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In attesa dell’inaugurazione del 477° Anno Accademico UniMe, che domani avrà luogo al Teatro Vittorio Emanuele alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è conclusa presso l’Aula Magna del Rettorato la seconda giornata di “Messina Europa, 1955-2025”, evento celebrativo del 70° Anniversario della Conferenza di Messina.
La sessione mattutina odierna è stata Introdotta dal prof. Alessio Lo Giudice, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e coordinata dal prof. Giacomo D’Amico, mentre, la tavola rotonda pomeridiana è stata diretta dalla prof.ssa Lina Panella. Tra i relatori, anche, il prof. Antonio Ruggeri.
Anche oggi, come già avvenuto nella sessione inaugurale della prima giornata, l’avvio dei lavori è stato anticipato dai saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari: “sono lieta di intervenire anche in questa occasione per ribadire la volontà di questa governance di identificare, per ciascun Anno Accademico, eventi importanti per il recupero della memoria del nostro Ateneo. Per proseguire in questo progetto, quest’anno non vi era occasione migliore del 70° Anniversario della Conferenza di Messina che ci consente di rammentare il ruolo rivestito da questa città nel processo di rilancio di una Europa coesa. Desidero ringraziare, inoltre, i Dipartimenti di Scienze Politiche e Giuridiche e di Giurisprudenza per la collaborazione dimostrata, al pari dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, di tutti i docenti interni ed esterni coinvolti, di enti e istituti come il Movimento Europeo Italia che ci ha supportato in questa circostanza. Il tema odierno dei beni pubblici europei, unito a quello delle strategie per la realizzazione di uno spazio pubblico in Europa particolarmente dibattuto settanta anni fa, si innesta perfettamente nella più stretta attualità della comunità europea”.
“L’intenzione di legare l’inaugurazione dell’Anno Accademico al ricordo di eventi rilevanti per il nostro Ateneo e per tutta la città – ha aggiunto il prof. Alessio Lo Giudice – è una virtuosa idea che ci consente di recuperare un patrimonio di sapere importante ancora oggi. A questa convinzione si lega il programma di questa seconda giornata, organizzata per riflettere e osservare quanto lo spirito della risoluzione di Messina, cioè della dichiarazione che riuscirono ad elaborare nella terza giornata della Conferenza i Ministri degli Esteri della CECA, sia assolutamente attuale e fondamentale da recuperare per innescare ulteriormente il processo di integrazione europea. Nella risoluzione di Messina viene enfatizzata la necessità di trovare metodi per integrare il mercato comune a livello europeo e tutto ciò, oggi, significa occuparsi di temi essenziali che coniugano la sensibilità economica alla garanzia dei servizi sociali per i cittadini. Tutto questo, nel corso delle varie relazioni odierne, verrà indagato in un’ottica prospettica, nel tentativo di immaginare quelle strade in grado di rilanciare le sfide di carattere transnazionale della Conferenza di Messina. A tal proposito, molto rilevante è il tema dei beni pubblici europei, vale a dire l’insieme dei beni che hanno bisogno di un’azione coordinata riguardano la qualità della vita del popolo europeo. Tra questi figurano, ad esempio, l’ambiente e la salute uniti alla necessità di una cooperazione economico-finanziaria per garantire il benessere sociale e superare gli ostacoli delle esternalità negative nazionali. Il focus punta anche ad un dibattito sullo spazio pubblico europeo, ovvero, un altro tratto distintivo della Conferenza di Messina che è essenziale riprendere per il raggiungimento di una maggiore coesione”.
La tavola rotonda che mi vede affiancata ad illustri relatori – ha esordito la prof.ssa Panella – è l’ultimo atto di una intensa due giorni dedicata alla Conferenza di Messina di settanta anni fa e vuol rappresentare la summa di quanto maturato in queste giornate, con un occhio particolare puntato verso lo spazio pubblico europeo. Mi preme ricordare che già in passato l’Università ha ricordato la Conferenza, nel 1995, celebrando il 40° Anniversario. Allora, come oggi, venne ricordato lo spirito di Messina che nasce grazie alla perseveranza che animò i partecipanti e consentì di superare le divergenze tra i sei Paesi presenti (Italia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Repubblica Federale Tedesca e Belgio. C’era anche la Gran Bretagna in qualità di nazione osservatrice). Già al tempo si discusse di spazio pubblico con temi differenti, ma medesime procedure e finalità, ovvero, fare in modo che l’Europa sia sempre più vicina ai cittadini e alle loro necessità. Lo spazio pubblico europeo, idealmente una sorta arena centrale indicativa entro cui discutere le tematiche europee, si realizza attraverso norme condivise e mediante l’interdipendenza degli ordinamenti che devono concatenarsi per funzionare nel miglior modo possibile”.