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Attraversamento Stretto di Messina: “Medici Eroi” sono parole al vento o una solida realtà?

Attraversamento Stretto di Messina: “Medici Eroi” sono parole al vento o una solida realtà?

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Pubblichiamo la lettera inviata ieri dal presidente dell’Ordine dei Medichi Chirurghi e degli Odontoiatri di Messina Giacomo Caudo a governatore, sindaco e AD di Caronte & Tourist.

Egregio sig. Presidente, Sindaco, Sig. A.D., 

in qualità di rappresentante della classe medica e odontoiatrica della provincia di Messina, mi preme appellarmi alle vostre sensibilità per accendere i riflettori e risolvere, nel più breve tempo possibile, alcune questioni legate all’attraversamento nello Stretto di Messina, riscontrate grazie a segnalazioni e contestazioni che ci sono pervenute in questi giorni da numerosi iscritti, sintetizzate qui di seguito. 

Premesso il massimo apprezzamento nei confronti del sistema da voi ideato di controllo e vigilanzadell’attraversamento, preciso, puntuale e ben organizzatodato che la tutela della salute pubblica è un’assoluta, oltreché comune, priorità; che tutti ritengono e urlano la parola “eroi” ai medici, e più in generale al personale sanitario, che continua a lavorare sodo e rischia la vita per salvarne altre; alla luce del fatto che sono già oltre un centinaio i medici morti per covid-19, specie nel Nord; dato che i turni nelle strutture ospedaliere sono più stancanti di prima, in alcuni casi e nei reparti dedicati al coronavirus si possono definire “massacranti”, soprattutto per chi deve indossare tutto il giorno DPI, spogliarsi, rivestirsi e affrontare difficoltà finora in parte sconosciute, urge quanto segue: 

1) sono state ridotte a 4 le corse giornaliere Messina – Villa San Giovanni e viceversa, dunque molti medici sono costretti a ore di fila per rientrare a casa, tempo che si aggiunge spesso a turni di 12 ore; spesso infatti le navi non sono compatibili coi turni lavorativi; ne servirebbero almeno 6 al giorno; 

2) sarebbe auspicabile e quantomeno opportuno prevedere un canale preferenziale per i medici per l’imbarco; 

3) i medici sono costretti a pagare esosi ticket giornalieri (alcuni ci hanno mandato persino le ricevute); inoltre devono scendere dall’auto e recarsi in biglietteria rischiando ulteriormente il contagio; bisognerebbe prevedere l’acquisto facendoli rimanere a bordo e una convenzione sui prezzi o, meglio ancora, un’esenzione a carico delle rispettive Regioni finché perdura l’emergenza; 

4) ci sono giunte segnalazioni addirittura di verbali e sanzioni, o minacce di ciò, per colleghi che si sono imbarcati “troppo tempo dopo” (a volte anche nel giorno seguente) rispetto agli orari di lavoro o non hanno vidimato i biglietti: chiediamo una tolleranza, assolutamente comprensibile e giustificabile, per chi è costretto ad una vita con ritmi drammatici in questo periodo, ai quali non si possono certo aggiungere ulteriori problemi né di natura economica, né di natura psicologica. 

Ci fa piacere sottolineare che il deputato del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva fa sapere che sta seguendo la vicenda da vicino in queste ore, dunque lo ringraziamo per il suo impegno.