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“La sudafricana e’ una variante del covid che, come quella brasiliana, e’ sensibile al vaccino, anche se lo e’ meno rispetto alle varianti precedenti. Quindi, sotto certi aspetti, questo ci tranquillizza perche’ la cosa che temiamo maggiormente sono proprio le varianti non sensibili al vaccino”. Cosi’, interpellato dall’agenzia Dire, Massimo Andreoni, direttore scientifico della Societa’ italiana malattie infettive (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive della facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’universita’ di Roma Tor Vergata.
“Ci dobbiamo preoccupare nei termini in cui le varianti si formano e girano. Quindi -prosegue l’esperto -dobbiamo cercare di ridurne al massimo la circolazione. L’arrivo di quella sudafricana testimonia che le varianti che si formano in una parte del mondo arrivano inevitabilmente ovunque. Questa capacita’ di bloccare le varianti, li’ dove si sono generate, e’ dunque piu’ ipotetica che reale, come testimonia, ad esempio, la variante indiana”.
“Il nostro sforzo deve essere quello di cercare il piu’ possibile di non far emergere nuove varianti- aggiunge -e le varianti si generano se il virus continua a circolare. Il virus piu’ circola piu’ ha probabilita’ di mutarsi e di formare nuove varianti”.
“Speriamo davvero- conclude Andreoni- che non si venga a generare una variante ‘immune escape’, quindi resistente al vaccino, perche’ questo vorrebbe dire aver annullato tutto il lavoro fatto fino a oggi”.
Fonte: AGENZIA DIRE