Views: 1
L’Aula Magna del Rettorato ha ospitato un seminario di studi in occasione della presentazione del volume “Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società”.
Scritto a quattro mani dal prof. Giuliano Amato (Presidente emerito della Corte costituzionale) e dalla dott.ssa Donatella Stasio (Editorialista de “La Stampa”), il libro racconta l’intenso viaggio negli anni dell’apertura della Corte Costituzionale alla società civile, per far conoscere tra i giovani, nelle carceri, nelle piazze e non solo un’istituzione che ha cambiato l’Italia. Un cambio di passo divenuto necessario per il Paese in un’epoca di ‘regressioni democratiche’ che, in Europa e nel mondo, continuano a minare lo Stato di diritto proprio con un attacco alle Corti.
I lavori sono stati inaugurati, alla presenza degli autori, dai saluti istituzionali della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari e del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, prof. Alessio Lo Giudice. L’evento è stato introdotto dal prof. Giacomo D’Amico (Responsabile Unità locale PRIN) e moderato dalla giornalista Natalia La Rosa (Responsabile GDS Academy Gazzetta del Sud). Hanno, invece, dialogato con il prof. Amato e la dott.ssa Stasio, i docenti Antonio Saitta e Luigi D’Andrea (Ordinari di Diritto costituzionale).
“Siamo onorati – ha detto la Rettrice – di aver avuto l’opportunità di poter accogliere nella nostra Aula Magna ospiti di grande rilievo, ovvero, il prof. Giuliano Amato che ha segnato la politica italiana ed è anche noto per le sue grandi competenze giuridiche, e la dott.ssa Donatella Stasio, Editorialista de ‘La Stampa’. La presentazione del loro libro rappresenta l’occasione per affrontare il tema del ruolo che la Corte costituzionale italiana riveste nella società. Desidero ringraziare i docenti della Cattedra di Diritto Costituzionale per l’organizzazione di questo importante evento”.
“Già da tempo – ha commentato il prof. Amato – la Corte costituzionale ha intrapreso un viaggio che definirei sacrosanto e che ha sempre saputo di dover fare. Si tratta di un viaggio comunicativo che ha incominciato a praticare con maggiore lucidità e consapevolezza solamente negli ultimi anni, sin da quando era Presidente Paolo Grossi. A questa esperienza si riferisce il libro, poggiando sulla premessa che pochi in Italia, per ragioni misteriose, sapevano, e forse ancora sanno, cosa fa la Corte Costituzionale che inoltre incide sulla vita degli italiani in modo diretto e su problemi, alle volte, cruciali. I cittadini vedono che per qualche motivo la loro vita è cambiata e magari non sanno che la fonte di quel cambiamento risiede nella Corte, non nel Governo, nel Parlamento o in loro stessi. Oggigiorno è importante che tutti sappiano e siano capaci di rendersi conto delle Istituzioni di garanzia di cui la Corte è, forse, l’espressione più piena. In questo senso, perciò, l’attività di comunicazione intrapresa è importante e si è rivelata tale anche, di converso, per consentire alla Corte costituzionale di conoscere meglio la realtà degli italiani su cui incide. Da qui il viaggio nelle Scuole, nelle carceri ed i contatti di varia natura che stanno continuando”.
Ufficio Stampa UniMe