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Proposta di uscita dall’OMS: Italia e Stati Uniti verso un nuovo scenario sanitario, sarà vera gloria?

Proposta di uscita dall’OMS: Italia e Stati Uniti verso un nuovo scenario sanitario, sarà vera gloria?

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di Salvo Rotondo

Recentemente, l’ANSA ha riportato che la Lega ha presentato alla Camera una proposta di legge per far uscire l’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La proposta, promossa dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, segue le orme dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che aveva a sua volta annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS. Secondo Salvini, l’organizzazione sarebbe un centro di potere sovranazionale che agisce contro gli interessi italiani, nonostante sia finanziata con circa 100 milioni di dollari all’anno dai contribuenti italiani. La proposta prevede di destinare questi fondi direttamente alla sanità italiana.
L’OMS, istituita il 7 aprile 1948, ha come missione la promozione della salute globale. Tra i suoi principali obiettivi ci sono la prevenzione delle epidemie, la diffusione di campagne di vaccinazione, la promozione di corrette abitudini alimentari e l’igiene. Inizialmente, l’organizzazione si occupava principalmente di combattere malattie come la malaria, la tubercolosi e le malattie sessualmente trasmissibili. Oggi, con 194 Paesi membri e oltre 7.000 dipendenti, l’OMS opera su scala globale per fornire consulenze ai ministeri della salute, definire standard sanitari e raccogliere dati sulle malattie e sulla mortalità.
Tra i maggiori successi dell’OMS c’è l’eradicazione del vaiolo, una malattia infettiva che è stata completamente eliminata grazie alle campagne di vaccinazione promosse dall’organizzazione. Importanti progressi sono stati fatti anche nella lotta alla poliomielite, sebbene questa malattia non sia ancora stata del tutto sconfitta. L’OMS continua inoltre a impegnarsi contro malattie come l’HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria, ma si occupa anche di malattie non infettive, come i tumori, il diabete e le patologie cardiovascolari, che sono oggi la causa del 70% delle morti a livello globale.

Le conseguenze della possibile uscita dall’OMS
La decisione di Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’OMS ha sollevato molte preoccupazioni. Gli Stati Uniti, infatti, sono uno dei principali finanziatori dell’organizzazione, contribuendo con circa il 20% del suo budget annuale. Tra il 2022 e il 2023, i finanziamenti obbligatori e volontari degli Stati Uniti hanno superato 1,2 miliardi di dollari. Un ritiro degli Stati Uniti potrebbe quindi avere ripercussioni significative, costringendo l’OMS a ridurre le proprie attività e programmi, inclusi quelli legati alla prevenzione delle epidemie e alla gestione delle emergenze sanitarie globali.
Trump aveva motivato la sua decisione citando presunte inefficienze nella gestione della pandemia da Covid-19 e una presunta influenza eccessiva della Cina all’interno dell’organizzazione. Tuttavia, queste critiche sono state spesso basate su teorie non supportate da evidenze scientifiche. Se la decisione statunitense dovesse diventare definitiva, prevista per gennaio 2026, l’OMS potrebbe trovarsi in seria difficoltà nel finanziare programmi essenziali, come le campagne di vaccinazione e gli interventi sanitari in caso di guerre e disastri naturali. Al tempo stesso, la mancanza di collaborazione con importanti agenzie statunitensi come il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) e la FDA (Food and Drug Administration) potrebbe limitare significativamente l’efficacia dell’organizzazione. Inoltre l’assenza di un potente investitore come gli USA potrebbe portare ad un potenziamento dell’influenza della Cina all’interno dell’organizzazione.
La proposta italiana di uscire dall’OMS potrebbe seguire un percorso simile, con conseguenze altrettanto problematiche. La mancanza di collaborazione con un’organizzazione che opera a livello globale rischierebbe di isolare l’Italia dalle iniziative sanitarie internazionali, rendendo più complesso affrontare emergenze come pandemie e nuove epidemie. Inoltre, senza il supporto e le raccomandazioni dell’OMS, il Paese potrebbe trovarsi a dover affrontare da solo questioni complesse legate alla salute pubblica, senza beneficiare dell’esperienza e delle risorse messe a disposizione dall’organizzazione.

Conclusioni
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dimostrato nel corso dei suoi 75 anni di storia di essere un pilastro fondamentale nella gestione della salute pubblica globale. Le sue campagne di vaccinazione, il monitoraggio delle epidemie e l’assistenza ai Paesi membri hanno salvato milioni di vite e contribuito a migliorare la qualità della salute mondiale. Uscire dall’OMS significherebbe non solo perdere l’accesso diretto a risorse e consulenze di alto livello, ma anche indebolire il coordinamento internazionale necessario per affrontare sfide sanitarie sempre più globali.
Sebbene la proposta di reinvestire i fondi dell’OMS nella sanità italiana possa sembrare una soluzione immediata, rischia di essere miope, considerando i benefici a lungo termine derivanti dalla partecipazione a un’organizzazione che tutela la salute globale. In un mondo sempre più interconnesso, affrontare le emergenze sanitarie senza una rete internazionale di supporto può rivelarsi inefficace e rischioso. La collaborazione e il multilateralismo restano strumenti essenziali per garantire un futuro più sicuro per tutti.