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di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
Trascorriamo circa il 90% del nostro tempo in spazi chiusi [1]. Ed è anche in questi luoghi che siamo esposti all’inquinamento atmosferico. Sembra una contraddizione, ma è così. Non solo casa, ma anche scuole, uffici, automobili e mezzi pubblici, locali ricreativi, palestre, alberghi, strutture sanitarie: sono i luoghi in cui si concentrano le sostanze inquinanti che le quattro mura non riescono a schermare.
Materiali da costruzione, vernici, solventi, colle, arredi, mobili, tappezzerie, detergenti, disinfettanti, insetticidi, stufe, camini, candele, bastoncini di incenso e il fumo di sigaretta sono solo alcuni dei fattori che contribuiscono alla contaminazione dell’aria. Senza un corretto ricambio d’aria, infatti, questi inquinanti si accumulano, e i rischi, temporanei o cronici, per la salute nostra e dei nostri bambini aumentano [2]. Dunque, cosa è meglio: tenere le finestre chiuse o aprirle più di frequente?
Dottore, le nostre case sono inquinate?
Le fonti di inquinamento in casa provengono sia dall’estero sia dall’interno. Mentre l’aria esterna e quella degli edifici pubblici è soggetta a norme per ridurne la tossicità, e quindi anche a controlli, negli ambienti domestici gli unici responsabili della qualità dell’aria siamo noi [3].
Il gruppo più nutrito di inquinanti è rappresentato dalle particelle sospese (le note polveri sottili, o particolato). Queste polveri penetrano negli ambienti chiusi dall’esterno.
Ci sono poi gli IPA, idrocarburi che derivano dalla combustione, che noi stessi produciamo durante attività quotidiane come cucinare e riscaldare casa. Ogni tipo di combustibile ne produce, persino i materiali considerati ecologici come la legna, perché è il processo di combustione a generare inquinamento. Sono quindi fonti di tossicità anche le sigarette, sia le classiche sia quelle elettroniche. Il fumo si deposita sugli arredi e permane per lungo tempo, con conseguenze nocive soprattutto per i bambini [2]. L’esposizione dei più piccoli richiede particolare attenzione, come abbiamo spiegato nella scheda “Gli ambienti chiusi proteggono i bambini dall’inquinamento?”.
Quali sono le altre fonti inquinanti interne?
Gli arredi, specialmente se appena acquistati, possono rilasciare inquinanti per lungo tempo. Sono diversi i materiali da costruzione che liberano nell’aria sostanze potenzialmente tossiche. Tra questi, i composti organici volatili (COV), come la formaldeide che, sebbene soggetta a divieti, è ancora diffusa. Altre fonti sono le colle, gli isolanti, le vernici.
Un’ampia categoria di contaminanti indoor ha origine biologica. Si tratta dei batteri e dei virus (umani e animali), dei pollini delle piante, dei funghi e delle muffe che si possono sviluppare nell’umidità, degli acari. Se si vive insieme ad animali domestici è, inoltre, necessario cambiare l’aria più spesso e rimuovere gli eventuali allergeni passando l’aspirapolvere e lo straccio umido [2,3].
Dottore, quali sono i danni per la salute causati dagli inquinanti nei luoghi chiusi?
L’elenco degli effetti sulla salute causati da una pessima qualità dell’aria è davvero lungo. Raccomandiamo attenzione soprattutto ai soggetti cardiopatici, a quanti soffrono di ipertensione o di patologie respiratorie come asma o bronchite cronica, agli allergici [2]. Le conseguenze più lievi e passeggere possono essere mal di testa, riniti, irritazioni alla gola o agli occhi, ma non sono escluse malattie più pericolose che coinvolgono, a lungo termine, il sistema immunitario, quello riproduttivo, oppure le malattie neurologiche, ictus e alcuni tumori [4].
Di recente, la ricerca clinica ha evidenziato danni anche sulle funzioni cognitive. Un gruppo di studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health ha rilevato punteggi più alti nei test cognitivi in soggetti che vivevano in edifici ecologici, cioè dotati di filtri in grado di bloccare le particelle inquinati, ben ventilati e realizzati con materiali a bassa emissione di COV. Queste condizioni garantivano, secondo i risultati dello studio, anche una qualità del sonno migliore [5].
Allora non basta aprire le finestre per “cambiare aria”?
Attenzione: l’aerazione dei locali è fondamentale, nonostante si viva in luoghi che, come le città, sono inquinati. Una ventilazione adeguata della casa riduce il rischio di trasmissione di malattie respiratorie e migliora il benessere generale. Sono sufficienti pochi minuti al giorno per rendere l’ambiente casalingo più sano, scegliendo – se possibile – di spalancare le finestre più lontane dalle strade trafficate.
Per ridurre gli agenti inquinanti indoor è importante arieggiare quando si fanno le pulizie, quando si stira. E mentre si cucina è bene azionare la cappa aspirante. Altrettanto importante è evitare la diffusione di sostanze chimiche in casa. Gli insetticidi vanno utilizzati con precauzione e, subito dopo l’applicazione, occorre cambiare l’aria non restando nella stanza. Anche i prodotti per la profumazione degli ambienti, come i deodoranti o i diffusori di essenze, vanno utilizzati con parsimonia. È inutile, inoltre, fare affidamento sulle piante per purificare l’aria: non esiste alcuna prova che siano efficaci contro gli inquinanti [2,6]. Ricordiamo, infine, che l’utilizzo improprio dei detersivi può essere nocivo per la salute. Conservare i prodotti per la pulizia all’esterno, in balcone o in garage, per evitare l’esposizione a esalazioni tossiche, è meglio.
Se si utilizza un impianto di climatizzazione è possibile tenere chiuse le finestre?
Dipende dal tipo di sistema di climatizzazione installato e, soprattutto, dalla sua corretta manutenzione. Se ci sono malfunzionamenti o semplicemente se i filtri sono sporchi e non sono stati cambiati periodicamente, i climatizzatori, così come i deumidificatori, possono diventare una fonte significativa di inquinamento. Se non c’è un’adeguata ventilazione, inoltre, possono svilupparsi le muffe [1,2,6].
Dottore, la muffa influisce sulla qualità dell’aria?
Sì. Le muffe si sviluppano quando c’è umidità, che si forma anche in assenza di aerazione. Per esempio dopo la doccia, lasciando aperte lavastoviglie e lavatrice dopo l’uso, cucinando, stirando oppure lasciando asciugare la biancheria dentro casa. Come si sa, le muffe rilasciano sostanze che possono provocare irritazioni e allergie e, nel lungo periodo, problemi seri all’apparato respiratorio. Occorre, quindi, controllare le zone della casa dove si accumula umidità e, in caso di muffa, rimuoverla muniti di mascherina e guanti [7,8].
(Fonte: dottoremaeveroche.it)