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L’etica della sedia

L’etica della sedia

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di Marinella Ruggeri

Stare… Stare e, ancora,…stare. Dove?
Seduti su quella SEDIA, quella, accanto al malato.

Una sedia importante, una sedia che diventa strumento di cura, che celebra quel letto accanto al quale, essa si trova; lo fa diventare altare, da cui attingere l’energia della prova e della sofferenza che continua a resistere, che continua a parlare di dolore nel silenzio di quel corpo, nel dialogo di quello sguardo, nelle smorfie di quel volto, ma soprattutto nella mano che cerca in quella sedia una mano che comunichi amore, forza, calore, conforto, presenza… VITA.

Marinella Ruggeri

Eppure, su quella sedia ci si siede per portare il proprio sapere, per visitare il malato, per trovare strategie per la malattia, ma quando, tutto questo bussa ad una scienza che non può rispondere, quella sedia che sembra avere fallito, che sembra essere inutile, e che quindi può essere spostata, diventa ancora più REGALE, perché proclama la vittoria dell’essenza, permette di essere una appendice di quel letto, dove i due, sono avvolti in un unico mantello che diventa il PALLIUM che ricopre, protegge e consente vita, e diventa  CURA.

Non è casuale, infatti, che la sedia sia strumento di empatia fra le persone.

Infatti ci viene facile, fare accomodare un ospite su una sedia della nostra casa per manifestare immediata accoglienza e un caloroso benvenuto;

Ci sembra bello, poter sedere accanto all’ amico per fare due chiacchiere,

Ci sembra naturale, sedersi accanto per condividere un pasto, un cinema, un teatro, un viaggio.

Ebbene, Quella Sedia, a volte scomoda e faticosa per sedersi, diventa IL DONO più prezioso.

Posizionare la sedia vicino al letto del paziente, è un gesto di comunicazione efficace, in maniera non verbale, stiamo dicendo che vogliamo prenderci un tempo per stare con lui, e questo crea un clima più leggero, sereno, rilassato. Stare accanto, leva la verticalizzazione del medico in piedi dominante rispetto al paziente che è a letto, sottomesso e vulnerabile; guardarsi alla stessa altezza rende il non verbale di maggiore qualità.

Quindi stare PER stare accanto, per dare potere ai gesti, per favorire fiducia che passa dalla vicinanza di sedersi lì, a fianco!!!