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Noterelle riabilitative del padre del libraio “Competizione”

Noterelle riabilitative del padre del libraio “Competizione”

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di Filippo Cavallaro

Un piumino da cipria, questo l’abito con cui ha sfilato, alla cerimonia inaugurale delle olimpiadi 2024, il 26 luglio scorso sulla passerella Debilly a Parigi.
Bebe Vio sogna una olimpiade per tutti.
Lealtà è non prendere scorciatoie dice Papa Francesco nel documento/intervista che anticipava le olimpiadi di Tokio e che la Gazzetta dello Sport omaggiò a tutti come opuscolo per gli auguri di Capodanno 2021. Una delle sette parole manifesto di cui ora approfitto. La qualificazione ai giochi olimpici è un percorso leale, bisogna dimostrare sul campo, nei mesi precedenti, il valore ed i risultati raggiunti.
È un impegno, perché avere un talento, una abilità o una qualità, è un privilegio ed una responsabilità. lo sa e lo dimostra Bebe Vio che il talento della scherma scoperto da bambina continua a far fruttare con la stessa allegria e curiosità che la caratterizzavano allora, anche nelle attività dei piccoli scout.
È sacrificio nel senso di dare sacralità alla fatica. Una fatica che si accetta per raggiungere il risultato. Lo sanno bene Rosaria, Cosimo, Carmelo, Giacomo, e più di tutti Emanuele che in questi giorni di solleone agostano si fanno guidare per il recupero del cammino in autonomia.
È inclusione contrapposta al razzismo, ed all’emarginazione, ma Bebe vorrebbe una olimpiade unica con la partecipazione di tutti, e non potendo esserci tra gli atleti si impone come modella nella sfilata per l’inclusività, lei con tutte le estremità ferrose vestita di piume rosa.
È spirito di gruppo, sia se si è già una squadra, che per chi pratica sport individuale che, finita la gara e uscito di pista, cerca gli altri per un abbraccio, un confronto, un conforto, un dialogo.
È ascesi perché l’esperienza del dolore è spesso legata allo sforzo, ma è una esperienza che bisogna superare, distaccarsene, senza rinunciare all’obiettivo. Il corpo nel fare attività nuove dal gesto tecnico, alla velocità, dall’utilizzo di un nuovo attrezzo all’esprimersi in un contesto differente. Ogni nuova volta non sa come esprimere la condizione appena vissuta. Nicola ad un anno quando lo fa si sorprende, sorride, e continua a giocare. L’adulto, anche se atleta, alcune percezioni, superati i canoni a cui è allenato, le classifica come dolore, ma possono diventare un fenomeno. L’atleta diventa fenomenale.
È riscatto a volte la fatica, il duro lavoro, vince sul talento, la voglia di far sapere quanto si vale , fa sì che l’occasione dello sport faccia dare più del massimo nell’unica occasione in cui può giocarsi il successo.
Bebe Vio sogna l’Olimpiade Unica per tutti, è stata brava ad essere presente a luglio, nell’unico spazio dove ha potuto partecipare, riscattando il ruolo, ed, arrivando prima per coerenza, fermezza, volontà ma soprattutto per la leggerezza e la gioia.