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Violenza contro i medici: richiesta di un decreto – legge

Violenza contro i medici: richiesta di un decreto – legge

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A CURA di Giuseppe Ruggeri

 

Il 4 dicembre scorso, mentre smontava dal suo turno di guardia presso l’ospedale “S. Giovanni di Dio” di Crotone, Maria Carmela Calindro, 56 anni, medico, veniva selvaggiamente aggredita e ferita da un uomo incappucciato che l’ha colpita più volte con un cacciavite e l’avrebbe probabilmente uccisa se non fosse intervenuto un venditore ambulante extracomunitario che è riuscito a bloccare l’aggressore. La madre di quest’ultimo era deceduta un anno prima per un carcinoma nel reparto dove si trovava in servizio il medico. Nell’arco di soli quattro mesi quella appena descritta è la seconda aggressione compiuta ai danni di medici dell’ospedale di Crotone.

In merito alla crescente ondata di questi episodi, il Consiglio Nazionale della FNOMCeO riunito a Roma il 14 dicembre ha chiesto al governo di trasmutare il disegno di legge n. 867 sulla violenza contro gli operatori sanitari, attualmente incardinato in Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, in un decreto-legge che renda immediatamente esecutiva l’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale, affinché l’azione penale possa avviarsi d’ufficio e non a seguito di denuncia.

Sono infatti in media tre al giorno, secondo i dati Inail, le aggressioni denunciate in Italia dagli operatori sanitari. Soltanto nell’ultimo anno le violenze annunciate ammontano a 1.200 casi, di cui 456 hanno riguardato gli addetti al Pronto Soccorso, 400 si sono verificati in corsia e 320 negli ambulatori.

“Abbiamo bisogno urgente di un provvedimento che dia una risposta immediata alla domanda di sicurezza che proviene da tutto il mondo medico e da tutti i professionisti della sanità” dichiara il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli “e siamo certi di trovare riscontro e sensibilità da parte del Governo e del Parlamento, atteso che molti sono stati i progetti di legge presentati e gli interventi volti a chiedere soluzioni a questa emergenza di sanità pubblica”.