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Lipoproteina(a) e progressione della stenosi aortica calcifica: una nuova speranza terapeutica

Lipoproteina(a) e progressione della stenosi aortica calcifica: una nuova speranza terapeutica

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La stenosi aortica calcifica è una delle malattie valvolari più comuni a livello mondiale, colpendo circa il 3% della popolazione sopra i 65 anni. La progressione di questa patologia, caratterizzata dall’ispessimento e dalla calcificazione delle valvole aortiche, conduce a gravi complicanze cardiache. Attualmente, non esistono trattamenti farmacologici efficaci per rallentare la progressione emodinamica della stenosi aortica. Tuttavia, un recente studio pubblicato su JAMA Cardiology nel luglio 2024, condotto dal Dr. Benoit J. Arsenault e colleghi, ha evidenziato un possibile legame tra le concentrazioni plasmatiche di lipoproteina(a) e la progressione della stenosi aortica.
Lo studio
L’obiettivo principale era determinare l’associazione tra le concentrazioni plasmatiche di lipoproteina(a) e la progressione emodinamica della stenosi aortica. Per raggiungere questo scopo, i ricercatori hanno condotto una meta-analisi di cinque studi clinici longitudinali, coinvolgendo 710 pazienti con stenosi aortica provenienti da Canada e Regno Unito. I dati sono stati raccolti tra marzo 2001 e marzo 2023 e analizzati da marzo 2023 ad aprile 2024.
Le principali misure di outcome includevano il cambiamento annualizzato della velocità massima del getto aortico, il gradiente transvalvolare medio e l’area della valvola aortica, valutati tramite ecocardiografia.
I risultati
Dai risultati dell’analisi è emerso che i pazienti con le concentrazioni più elevate di lipoproteina(a) presentavano una progressione più rapida della velocità massima del getto aortico e del gradiente transvalvolare medio rispetto a quelli con le concentrazioni più basse. In particolare, i pazienti nel terzile più alto delle concentrazioni di lipoproteina(a) mostravano una progressione del 41% più rapida della velocità massima del getto aortico (stima 1.41; IC 95%, 1.13-1.75) e una progressione del 57% più rapida del gradiente transvalvolare medio (stima 1.57; IC 95%, 1.18-2.10) rispetto ai pazienti nel terzile più basso. Non sono state riscontrate differenze significative nella progressione dell’area della valvola aortica tra i diversi gruppi.
I risultati dello studio suggeriscono che la lipoproteina(a) potrebbe essere un importante target terapeutico per la stenosi aortica. Sebbene l’associazione tra lipoproteina(a) e la progressione della malattia sia stata dimostrata, sono necessari ulteriori studi per confermare se questa relazione sia causale e se la riduzione delle concentrazioni di lipoproteina(a) possa effettivamente rallentare la progressione della stenosi aortica.
In questo contesto, il trial clinico Lp(a)FRONTIERS CAVS valuterà l’ipotesi che la riduzione della lipoproteina(a) con l’oligonucleotide antisenso pelacarsen possa ridurre la progressione della stenosi aortica. Questo studio controllato con placebo documenterà l’impatto di pelacarsen rispetto al placebo sulla progressione della stenosi aortica, misurata tramite ecocardiografia e tomografia computerizzata del calcio aortico, coinvolgendo circa 500 pazienti.
L’analisi condotta dal team di Arsenault rappresenta un passo significativo nella comprensione dei meccanismi di progressione della stenosi aortica e apre nuove prospettive terapeutiche. L’eventuale successo di interventi mirati alla riduzione della lipoproteina(a) potrebbe rivoluzionare il trattamento della stenosi aortica, una condizione per la quale attualmente non esistono terapie farmacologiche efficaci. Ulteriori studi clinici e ricerche saranno fondamentali per confermare questi promettenti risultati e tradurli in applicazioni cliniche concrete.
Pubblicato su JAMA Cardiology, luglio 2024.