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Noterelle riabilitative del padre del libraio “Avventura”

Noterelle riabilitative del padre del libraio “Avventura”

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di Filippo Cavallaro

Un testo, spesso citato, mi sovviene per onorare la memoria di un amico medico che mi coinvolgeva, in urgenza per aiutare dei bimbi con problemi di movimento dell’ambulatorio della pediatria. Nel libro il protagonista è un bambino di dieci anni, la stessa età dei bimbi che incontravo in quell’ospedale, protagonista di un’avventura, un viaggio imprevisto ed imprevedibile, meraviglioso ed affascinante. Marianna di Emozioni in carta lo definisce un metaromanzo, un libro, il primo, che parla di altri libri, in quanto Bastiano, il protagonista, si è nascosto per leggere il libro, il secondo, che ha rubato al signor Carlo, ma c’è un terzo libro che, mentre è immerso nella lettura, viene continuamente riscritto, aggiornato in base agli avvenimenti nei quali tutti i personaggi delle varie storie interagiscono.
I bambini della pediatria di allora oggi sono tutti giovani adulti, che dopo aver appreso come governare la loro condizione di salute, ora si dedicano a sodisfare le proprie aspirazioni e vivono pienamente la loro vita.
Nel romanzo ogni cosa inizia ad esistere con una propria storia solo dopo che le viene dato il nome o se quello precedente viene sostituito con un nome nuovo.
Bastiano ha quindi il doppio ruolo di lettore e personaggio che da il nome o rinomina ciò che avrà una nuova storia.
È la storia dei bimbi in pediatria che si trovavano ad affrontare una malattia cronica, l’artrite idiopatica giovanile (AIG), e che soffrivano per il dolore alle articolazioni colpite, associato al gonfiore si trovavano ad essere limitati nei movimenti, soprattutto dopo essere stati seduti a scuola. Come Bastiano si trova a fare una esperienza nuova immergendosi nel romanzo, come in un’avventura, anche i bimbi, senza volerlo, si trovano ad essere coinvolti totalmente nel processo della malattia, debbono imparare a conoscerne il nome, gli effetti che sta producendo nel corpo ma contemporaneamente darle un nome nuovo da propria compagna di avventura per condurla verso le possibilità da dare al corpo mantenendo le abilità ed imparandone sempre nuove. Questo processo fisioterapico più di quarant’anni fa l’ho studiato come addestramento all’”economia articolare” per mettere le singole articolazioni in condizioni di ridurre il carico e le tensioni, risparmiarsi nel lavoro articolare, economizzare sui tessuti cartilaginei. Compagni di avventura diventano anche gli splint ortesici e le posture.
Il libro che sta leggendo Bastiano è “La storia infinita”, lo ha rubato perché era incuriosito dal fatto che fosse con una copertina di pelle con inciso il simbolo di due serpenti intrecciati che si mordono vicendevolmente la coda. Creando un cerchio continuo tra l’uno e l’altro. Nel libro l’Infanta Imperatrice soffre di una malattia ingravescente e con il progredire di questa anche tutto il Regno sembra condannato alla rovina, in quanto il Nulla si sta espandendo facendo sparire ciò che conquista.
Anche il libro che ha Bastiano come protagonista ed il signor Carlo come libraio derubato si chiama “La storia infinita”, l’autore è Michael Ende, pbblicato in italiano nel 1981, nella traduzione di Amina Pandolfi, per la Collana La Gaja Scienza di Longanesi.
Il primo incontro con i bimbi fu sempre segnato da un grande pianto iniziale, un pianto forte, disperato, un tentativo di evitare il contatto, anche visivo, seguito, dopo la presa, il contatto fisico per proteggere l’articolazione infiammata e metterla a riposo, dalla sorpresa, dal continuare ad ignorare la mia presenza ma nel contempo dal profittare del momento di ritrovata libertà dal dolore. Gli altri giorni erano un continuo svelarsi, chiedere, incuriosirsi delle azioni e delle motivazioni. Un cercare parole nove che definivano l’apprendimento in condizioni patologiche, la rieducazione funzionale, la riduzione del dolore, il recupero della motricità …
Il promotore di questi incontri fu Gaetano Tortorella, il professore di Neuropsichiatria Infantile, che sempre affrontava la sofferenza dei bambini, li ascoltava, ne traduceva il linguaggio corporeo, si prodigava a tessere una rete di protezione annodando, anche solo per un attimo, fili che ancora non erano stati messi insieme … questo il caso della AIG, dell’ambulatorio di reumatologia pediatrica e della fisioterapia.

Filippo Cavallaro