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di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
In ogni momento dell’anno è possibile sottoporsi ai vaccini contro lo pneumococco, il batterio responsabile della maggior parte delle polmoniti. Il 12 novembre si è celebrata la Giornata mondiale contro la polmonite (World Pneumonia Day), un’occasione per sensibilizzare alla prevenzione di una delle malattie più pericolose.
Le infezioni che colpiscono i polmoni mettono a rischio soprattutto la vita dei bambini: ogni anno, infatti, sono la causa del 14% di tutti i decessi infantili [1]. La prevenzione oggi è possibile, soprattutto grazie ai vaccini che combattono le conseguenze dell’infezione e proteggono dalle forme più gravi. Raccomandati anche ai soggetti fragili ed anziani, sono offerti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale. Ma un adulto sano dovrebbe vaccinarsi?
Dottore, cos’è lo pneumococco?
È un batterio (streptococcus pneumoniae) che può infettare le vie aeree; si trasmette con contatto diretto o ravvicinato, tramite starnuti e colpi di tosse. Questo agente patogeno è una delle principali cause delle polmoniti, cioè le infiammazioni del tessuto di uno o di entrambi i polmoni. In particolare, in questo caso, si tratta di polmoniti batteriche. Lo pneumococco provoca anche otiti, sinusiti e, se riesce a diffondersi nell’organismo, potrebbe causare sepsi e meningite [2,3,4].
Il contagio, quindi, è molto facile. Siamo tutti a rischio?
Le malattie provocate dallo pneumococco colpiscono soprattutto i neonati e i bambini molto piccoli e gli anziani. Il rischio, inoltre, è alto per i fumatori, per quanti sono affetti da patologie respiratorie croniche, per chi soffre di disturbi cardiocircolatori o di diabete e per coloro che abbiano subìto l’asportazione della milza. L’infezione è particolarmente pericolosa per le persone con il sistema immunitario indebolito, condizione che si può verificare dopo una malattia – basta una semplice influenza – o quando si è sottoposti a terapie contro i tumori oppure a seguito di un trapianto di organi.
Per prevenire tali esiti sono disponibili i vaccini anti-pneumococco, che stimolano l’organismo alla produzione di anticorpi capaci di contrastare il batterio e difendere dalle conseguenze più serie [2,5].
Dottore, i vaccini sono efficaci?
Sì, nei bambini la protezione è significativa: il vaccino riesce a prevenire la malattia pneumococcica, la polmonite e l’otite [6]. L’efficacia è notevole anche nei soggetti anziani e fragili: vaccinarsi riduce il rischio di ospedalizzazione in caso di polmonite ed evita l’aggravarsi dell’infezione che, in alcuni casi, porta al decesso [7].
Come si può accedere al vaccino?
La vaccinazione anti-pneumococcica non è obbligatoria; è raccomandata e offerta gratuitamente alle categorie che abbiamo citato come più a rischio: bambini piccoli (dai 6 mesi di vita) e persone con oltre 65 anni di età.
Il vaccino è disponibile in diverse tipologie. Le più utilizzate sono il cosiddetto 13-valente coniugato (PCV13), indicato per i bambini minori di 2 anni di età, e il polisaccaridico 23-valente (PPV23). Agli adulti è somministrato solitamente in un’unica dose, salvo casi particolari. Sarà il medico di medicina generale a indirizzare i pazienti verso la soluzione più adatta, dopo aver valutato l’opportunità di vaccinarsi [2,8].
Sono invece tre le dosi raccomandate per i più piccoli, di solito eseguite con la vaccinazione esavalente [9]. In ogni caso, basta una semplice iniezione intramuscolare. Si può eseguire in qualsiasi periodo dell’anno anche insieme ad altre vaccinazioni, come quella antinfluenzale.
Dottore, sono possibili effetti avversi?
I vaccini anti-pneumococco sono sicuri: sono utilizzati da oltre vent’anni e nel tempo l’efficacia e la sicurezza sono aumentate. Gli eventuali effetti avversi sono generalmente lievi e di breve durata. Si possono presentare dolore, gonfiore o rossore nell’area dell’iniezione e talvolta mal di testa e dolori muscolari. Nei bambini potrebbero verificarsi sonnolenza, irritabilità, febbre [2,5].
Un adulto sano, sotto i 65 anni di età, deve vaccinarsi contro lo pneumococco?
I principali protocolli sanitari internazionali, recepiti anche in Italia, raccomandano la vaccinazione anti-pneumococco ai soggetti sani che lavorano in strutture sanitarie, specialmente se a contatto con i bambini. In tutti gli altri casi è bene consultarsi con il proprio medico. Ricordiamo che chi si vaccina contribuisce allo sviluppo dell’immunità di gregge, cioè impedisce il diffondersi dell’infezione, proteggendo anche la popolazione a rischio priva di protezione [2].
(Fonte: dottoremaeveroche.it)