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La principale caratteristica degli umani è la capacità di adattamento. Questo ha consentito la scalata nella piramide delle specie. Il cervello umano, grazie alla capacità di riparare i sui tessuti è in grado di guarire da traumi significativi. Studi avanzatissimi hanno dimostrato però che il glisofato, anche dopo un breve contatto, può causare danni per manenti al cervello vista la facilità con la quale supera la barriera ematoencefalica.
Sembra che i topi esposti all’erbicida glifosato sviluppino una significativa flogosi cerebrale fonte di malattie neurodegenerative molto simile alla malattia di Alzheimer a causa della persistenza dei metaboliti del glifosato, il cui più importante è l’acido amminometilfosfonico, nel cervello dei topi fino a sei mesi dopo la fine dell’esposizione.
Questo studio ha confermato la vulnerabilità del cervello al glifosato che potrebbe essere correlato con la crescente incidenza del declino cognitivo nella popolazione anziana, in particolare nelle comunità rurali dove l’esposizione al glifosato è più comune a causa dell’agricoltura su larga scala che meritano urgenti e più approfondite conferme scientifiche. Sembra infatti che i braccianti agricoli, i giardinieri e gli altri impiegati in agricoltura hanno maggiori probabilità di essere esposti al glifosato tramite inalazione o contatto con la pelle. Inoltre l’ingestione di residui di glifosato su alimenti spruzzati con l’erbicida sembra rappresentare un potenziale pericolo per la salute attraverso l’accumulo di sostanza amiloide-β e tau, proteine chiave che determinano placche e grovigli di tau (quelli che oggi sono considerati i marcatori diagnostici della malattia di Alzheimer) che interrompono il funzionamento neurale e sono direttamente collegati alla perdita di memoria e al declino cognitivo.
Allo stato attuale il glifosato è l’erbicida più ampiamente utilizzato al mondo, utilizzato su colture tra cui mais, soia, barbabietole da zucchero, erba medica, cotone e grano. Grazie alla creazione in laboratorio di colture tolleranti al glifosato (geneticamente modificate per essere irrorate con glifosato senza morire) l’uso del glifosato è aumentato.
A causa del suo uso diffuso, la sostanza chimica si trova in tutta la catena alimentare. Persiste nell’aria, si accumula nei terreni e si trova nelle acque superficiali e sotterranee.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro classifica il glifosato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” oltre a rappresentare la causa del peggioramento delle malattie neurodegenerative, contribuendo a patologie come quelle osservate nel morbo di Alzheimer.
https://jneuroinflammation.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12974-024-03290-6
https://www.atsdr.cdc.gov/toxguides/toxguide-214.pdf
https://news.asu.edu/20220728-new-study-shows-commonly-used-agricultural-herbicide-crosses-bloodbrain-barrier