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“Solidarietà alla Direttrice del Pronto Soccorso di Foggia, Paola Caporaletti, aggredita mentre prestava aiuto a una ragazza che accompagnava un paziente e si era sentita male. Bene ha fatto ad avviare subito l’iter della denuncia: ora auspichiamo che le indagini siano rapide e la risposta efficace”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, sull’ennesima aggressione avvenuta ieri al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti, la seconda nel giro di una settimana. Una vera e propria emergenza, che ha spinto il Presidente dell’Ordine, Pierluigi De Paolis, a incontrare, insieme ai sindacati medici, il Sindaco e l’Assessore alla Legalità.
“Proprio mentre i vertici dell’Ordine erano in Comune – osserva Anelli – si è consumata l’aggressione. Chiediamo che siano poste in essere, a livello locale, regionale e nazionale, tutte le azioni possibili per fermare questa spirale di violenza, che colpisce soprattutto gli operatori dell’emergenza-urgenza ospedaliera e territoriale, già stremati dalla carenza di organico e dai carichi di lavoro. Il rischio è quello di un abbandono in massa dei professionisti e del conseguente collasso di questi servizi essenziali per la popolazione. Per questo serve una rivoluzione culturale, una rinnovata alleanza con i cittadini per dire, tutti insieme, “basta” alla violenza contro i medici”.
E i dati sono drammatici. È di oggi l’appello di 75 società scientifiche, riunite nel FoSSC,il Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari Italiani, coordinato da Francesco Cognetti, che chiedono al Governo una grande riforma strutturale, con provvedimenti urgenti per salvare il servizio sanitario e mantenere il suo carattere universalistico. L’emorragia dimedici è evidente: tra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente. E sempre più giovani, formati a spese dello Stato (circa 150mila euro ognuno) vanno all’estero, dove ricevono stipendi anche tre volte superiori rispetto all’Italia e con condizioni di lavoro nettamente migliori.
In crescita anche i numeri delle aggressioni. In Puglia, secondo i risultati di un’indagine esplorativa sviluppata dal Sistema Regionale di Gestione Integrata della Sicurezza sul Lavoro (SiRGISL), coordinato dal dott. Danny Sivo con il supporto della Scuola di Specializzazione di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, diretta dal Prof. Luigi Vimercati, il 42% degli operatori ha subito una forma di violenza sul luogo di lavoro. Le categorie maggiormente interessate sono state quelle dei medici (34,7% sul totale della categoria) e degli infermieri (32,9%). L’87% ha subito aggressioni verbali, il 12% violenza fisica, il 3% molestie. La maggior parte delle aggressioni sono state perpetrate dai pazienti (47,6%) e dai loro parenti (42,3%). Oltre il 90% degli episodi di violenza hanno avuto luogo all’interno delle strutture ospedaliere.
Guarda il video della Campagna Fnomceo “Diciamo basta alla violenza contro i medici”: https://youtu.be/b9ZS_gl1O9Q
Ufficio Stampa Fnomceo