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Il comparto sanitario siciliano rappresenta, con 9,5 miliardi di euro, la principale voce di spesa del bilancio regionale. Secondo i dati contenuti all’interno del report “Economie regionali – L’economia della Sicilia” della Banca d’Italia, nel 2019 i costi del servizio sanitario regionale sono lievemente diminuiti rispetto all’anno precedente (-0,4%).
Tra le principali voci di spesa, si sono ridotti in particolare i costi per gli acquisti di beni (pari a 1,4 miliardi di euro, il 2,2% in meno rispetto al 2018); mentre sono aumentati quelli relativi alla spesa farmaceutica convenzionata sostenuta dagli enti convenzionati e accreditati (613 milioni di euro, il 4,2% in più sul 2018). Nel corso del 2019 si sono ridotti anche i ricavi, con una flessione analoga rispetto a quella riscontrata in merito ai costi (-0,4%).
La sanità siciliana appare estremamente carente di personale sanitario, più in particolare di quello infermieristico: infatti, l’Isola dispone di una dotazione di personale sanitario pari a 104 addetti per 10 mila abitanti, al di sotto della media delle regioni italiane (122); maggiori criticità riguardano il personale infermieristico pari a 52 unità ogni 10 mila abitanti (contro una media nazionale pari a 65). La dotazione di personale ha risentito nel corso dell’ultimo decennio dei vincoli derivanti dai Piani di rientro: nel periodo 2008-2018 la Sicilia ha registrato una riduzione dello 0,9% medio annuo, mentre per l’intero Paese la contrazione è stata di mezzo punto percentuale in media ogni anno.
Al contrario, la dotazione in termini di numero di medici di medicina generale (cosiddetti medici di famiglia) e di pediatri di libera scelta ogni 10 mila abitanti era invece in Sicilia superiore alla media nazionale: infatti, nell’Isola si parla rispettivamente di 8,1 ogni 10 mila abitanti (contro una media nazionale di 7,1) e 11 ogni 10 mila abitanti (contro 9,9 mediamente in Italia).
Con riferimento alla rete territoriale, sul cui potenziamento e riorganizzazione le Regioni sono chiamate a investire anche in futuro per fronteggiare situazioni di emergenza, risulta abbastanza carente il ricorso all’assistenza domiciliare, modalità di cura non solo più vicina alle esigenze del paziente, ma vista sempre più come uno strumento per decongestionare le strutture ospedaliere e favorire il distanziamento sociale: in particolare, relativamente agli anziani curati a domicilio se ne contano 505 ogni 10 mila, contro una media nazionale pari a 622. Anche l’utilizzo di strutture residenziali e semiresidenziali, in particolare per anziani, è inferiore in Sicilia rispetto alla media nazionale.
Infine, risulta inferiore rispetto alla media del Paese anche la dotazione complessiva di posti letto nelle strutture pubbliche: infatti, si parla di 228 posti ogni 100 mila abitanti, a fronte di una media nazionale pari a 277. Un deficit di tale portata solo parzialmente appare compensato dalla maggiore dotazione nel comparto privato: nel dettaglio, si tratta di 89 posti letto ogni 100 mila abitanti in Sicilia, a fronte di 72 in Italia. Il divario risulta meno accentuato considerando i soli posti letto in terapia intensiva: 8,4 in regione, contro 8,6 in Italia.
Serena Giovanna Grasso
(Fonte: quotidianodisicilia)