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Mi chiamo Carmelo DE MARCO, sono un comune cittadino, che come tanti altri milioni di italiani,
nei momenti di urgenza si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche, per usufruire di visite specialistiche ed
eventuali cure mediche.
Racconto la mia esperienza di qualche giorno addietro, quando trovandomi all’interno del
Policlinico Universitario di Messina “G. Martino”, ed esattamente in data 27/03/2024 dovendo effettuare una
visita di controllo, sono stato cordialmente avvicinato da una dottoressa specializzanda, la quale mi informava
di un progetto con finalità preventiva, relativamente all’opportunità di effettuare un esame presso il
“Laboratorio di Minerologia Ossea”, allo scopo di verificare lo stato di salute del mio apparto osseo –
scheletrico e quindi anticipare per tempo il “rischio di fratture”. Alla breve esposizione, cordiale ed esaustiva,
ritenendo lodevole tale progetto finalizzato a tutelare la salute dei singoli, accordavo il mio consenso scritto,
effettuando l’esame rappresentatomi.
All’esito dell’esame in questione dalla lettura del referto, mi è stato consigliato dagli specialisti,
di prenotare una “visita internistica per osteoporosi”, avendo riscontrato qualche discrasia tra i riferimenti
standard ed il mio attuale stato di salute, non proprio ideale.
Dopo qualche giorno, rappresentando il fatto al mio medico curante, la cui presente è diretta per
giusta e doverosa conoscenza, lo stesso ha redatto la relativa richiesta per consentirmi di effettuare la
prenotazione della visita in argomento.
Orbene, in data 02 – aprile – 2024, ho telefonato all’utenza 0941.1898059 (numero unico di
prenotazione) per richiedere una “visita internistica per osteoporosi”; dopo avere fornito le informazioni
richieste all’operatore preposto alla registrazione delle prenotazioni ospedaliere, mi è stato fissato un
appuntamento, in data 12 – giugno – 2026.
Ebbene, la visita in questione è stata fissata a distanza di 2 (due) anni e 2 (due) mesi, dopo
l’emissione della richiesta effettuata dal mio medico curante a seguito del consiglio datomi dalla dottoressa
che mi ha convinto prima ad effettuare l’esame e successivamente a proseguire l’azione di prevenzione, con
una visita specialistica di controllo.
A seguito di quanto sopra brevemente rappresentato, appare ovvio e scontato, che sarò costretto
a dovere effettuare privatamente una visita medica specialistica se vorrò “tutelare la mia salute, quale bene
fondamentale primario”, salvo invece aspettare 2 (due) anni e 2 (due) mesi, e peggiorare la mia attuale
condizione, vanificando così la meritoria azione preventiva posta alla base del mio controllo e la successiva
visita specialistica consigliatami.
Con la presente, voglio solo segnalare l’ennesimo, ma purtroppo non ultimo caso, in cui un
onesto cittadino, si ritrova a richiedere assistenza ad una sanità che non sempre aiuta, ad un apparato
sanitario che nonostante gli sforzi di tanti e i sacrifici di molti, non riesce a dare quelle giuste e sacrosante
risposte, di cui la collettività a gran voce chiede e pretende.
Concludo la mia segnalazione, nella consapevolezza dello sforzo quotidiano che in tanti si
prodigano ad effettuare, dal personale infermieristico al personale amministrativo; della risaputa e cronica
carenza di personale, alle vili ed ingiustificate aggressioni fisiche che subisce il personale medico e
paramedico, all’interno delle corsie ospedaliere, durante il turno di servizio, a cui va la mia totale solidarietà.