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Presentati al Congresso della Società Europea di Cardiologia i dati di QUADRO, uno studio clinico di fase III internazionale multicentrico condotto su pazienti affetti da ipertensione resistente, che ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza di una combinazione di quattro farmaci in un’unica pillola a dosaggio fisso nel controllo dell’ipertensione resistente e nel migliorare l’aderenza al trattamento da parte di questi pazienti.
Tra il 5%[1] e il 10%[2] dei pazienti ipertesi, infatti, sono classificati come ipertesi resistenti, caratterizzati da un maggior rischio di eventi cardiovascolari prematuri come ictus, infarto del miocardio e malattie renali croniche. Rappresentano un setting di pazienti ipertesi difficili da trattare, che richiedono una politerapia quotidiana di un minimo di quattro farmaci necessari per ottenere un adeguato controllo della pressione sanguigna. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che, a livello mondiale, il 50%[3] dei pazienti con malattie cardiovascolari non segua in modo corretto le prescrizioni mediche, compromettendo l’efficacia della terapia e aumentando il rischio di gravi complicanze. Le attuali linee guida internazionali per il trattamento dell’ipertensione raccomandano quindi le combinazioni di pillole singole (SPC) come soluzioni ottimali per un migliore controllo della pressione sanguigna, una semplificazione dei regimi di trattamento e un aumento dell’aderenza alle cure.
Per rispondere a queste sfide e in qualità di leader mondiale nel settore dell’ipertensione[4], da oltre 50 anni Servier innova nel campo dell’ipertensione, continuando a sviluppare SPC finalizzate ad una gestione più efficace della patologia ipertensiva. Il Gruppo ha sviluppato, infatti, otto SPC per l’ipertensione, prestando particolare attenzione alla semplificazione del trattamento e al miglioramento dell’aderenza per raggiungere il controllo della pressione sanguigna. Questa leadership nell’innovazione continua con lo studio QUADRO, che rafforza l’impegno di Servier nel fornire soluzioni efficaci e sicure ai pazienti con ipertensione difficile da trattare.
Arnaud Lallouette, Executive Vice President, Global Medical and Patients Affairs di Servier, ha commentato: “I risultati dello studio QUADRO rappresentano un progresso importante per i pazienti affetti da ipertensione resistente. La combinazione di quattro farmaci essenziali in un’unica pillola semplificherebbe il trattamento e migliorerebbe l’aderenza del paziente, che è fondamentale per prevenire le gravi complicanze legate all’ipertensione. In Servier riteniamo che questi risultati non solo forniscano un nuovo approccio alla gestione di una patologia difficile, ma riflettano anche il nostro più ampio impegno nell’affrontare il problema dell’aderenza dei pazienti su scala globale, con benefici per l’intero sistema sanitario.”
QUADRO è il primo studio a valutare l’efficacia di una SPC che integra quattro classi di farmaci antipertensivi, ben conosciuti nella pratica clinica e raccomandati dalle linee guida di trattamento. Questi farmaci lavorano insieme in modo sinergico per ottimizzare il controllo della pressione arteriosa. Lo studio QUADRO di fase III, randomizzato, in doppio cieco, condotto su 183 pazienti in 13 Paesi, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di un trattamento di otto settimane con la quadriterapia a base di perindopril, indapamide, amlodipina e bisoprololo con una triplice terapia, composta da perindopril, indapamide e amlodipina, alla massima dose tollerata.
Il professor Stefano Taddei dell’Università Statale di Pisa ha dichiarato: “Lo studio QUADRO supporta l’uso di quattro farmaci combinati in un’unica pillola per migliorare il controllo della pressione sanguigna nei pazienti con ipertensione resistente e/o difficile da trattare. Inoltre, il disegno robusto e la natura multicentrica internazionale dello studio danno fiducia ai risultati”.
Lo studio QUADRO ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia, con una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica (SBP) in studio di -20,7 mmHg per la quadriterapia, rispetto a -11,3 mmHg per la triplice terapia (p<0,0001). Anche il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa (ABPM) nelle 24 ore, che rappresenta il principale endpoint secondario, ha mostrato un miglioramento con la quadriterapia rispetto alla triplice terapia.
Entrambi i trattamenti sono stati ben tollerati con profili di sicurezza simili in entrambi i gruppi. Pochi eventi avversi sono stati sperimentati in ciascun gruppo (rispettivamente 12 AE riportati nel gruppo della quadriterapia SPC e 10 nel gruppo della tripla terapia). Gli eventi avversi correlati al trattamento sono stati segnalati in un paziente in ciascun gruppo (1 paziente con bradicardia e 1 con palpitazioni). L’ipotensione ortostatica si è verificata solo in pochi casi (3 pazienti nel gruppo della quadriterapia SPC e 1 nel gruppo della terapia tripla) e non si sono verificati eventi avversi gravi correlati al trattamento.