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Le nuove tecnologie, come le app per smartphone, potrebbero essere fondamentali per ridurre l’uso di oppioidi e migliorare l’adesione ai trattamenti. Un recente studio dell’Università del Texas ha dimostrato che i pazienti con disturbo da uso di oppioidi (OUD) che utilizzano un’app come supporto al trattamento farmacologico riescono a ridurre il consumo di oppioidi e a restare in terapia più a lungo rispetto a chi riceve solo farmaci.
Lo studio ha coinvolto 600 pazienti svantaggiati e ha confrontato due gruppi: uno che utilizzava l’app per smartphone, insieme ai farmaci, e uno che riceveva solo il trattamento farmacologico. I risultati sono stati positivi: chi ha usato l’app ha ridotto il consumo di oppioidi del 35% rispetto agli altri, e ha continuato la terapia per un periodo più lungo, con una percentuale di adesione al trattamento superiore del 19%.
Elise Marino, direttrice delle operazioni di ricerca all’UT Health San Antonio, ha spiegato che questi risultati suggeriscono che combinare il trattamento farmacologico con l’app per la gestione delle emergenze basata su smartphone può portare importanti benefici per i pazienti, soprattutto per quelli più vulnerabili. Inoltre, l’uso di queste tecnologie potrebbe ridurre il pesante impatto sociale ed economico dell’epidemia di oppioidi.
Il disturbo da uso di oppioidi è una crisi sanitaria globale che causa enormi perdite umane e costi economici. Negli Stati Uniti, il costo sociale dell’abuso di oppioidi ha raggiunto quasi 969 miliardi di dollari nel 2018. I farmaci come metadone, buprenorfina e naltrexone sono considerati i trattamenti più efficaci per questa condizione, riducendo in modo significativo i rischi di overdose e altre complicazioni.
Nonostante i farmaci siano efficaci, alcuni pazienti fanno fatica a continuare il trattamento. Questo suggerisce la necessità di un supporto aggiuntivo, come la gestione delle contingenze (CM), che offre incentivi per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici, come l’astinenza da oppioidi.
Tradizionalmente, la CM è stata somministrata in cliniche, ma l’obbligo di partecipare a più appuntamenti settimanali in presenza può risultare difficile per molte persone. La pandemia di COVID-19 ha amplificato queste difficoltà, portando molte persone a preferire alternative come la telemedicina e le app.
Una di queste app è WEconnect, che integra la CM in un programma orientato al recupero. Oltre a supportare il monitoraggio del consumo di oppioidi, l’app permette ai pazienti di fissare obiettivi giornalieri che vanno oltre il trattamento, come partecipare a riunioni di Narcotici Anonimi o fare attività fisica. WEconnect offre anche supporto tra pari, consentendo agli utenti di interagire con altre persone in recupero in qualsiasi momento, senza la necessità di appuntamenti in clinica.
Lo studio condotto dal team dell’Università del Texas ha coinvolto pazienti di 18 anni e oltre, senza assicurazione o con una copertura insufficiente, che ricevevano solo MOUD (trattamento farmacologico) o MOUD + CM tramite l’app WEconnect. I risultati mostrano che i pazienti che hanno usato l’app hanno ridotto il consumo di oppioidi a una media di 8,4 giorni alla fine del trattamento, rispetto ai 12 giorni del gruppo che ha ricevuto solo farmaci. Inoltre, i pazienti che hanno utilizzato l’app hanno proseguito il trattamento per una media di 290 giorni, contro i 236 giorni di chi ha avuto solo farmaci.
I ricercatori ritengono che questi risultati siano promettenti e mostrano come l’integrazione delle tecnologie mobili nei trattamenti per l’uso di oppioidi possa migliorare l’efficacia della terapia. Offrire supporto basato su app potrebbe diventare una risorsa fondamentale per aiutare i pazienti, in particolare quelli che provengono da contesti svantaggiati, a ricevere il trattamento di cui hanno bisogno.
L’Università del Texas è riconosciuta a livello mondiale per la qualità della sua ricerca, con una posizione di rilievo nelle classifiche internazionali per l’impatto scientifico.