte contatto con il pubblico. Restano importanti i buoni comportamenti come l’igiene delle vie respiratorie, il lavaggio frequente delle mani, l’uso della mascherina se si hanno sintomi simil respiratori.
Cosa promuovere questi temi chiave tra la popolazione?
La prima cosa da fare è non abbassare la guardia, perché il Covid-19 non scomparirà mai definitivamente. In secondo luogo, è fondamentale la comunicazione, ovvero che gli operatori sanitari si rivolgano periodicamente alla popolazione in maniera chiara, trasparente e onesta, facendo capire alle persone che la vaccinazione rappresenta l’unica vera arma che abbiamo per prevenire le gravi complicanze polmonari del Covid-19, che possono anche portare alla morte del paziente.