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di Angelo Petrungaro
Santo Patrono dell’Esercito
Dal Comando della Brigata Meccanizzata “Aosta”, è stato ricordato, con una celebrazione liturgica nella Chiesa di S. Elia in Messina, il Santo Giovanni XXIII Papa Patrono dell’Esercito. Ha celebrato Don Rosario Scibilia Cappellano Militare dell’Arma dei Carabinieri.
Presenti, fra gli altri, il Col. Roberto Pace, Comandante del 5° Rgt. Fanteria “Aosta”, e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma fra cui il Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro, Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale della Sanità Militare Italiana.
La celebrazione ha permesso di conoscere il Santo Patrono Papa Giovanni XXIII al secolo Angelo Roncalli (25 Novembre 1881 – 3 Giugno 1963) di famiglia contadina. Soldato, Sergente di Sanità, Cappellano Militare durante la Prima Guerra Mondiale. Eletto Papa nel Conclave del 1958. In meno di cinque anni di Pontificato apportò molta innovazione in seno allo stesso, è autore dell’Enciclica “Pacem in Terris”, oggi di grande interesse.
La figura di Cappellano Militare del Papa Santo fa venire in mente altri Cappellani Militari non saliti agli onori dell’altare ma umilmente degni di essere ricordati come Don Giovanni Brevi Tenente Cappellano Militare della Divisione Alpina “Julia” che, assegnata all’ARMIR, il 15 Agosto 1942 parte per il fronte russo e fatto prigioniero il 12 Gennaio 1943 in un campo di punizione dove si distingue per l’aiuto anche infermieristico dato agli altri prigionieri. E’ condannato a 30 anni di lavori forzati da passare nei Gulag. Medaglia d’oro al Valor Militare, nella motivazione viene definito “Apostolo della Fede e Martire del Patriottismo”. Tornò dalla prigionia nel 1954.
Facendo riferimento al Fronte Russo non si può non ricordare il Ten. Med. Enrico Reginato, del Battaglione Alpini Sciatori “Monte Cervino”, che mandato nel Gennaio 1942 sul Fronte Russo viene catturato il 28 Aprile e trascorre nei Campi di concentramento Sovietici 12 anni; anch’egli è Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Un Cappellano che si coprì di gloria durante la Seconda Guerra Mondiale è Don Giacomo Davoli del Rgt. “Savoia Cavalleria” (3°), il quale in Ucraina una volta venne ripreso mentre battezzava un bimbo appena nato alla presenza del Cap. Med. Antonino D’Amico Messinese che fece da Padrino ma, fatto prigioniero nel Dicembre 1941, venne assassinato dai Sovietici insieme ai prigionieri del 3° Rgt. Bersaglieri al quale era stato comandato. E’ insignito della Croce di Guerra al Valor Militare.
Il Cap. Med. Antonino D’Amico una volta ferito venne rimandato in Patria dove, dopo l’8 Settembre 1943 e la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, continuò a prestare la propria opera all’Ospedale Militare di Baggio (MI) con l’incarico di Aiutante maggiore. E’ Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Tutto questo si ricorda Ad perpetuam rei memoriam.