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Mangiare carne rossa può aumentare il rischio di demenza e declino cognitivo

Mangiare carne rossa può aumentare il rischio di demenza e declino cognitivo

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Il legame tra alimentazione e salute è ben documentato, ma un recente studio pubblicato il 15 gennaio 2025 sulla rivista Neurology ha portato l’attenzione su un aspetto meno discusso: il consumo di carne rossa, in particolare se lavorata, potrebbe aumentare significativamente il rischio di demenza e accelerare il declino cognitivo. Questi risultati aggiungono un nuovo tassello alla crescente consapevolezza che la dieta influisce non solo sul cuore e sul metabolismo, ma anche sulla salute del cervello.

Carne rossa e malattie croniche
La carne rossa è da tempo associata a rischi per la salute, come malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Tuttavia, l’impatto che il consumo di carne rossa può avere sul cervello è stato meno approfondito. Lo studio pubblicato su Neurology ha analizzato dati di lungo periodo provenienti da un’ampia popolazione per valutare i legami tra dieta e rischio di demenza. In particolare, i ricercatori si sono concentrati sul consumo di carne rossa lavorata, come hot dog, bacon, salsicce e mortadella, e non lavorata, come bistecche e hamburger.
I risultati sono sorprendenti: chi consuma abitualmente carne rossa lavorata, in quantità pari o superiori a un quarto di porzione al giorno (circa due fette di bacon o un hot dog), presenta un rischio maggiore del 13% di sviluppare demenza rispetto a chi ne mangia meno di un decimo di porzione al giorno. Per le carni non lavorate, il rischio è ancora più alto, con un aumento del 16% per chi consuma una porzione o più al giorno rispetto a chi ne mangia meno di mezza porzione.

Come è stato condotto lo studio
Lo studio si basa su dati raccolti da 133.771 partecipanti con un’età media di 49 anni all’inizio dell’indagine. Questi partecipanti sono stati seguiti per un periodo di 43 anni, durante i quali 11.173 di loro hanno ricevuto una diagnosi di demenza. I ricercatori hanno utilizzato informazioni dettagliate sulle diete dei partecipanti, aggiornate ogni 2-4 anni, e hanno tenuto conto di numerosi fattori che possono influenzare la salute del cervello, come il livello socioeconomico, la storia familiare di demenza e altri aspetti dello stile di vita.
Per valutare la funzione cognitiva, sono stati utilizzati test standardizzati che misurano abilità come la memoria, il ragionamento e la velocità di elaborazione. Inoltre, i partecipanti hanno fornito informazioni auto-riportate sul declino cognitivo soggettivo (SCD), che può essere un primo segnale di problemi cognitivi prima che emergano evidenze nei test clinici.

Declino cognitivo e carne rossa: i risultati
Secondo i ricercatori, il consumo regolare di carne lavorata accelera l’invecchiamento cognitivo di circa 1,6 anni per ogni porzione media giornaliera. Inoltre, anche il declino cognitivo soggettivo è risultato più elevato tra coloro che consumavano maggiori quantità di carne rossa, sia lavorata che non lavorata.
Ad esempio, chi consuma abitualmente carne lavorata ha un rischio di declino cognitivo soggettivo del 14% più alto rispetto a chi ne mangia pochissima. Per le carni non lavorate, il rischio è aumentato del 16% tra i grandi consumatori. Questi dati sottolineano l’importanza di limitare il consumo di carne rossa nella dieta quotidiana, specialmente nelle sue forme lavorate, per proteggere non solo il cuore e il metabolismo, ma anche la salute del cervello.
Perché la carne rossa è un rischio per la salute cerebrale?
I ricercatori stanno cercando di comprendere i meccanismi esatti che collegano il consumo di carne rossa al rischio di demenza. Una delle teorie più accreditate riguarda il microbioma intestinale, l’insieme dei batteri che vivono nel nostro tratto digerente. Questi batteri metabolizzano la carne e producono una sostanza chiamata trimetilammina N-ossido (TMAO), che è stata collegata a una maggiore disfunzione cognitiva. Il TMAO potrebbe influenzare l’aggregazione di proteine come l’amiloide e la tau, note per il loro ruolo nello sviluppo del morbo di Alzheimer.
Inoltre, il contenuto elevato di grassi saturi e sale nella carne rossa lavorata potrebbe contribuire al danno cerebrale compromettendo la salute delle cellule cerebrali e aumentando l’infiammazione nel corpo. L’eccesso di sale, in particolare, è noto per il suo impatto negativo sulla pressione sanguigna, che è strettamente collegata al rischio di demenza.

Un ruolo chiave per la dieta
Sostituire la carne rossa lavorata con fonti proteiche più sane può fare una grande differenza. Lo studio evidenzia che passare a proteine come legumi, noci e pesce può ridurre il rischio di demenza di circa il 20%. Questi alimenti non solo forniscono proteine di alta qualità, ma contengono anche nutrienti essenziali come acidi grassi omega-3, antiossidanti e fibre, che supportano la salute cerebrale.

Implicazioni per la salute pubblica
Con l’invecchiamento della popolazione, il numero di persone affette da demenza è destinato ad aumentare, rappresentando una sfida significativa per i sistemi sanitari e per le famiglie. Gli studi che collegano la dieta al rischio di demenza sono fondamentali per sviluppare strategie di prevenzione che possano ridurre il carico di questa malattia. Le linee guida dietetiche dovrebbero quindi includere raccomandazioni specifiche per la salute cognitiva, promuovendo una riduzione del consumo di carne rossa a favore di fonti proteiche più salutari.

Studi futuri: la strada da percorrere
Nonostante i risultati promettenti, c’è ancora molto da scoprire. Gli scienziati sottolineano l’importanza di condurre studi di coorte a lungo termine per comprendere meglio i meccanismi che collegano il consumo di carne rossa al declino cognitivo. Inoltre, è necessario approfondire il ruolo del microbioma intestinale e dei suoi metaboliti, come il TMAO, per identificare potenziali interventi mirati.
La ricerca futura potrebbe anche esaminare se alcuni gruppi di persone siano più vulnerabili agli effetti negativi della carne rossa e se esistano modi per mitigare questi rischi attraverso cambiamenti nello stile di vita o nella dieta.

Conclusioni
Il consumo di carne rossa, soprattutto se lavorata, rappresenta un fattore di rischio non solo per malattie cardiovascolari e diabete, ma anche per il declino cognitivo e la demenza. Ridurre il consumo di questi alimenti e sostituirli con fonti proteiche più salutari potrebbe avere un impatto significativo sulla prevenzione delle malattie neurodegenerative.
Questa ricerca sottolinea ancora una volta quanto sia cruciale adottare una dieta equilibrata e consapevole per preservare la salute a lungo termine. Conoscere i rischi associati a determinati alimenti e fare scelte alimentari informate può aiutare a proteggere non solo il corpo, ma anche la mente.

Riferimenti bibliografici
• Neurology. “Increased Consumption of Processed Red Meat and Cognitive Decline.” Disponibile su: https://www.neurology.org/doi/10.1212/WNL.0000000000210286
• Nurses’ Health Study: https://nurseshealthstudy.org/
• Harvard T.H. Chan School of Public Health: https://hsph.harvard.edu/research/health-professionals/