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di SALVO DI GRAZIA
In molti siti e sui social media si sente parlare di “dieta per l’endometriosi”. Quando sentiamo parlare di diete “miracolose” o vendute come risolutive per l’endometriosi, però, bisogna stare attenti: non solo si rischia di non risolvere nulla ma si potrebbe perdere tempo prezioso per la diagnosi della malattia, aggravandone il quadro. L’alimentazione gioca un ruolo di aiuto, significativo ma comunque complementare e non del tutto chiarito.
Ma andiamo per ordine.
Dottore, cos’è l’endometriosi?
L’endometriosi è una malattia che per anni è stata sottovalutata e che coinvolge non solo l’apparato riproduttivo della donna ma anche la sfera psicologica, comportamentale, l’apparato urogenitale, intestinale e la pelvi nel suo insieme. È caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della sua sede normale (l’endometrio è la mucosa che ricopre internamente l’utero, per prepararlo alla gravidanza) e che ha caratteristiche diverse da quello all’interno dell’utero. Questo tessuto “anomalo” si trova frequentemente nelle tube, a volte nelle ovaie ma può localizzarsi anche sull’intestino, la vescica e la parete addominale, fino a localizzazioni rare e lontane (polmoni, diaframma, ombelico e altro).
I sintomi più tipici dell’endometriosi sono il dolore (spesso durante le mestruazioni ma non solo), quelli a carico dell’apparato urinario, senso di peso, gonfiore addominale e altri. I sintomi possono essere talmente importanti da non consentire una normale vita sociale a chi ne è affetta. La diagnosi di endometriosi non è sempre facile, inizialmente si basa sulla presenza dei sintomi ma si approfondisce con la visita ginecologica, con esami ematochimici, ecografici e radiologici (risonanza magnetica).
Esiste una cura per l’endometriosi?
La terapia può essere farmacologica (farmaci ad azione ormonale) oppure arrivare fino alla chirurgia, per l’asportazione delle regioni colpite. Per esempio, in caso di una grave endometriosi intestinale può essere necessario asportare un tratto più o meno lungo dell’intestino (resezione intestinale). Questo accade solo di fronte a quadri molto gravi (il tessuto endometriale “erode” quello normale). In questi casi la chirurgia può essere anche seriamente invalidante. Per questo è fondamentale una diagnosi precoce.
Dottore, la dieta può fare la differenza?
Essendo coinvolti in questa malattia anche diversi organi lontani da quelli genitali, è indubbio che tra i sintomi possono esserci quelli gastrointestinali. Il gonfiore addominale, il senso di peso, le coliche, gli spasmi e il fastidio dopo mangiato possono essere sintomi abbastanza frequenti dell’endometriosi, tanto che è tipica la confusione con la sindrome del colon irritabile, visti i sintomi simili. È quindi conseguente che un’alimentazione corretta, equilibrata e controllata può sicuramente migliorare questa parte di sintomatologia, anche in maniera significativa [1].
Certamente non esiste la “dieta che cura l’endometriosi”: nessuna alimentazione potrà curare definitivamente o in maniera netta la malattia. Si è notato che spesso le pazienti “improvvisano” la dieta da seguire anche perché il ruolo e le regole dell’alimentazione in caso di endometriosi non sono ancora chiari [2]. Certamente non è mai bene improvvisare ma è sicuramente utile che ogni donna osservi le proprie predisposizioni e le necessità, facendo fronte a eventuali intolleranze e carenze nutrizionali.
Un altro elemento importante è che le ricerche più recenti notano un collegamento tra microbiota (la flora batterica intestinale) ed endometriosi [3,4]. Questo sottolinea maggiormente la necessità di un’alimentazione corretta e bilanciata che punta soprattutto a eliminare i cibi spazzatura, ultraprocessati e di scarso potere nutrizionale.
Le linee guida internazionali [5] su questa malattia consigliano di seguire un’alimentazione che tenga presente necessità personali adattandole a ciò che le donne stesse osservano (se i sintomi migliorano seguendo un tipo di alimentazione, è opportuno continuare a farlo), puntando ad aumentare frutta, vegetali e pesce, non eliminare i carboidrati e ridurre l’assunzione di latte, glutine e carne. Tutte queste regole, come detto, devono essere personalizzate e non considerate “cura” della malattia che ha ben altri approcci.
Oggi, proprio grazie alle conoscenze acquisite, molti centri specializzati nella cura dell’endometriosi prevedono una consulenza nutrizionale, un servizio aggiuntivo utile e spesso fondamentale. Per questo, in caso di dubbi, è bene rivolgersi a queste strutture.
(Fonte: dottoremaeveroche.it)