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“L’Albero della Vita”, è un intervento psicologico terapeutico realizzato quest’anno negli ambienti dell’Hospice dell’Asp di Messina afferente all’U.O.C. Assistenza Pazienti Fragili di cui Direttore il Dott. Natale Molonia, Dirigenti Medici dott.
Alessandro Grippa e dott.ssa Santina Paratore e Dirigente Psicologo dott.ssa Angelida Ullo.
Tale intervento, nato dal lavoro dell’Equipe multidisciplinare dell’Hospice sito presso l’Azienda Ospedaliera Papardo, ha voluto risignificare, tramite l’arte decorativasimbolica e la narrazione, l’ambiente fisico e ospedaliero come ambiente residenziale di “cura”, di “relazione”, “di incontro” e di “terapia”.
“L’Albero della Vita” è metafora del Tempo che trascorre attraverso l’alternarsi delle “diverse stagioni”, anche di vita.
Il nostro Albero si pone anche come intervento di orientamento temporale per i pazienti ospiti dell’Hospice: grazie al lavoro in sinergia con gli operatori sanitari, infatti, periodicamente, l’Albero cambia aspetto e si veste di nuovi colori, nel rispetto della stagione o della festività imminente da voler rievocare.
L’Albero diventa, altresì, occasione di condivisione di foto-ricordo dell’equipe impegnata nella realizzazione dell’albero stesso o in atti quotidiani di cura o, ancora, durante momenti ludico-ricreativi volti a favorire, o sancire, il miglior clima
relazionale possibile.
Inoltre, la scelta di poter adornare l’Albero anche con poesie e scritti, alcuni dei quali emersi dai gruppi di supporto psicologico realizzati mensilmente con gli Infermieri e gli OSS del “reparto” (Gruppi C.R.E.A. “Compassione-Relazione-Emozioni- Auotoaiuto), rappresenta un’occasione per condividere pensieri ed emozioni sul tema dell’esistenza umana e poter accogliere e gestire le sollecitazioni emotive emerse dal contatto diretto con la sofferenza e la malattia nella cornice del “Tempo della Cura”.
Inoltre, la possibilità di poter essere attirati da una scritta o da un’immagine evocativa, rappresenta un’opportunità, anche per il familiare/caregiver che lo desidera, di riflessione sul dialogo che intercorre tra la vita e la morte nel divenire del
tempo e dell’esistenza umana.
Infine, le farfalle dell’Albero, evocative del “volare verso altre dimensioni”, sono il frutto dell’attività di alcuni pazienti che, tramite la terapia occupazionale, vengono stimolati e coinvolti in una progettualità condivisa, sia a breve che, laddove possibile,
a “lungo termine”; talvolta la decorazione avviene direttamente con il proprio familiare, parte attiva nella realizzazione espressiva, talvolta con l’aiuto di un operatore che si pone come Io-Ausiliario del paziente o, semplicemente, come suo
“compagno di viaggio” lungo il percorso intrapreso insieme.
La narrazione dei pazienti e di chi se ne prende cura (il caregiver) è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti in cui le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura.
Scrive Rita Charon, fondatrice e direttore esecutivo del Programma di Medicina Narrativa presso la Columbia University di New York, in un articolo pubblicato nel 2001 sulla rivista Jama : “ in medicina la narrazione della storia da parte dei pazienti è un atto terapeutico fondamentale, perché trovare le parole per contenere il disordine e le relative preoccupazioni, dà forma e controllo sul caos stesso della malattia”. Impiegare immagini o scrivere può aiutare, dunque, ad esprimere la propria esperienza soggettiva con la vita e la sofferenza ma anche a favorire processi di cura sempre più olistici, personalizzati e volti al raggiungimento della migliore Quality Life possibile.
“L’Albero della Vita”, pertanto, nasce e cresce come “atto creativo”, in continuo divenire, finalizzato a favorire benessere psicologico tanto in chi lo realizza, quanto in chi lo guarda e apprezza!
A tal proposito, tale intervento, in occasione del XXX Congresso Nazionale della SICP “Società Italiana di Cure Palliative”, tenutosi a Riccione dal 15 al 17 Novembre 2023, è stato presentato come foto-racconto al Concorso Nazionale di Fotografia “Vivere il Tempo”, indetto dalla FCP Federazione Cure Palliative ed ha ottenuto il Premio della Giuria Popolare come categoria foto singola.