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«Sono preoccupata. Stiamo entrando nel quinto anno di pandemia» Covid, «sicuramente siamo in una fase diversa», «caratterizzata da un virus in evoluzione, con i sottolignaggi XBB e BA.2 che circolano e JN.1 che diventa dominante», «caratterizzata da un impatto ridotto rispetto al picco di Covid di qualche anno fa, ma che è ancora una minaccia per la salute globale. È ancora una pandemia che causa troppe (re)infezioni, ricoveri, morti e casi di Long Covid, quando esistono strumenti per prevenirli».
Sono le parole dell’esperta dell’Organizzazione mondiale della sanità Maria Van Kerkhove, che segue l’evoluzione del virus Sars-CoV-2 da inizio pandemia. Responsabile tecnico per Covid-19 all’Oms, Van Kerkhove, in una riflessione nel passaggio dal vecchio al nuovo anno, mette in guardia: la variante «JN.1 continua ad aumentare in termini di rilevamento, ma ciò che conta» per le persone «è che Covid circola in tutti i Paesi e ci si può proteggere da infezioni e malattie gravi. Usare le mascherine, ventilare» gli ambienti, «fare i test, trattare» la malattia, «vaccinarsi», facendo il booster «ogni 6-12 mesi a seconda del gruppo a rischio» a cui si appartiene.
Casi in aumento da mesi
È una situazione, osserva l’esperta, «caratterizzata dalla co-circolazione di molti altri agenti patogeni, ad esempio influenza, mycoplasma, Rsv, eccetera. I casi e i ricoveri per Covid sono in aumento da mesi. Gli ospedali di molti Paesi sono oberati e sopraffatti dal Covid e da altri patogeni, e i decessi sono in aumento». Quello che preoccupa, aggiunge nel suo messaggio, è anche «l’autocompiacimento. Non accetterò mai che esista un ’livello accettabile di morte’ per Covid. E questo vale ancora. I governi non devono essere compiacenti, le persone non devono essere compiacenti. Abbiamo tutti vissuto qualcosa di traumatico con Covid. Il mondo si è spento, abbiamo perso milioni di persone care, miliardi sono stati colpiti personalmente» dal virus. «Non possiamo dimenticare. E l’eredità del Covid deve essere il rafforzamento dei sistemi sanitari», in primo luogo.
«I governi rischiano di dimenticare le esperienze passate»
«Sono preoccupata che troppi pensino che Covid non sia qualcosa di cui preoccuparsi, che abbiano bisogno di una nuova variante con una lettera greca per prendere sul serio questo virus. Quando dovremo assegnare una lettera greca, non esiteremo», prosegue Van Kerkhove. Ma intanto, ripete, «preoccupa che vogliamo così tanto andare avanti che i governi, molti dei quali hanno una nuova leadership e sono andati avanti, dimenticheranno gli ospedali stracolmi, le tende nei parcheggi per i malati, i camion refrigerati che fungevano da obitori, i cimiteri, gli operatori sanitari esausti».
«Non possiamo dimenticare chi è morto da solo e le persone che muoiono ora, migliaia ogni settimana», i «ricoverati», le persone con «Long Covid che lottano ogni giorno. Questi ricordi, ancora freschi, devono alimentare e finanziare migliori sistemi sanitari, equità, preparazione alla pandemia per le minacce attuali e future. Il tutto» inserito «nel contesto di altre sfide (guerra, sfollamento, cambiamento climatico). Dobbiamo fare meglio» ed «è difficile», conclude ricordando il tema dell’Accordo pandemico.