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Il declino cognitivo va interpretato come un’esperienza soggettiva in cui gli individui notano delle modificazioni nella loro vita rispetto ai loro parametri di normalità che si può presentare come la difficoltà ricordare i nomi delle cose, nuovi problemi nel parlare o scrivere, o difficoltà nell’elaborare e comprendere le informazioni. Nel 15% dei casi circa il processo non progredisce, ma nel 50% dei casi si evolverà nella demenza correlata a una cerebropatia sottostante.
Le cause del declino cognitivo possono essere molteplici e gli individui possono soffrirne a qualsiasi età.
Nei soggetti più giovani, il declino cognitivo, potrebbe derivare da problemi di sonno, da disturbi dell’umore, dall’ansia, dall’uso di alcuni farmaci o dall’abuso di sostanze farmacologicamente attive.
Alcune modificazioni cognitive sono parafisiologiche, cioè cambiamenti cognitivi attesi come parte dell’invecchiamento normale. Ad esempio, diventa più difficile svolgere più attività contemporaneamente ovvero ad esempio avere più difficoltà a ricordare i nomi oppure dimenticare il perché di alcune azioni non rappresentano un sintomo evocativo di demenza.
Purtuttavia modificazioni della capacità mnemonica o dell’elaborazione cognitiva quotidiana potrebbero rappresentare le prime avvisaglie dell’Alzheimer, così come difficoltà a ricordare il nome di una posata davanti al cassetto della cucina che normalmente le contiene, oppure difficoltà nella gestione delle finanze, o nel non ricordare luoghi già visitati o ancora difficoltà nell’utilizzo di tecnologie che in precedenza erano di uso quotidiano.
Per Demenza dal punto di vista clinico si intende un progressivo declino cognitivo che porta ad aver bisogno di assistenza nella vita quotidiana. Questa può essere generata da diverse malattie cerebrali che causano una malattia neurodegenerativa progressiva, che poi si presenta come segni e sintomi di demenza e che deve essere rapidamente diagnosticata.
Naturalmente l’età rappresenta il fattore di rischio più frequente di demenza, per questo motivo questa diagnosi va sempre sospettata una malattia cerebrale che cova sotto la cenere nei casi di declino cognitivo.
L’Associazione contro l’Alzheimer ha stilato un elenco di 10 sintomi più precoci di Demenza:
1) Perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana.
2) Dimenticare nomi o appuntamenti, ma ricordarli in seguito, difficoltà a seguire i punti di una ricetta, o a tenere traccia delle bollette mensili, ad avere difficoltà a concentrarsi e/o impiegare molto più tempo per fare le cose rispetto a prima.
3) Difficoltà nel portare correttamente a termine compiti familiari, oppure a guidare verso un luogo familiare, oppure a organizzare una lista della spesa o a ricordare le regole di un gioco preferito.
4) Confusione con il tempo o il luogo, eventualmente avendo difficoltà a comprendere qualcosa se questa non sta accadendo immediatamente. A volte possono dimenticare dove si trovano o come ci sono arrivati.
5) Difficoltà nella comprensione delle immagini visive e delle relazioni spaziali con difficoltà di equilibrio o difficoltà di lettura o dismetrie o alterazione nella percezione dei colori.
6) Problemi con nel trovare le parole corrette o nello scriverle avendo interruzione dell’elaborazione del discorso o della frase oppure ridondanze dell’esposizione dei concetti con riduzione del vocabolario ed errori nel chiamare oggetti di uso comune.
7) Smarrire le cose e perdere la capacità di ripercorrere i passi, oppure ordinare le cose in posti insoliti per poi perderle ed accusare gli altri di furto.
8) Giudizio ridotto (soprattutto con la gestione dei soldi), scarso processo decisionale o prestare meno attenzione alla cura della propria persona o alla propria pulizia.
9) Ritiro dal lavoro o dalle attività sociali ad esempio a causa della difficoltà nel sostenere o seguire una conversazione che portano a ritirarsi da hobby, attività sociali o altri impegni.
10) Cambiamenti di umore e personalità, apparire confusi, sospettosi, depressi, timorosi o ansiosi.
La rapidità dell’evoluzione della malattia è fortemente variabile e viene condizionata fortemente dalle eventuali patologie cerebrali di base. A questo va aggiunto che la diagnosi spesso e ritardata a causa della difficoltà, da parte dei pazienti, di parlare del proprio declino cognitivo. Tutto questo impedisce di porre in essere misure proattive precoci per cercare di ridurre il rischio di peggioramento del deterioramento cognitivo. Fondamentale è poi la ricognizione e la riconciliazione farmacologica, garantire un buon sonno, una adeguata attività fisica quotidiana e la valutazione ed eventuale correzione della perdita dell’udito (noto fattore di rischio per la demenza).
Una valorizzazione dei rapporti sociali, degli incontri, degli impegni e delle frequentazioni aiutano a rivitalizzare il nostro cervello, perché il coinvolgimento cerebrale rappresenta la principale cura per la demenza.